Moda e tendenze / Bergamo Città
Martedì 21 Luglio 2020
Cividini alla Digital Week
«La qualità fa la differenza»
«Il made in Italy deve essere sempre la base per ripartire». Lo stilista bergamasco torna in passerella, ora online: l’eccellenza ci salverà.
Anche Cividini ha partecipato alla Milano Digital Fashion Week e lo ha fatto con un’eleganza sussurrata che nasce da una rielaborazione delle forme indispensabili nel guardaroba femminile, tra tradizione artigiana ed eccellenza Made in Italy «riconoscibile e intensa» spiega Piero Cividini.
Nasce da qui la collezione Resort Donna per questa estate che cerca leggerezza: «Abbiamo lavorato su una linea che unisse la grazia antica e contemporanea: i capi hanno volumi ampi e generosi, i prediletti di uno stile femminile metropolitano che non dimentica la rilassatezza e un ritmo più lento e pacato». Il tutto condito con una dimensione artistica, lavorazioni a mano, la ricerca dell’eccellenza e di una qualità sempre più alta.
Come sono trascorsi questi mesi di lockdown per Cividini?
«A parte i giorni di chiusura completa e doverosa dell’azienda, abbiamo ripreso appena possibile l’attività e ad oggi abbiamo quasi recuperato il tempo perduto di produzione. Nel frattempo siamo riusciti, sebbene con un po di ritardo, a far uscire la pre collezione e siamo in attesa di verificare sul campo la risposta del mercato».
La ripresa parte da questa settimana digitale. Come la interpreta?
«È sicuramente un’iniziativa apprezzabile, ma in ogni caso, nei paesi dove è stato possibile, abbiamo inviato le collezioni per dare la possibilità ai clienti di disporre gli ordini vedendo e toccando i nuovi modelli. Soprattutto nel nostro caso, dove il dettaglio esecutivo è importante per valutare la qualità del prodotto, i clienti hanno gradito molto l’avere la collezione a portata di mano e soprattutto di occhi».
La moda cosa ha imparato dal Covid?
«Niente che non si sapesse già, ma che pochi tenevano nella dovuta considerazione; l’importanza della qualità, del prodotto vero, dal contenuto di valore intrinseco tale da far durare nel tempo quanto acquistato e non di usarlo per breve tempo e disfarsene senza considerare che la sua sostituzione crea un consumo ulteriore di energia, un produzione ulteriore di inquinamento».
Siete una maison molto forte a Oriente. Come è la situazione?
«Un po’ meni critica che in Italia, anche se si prevede comunque un calo degli acquisti poichè il lockdown ha di fatto diminuito le vendite e quindi i budget per la P/E 21 saranno necessariamente inferiori».
Cividini e le prossime stagioni. Cosa prevede per il futuro?
«Cividini continuerà la propria strada rimanendo ben saldo nella sua nicchia che racchiude il consumatore attento alle caratteristiche del prodotto che sono la cifra del nostro operare da sempre: qualità, artigianalità, rigore stilistico ed attenzione alla sostenibilità».
Da mente creativa del brand, come sono stati questi mesi di lockdown?
«Lo spirito creativo non cambia. Cambia forse il modo di metterlo in pratica, perché le limitazioni ai contatti interpersonali ti obbligano a lavorare meno sull’intuizione del momento, ma a pensare di più a quanto decidi di mettere in opera».
La moda sta gia cambiando.
«Si tornerà a fare moda forse in modo più mirato, forse pensando che il pubblico finale possa avere altre esigenze rispetto a prima anche se su questa possibilità nutro dei seri dubbi: in tutte le riflessioni fatte durante il Covid ci si è spesso dimenticati della “ forza della moda o delle mode “ che quando arrivano travolgono tutto e tutti».
Cosa serve al made in Italy?
«Serve riassorbire il colpo che tutti gli operatori hanno preso e la strada è sicuramente quella di rafforzare ulteriormente quelle che sono le caratteristiche che tutto il mondo gli riconosce: creatività, qualità e vera eleganza italiana abbandonando le tentazioni di universalismo che ci allontanano dalla nostra storia».
A Bergamo?
«Serve dimenticare ma anche riflettere sui propri errori sia personali che istituzionali e dopo un profondo esame di coscienza gettare le basi per una ripresa sana e su solide basi. Come è del resto Bergamo».
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