Un «guanto robotico» aiuta a recuperare l’uso delle mani

ALL’ASST PAPA GIOVANNI. Nel centro di Riabilitazione di Mozzo in funzione il dispositivo innovativo. Potrà essere utilizzato anche per i bambini.

La robotica al servizio del recupero motorio e neurologico dei pazienti, anche bambini: è arrivato a Mozzo, nella sede della Riabilitazione specialistica dell’Asst Papa Giovanni XXIIII, il «guanto» tecnologico, dispositivo di ultima generazione che sarà impiegato per il recupero funzionale degli arti superiori di circa 650 pazienti all’anno in cura a seguito di ictus, lesioni del midollo spinale, traumi (circa il 70% del totale dei pazienti seguiti ogni anno dalla Riabilitazione specialistica). E sarà utilizzabile - il dispositivo è in diverse taglie - , anche per la riabilitazione pediatrica, in particolare per i bambini con malattie cerebrali o con danni neurologici causati da traumi.

Il guanto robotico può essere utilizzato per esercizi riabilitativi con entrambe le mani: è la cosiddetta «mirror therapy» che sfrutta il riflesso dei movimenti della mano sana attraverso uno specchio, dando l’impressione al paziente che anche l’altra mano si stia muovendo correttamente

Come funziona

Lo speciale guanto per la riabilitazione robotica dei pazienti neurologici con deficit motori o cognitivi, installato in una sala riservata che ospita dispositivi automatizzati insieme alla pedana stabilometrica per lo studio delle anomalie posturali, è in grado di mobilizzare le dita, rilevare i movimenti attivi del paziente ed effettuare esercizi «a specchio». Uno schermo con animazione 3D collegato al guanto mostra al paziente in video alcuni semplici movimenti articolari oppure gesti quotidiani più complessi, come afferrare un oggetto o versare l’acqua in un bicchiere. Le immagini sul monitor permettono di sfruttare il principio dei «neuroni a specchio»: l’osservazione di un movimento induce il cervello a stimolare di riflesso il nostro corpo a riprodurre la stessa azione. Il guanto robotico può essere utilizzato per esercizi riabilitativi con entrambe le mani: è la cosiddetta «mirror therapy» che sfrutta il riflesso dei movimenti della mano sana attraverso uno specchio, dando l’impressione al paziente che anche l’altra mano si stia muovendo correttamente. Diversamente dalle tecniche riabilitative tradizionali, la mano con deficit viene aiutata dal guanto robotico a riprodurre il movimento della mano sana. Le principali caratteristiche del dispositivo sono state illustrate in una dimostrazione pratica dal direttore della Riabilitazione specialistica Silvia Galeri, con lo staff che sta completando l’addestramento.

«È un trattamento che può migliorare significativamente la qualità di vita delle persone con disabilità motorie – ha spiegato –: consente di eseguire esercizi più intensi e ripetuti. I progressi vengono registrati per calibrare il programma riabilitativo. E fornisce stimoli cognitivi». Il dispositivo di Mozzo è l’unico con queste caratteristiche evolute tra i pochi simili presenti negli altri centri pubblici della Regione Lombardia.

«È un trattamento che può migliorare significativamente la qualità di vita delle persone con disabilità motorie: consente di eseguire esercizi più intensi e ripetuti. I progressi vengono registrati per calibrare il programma riabilitativo»

«Lo sviluppo nella robotica e nell’intelligenza artificiale mette a disposizione opportunità sempre più efficaci per la disabilità – ha commentato Mauro Moreno, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII –. Rappresenta uno strumento per agevolare un più rapido recupero per centinaia di pazienti». «Siamo molto soddisfatti. Questo investimento va nella direzione giusta – ha commentato il direttore generale Francesco Locati, presente a Mozzo per la dimostrazione –.Ringrazio il personale che collaborerà su questa nuova tecnologia e quanti si occupano della riabilitazione tradizionale nella nostra struttura di Mozzo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA