La salute / Bergamo Città
Lunedì 18 Novembre 2024
Tumori, la ricerca fa passi da gigante ma servono fondi
IL LAVORO DI AIRC. Il professor Alessandro Rambaldi: «In questi anni la prognosi di alcune malattie (tra cui leucemie e linfomi) è cambiata in modo radicale».
In metafora ma anche in concreto, la ricerca sul cancro è un gioco di squadra: una sfida fatta di collaborazione, di generosità, di lavoro comune. Come quello della Fondazione Airc, che in questo mese di novembre ha portato avanti in tutta Italia – e anche a Bergamo – «I giorni della ricerca», attraverso un importante lavoro di sensibilizzazione per raccogliere fondi e alimentare i progressi nella conoscenza, nella prevenzione e nella cura delle
patologie oncologiche. Una serie di appuntamenti che si si sono conclusi in occasione di Italia-Francia, la partita della nazionale di calcio di domenica 17 novembre, in cui sono stati ricordati i messaggi in favore della ricerca e di Fondazione Airc (come il numero 45521 per le donazioni via sms o chiamate da telefono fisso).
Iniziative che tengono alta l’attenzione su un tema prezioso, prezioso come il lavoro dei ricercatori che l’Airc sostiene da decenni. «Ciò che la Fondazione ha fatto in tutto questo tempo – riflette il professor Alessandro Rambaldi, membro del Comitato tecnico scientifico dell’Airc e direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’ospedale “Papa Giovanni” di Bergamo – è un esempio che non ha confronti per la qualità e la continuità che ha saputo dare a migliaia di ricercatori. Chi opera in questo campo sa che l’Airc è una certezza su cui può sempre contare, un appuntamento costante, preciso e puntuale».
Dal 1965 a oggi, l’Airc ha investito oltre 2,3 miliardi di euro attraverso migliaia di progetti di ricerca, grazie a una capacità di raccolta che coinvolge 4,5 milioni di sostenitori e 20mila volontari, così da supportare il lavoro di 6mila ricercatori in oltre 100 istituti in tutta Italia. «La Fondazione Airc – prosegue Rambaldi – ha un’attribuzione dei fondi di ricerca molto rigorosa, in cui tutti si riconoscono perché sanno che vi è una competizione leale, in cui non c’è altro criterio che la volontà di premiare la proposta migliore. È un concetto strenuamente difeso dalla Fondazione e da chi come me fa parte del Comitato tecnico scientifico: tenere alta la qualità è fondamentale, perché questo criterio premia la ricerca migliore che si può fare in Italia».
I passi in avanti
È traducendo in concreto questa filosofia che la ricerca ha potuto compiere progressi importanti in un campo delicatissimo. Nel 2023, secondo i dati dell’Airc, in Italia si sono contate 395mila nuove diagnosi di tumore (208mila tra gli uomini, 187mila tra le donne), l’equivalente di oltre mille nuovi casi al giorno. «La ricerca italiana è di altissimo livello, sia in ambito sperimentale sia in ambito clinico – spiega Rambaldi, che ricopre anche il ruolo di professore ordinario di Ematologia all’Università degli Studi di Milano -. In questi ultimi anni, ad esempio, i progetti speciali di Airc attraverso il 5 per mille hanno permesso di finanziare direttamente la ricerca clinica, sempre integrata in progetti che vedono insieme anche la ricerca di base: una visione che ha dato risultati scientificamente rilevanti».
«La ricerca italiana è di altissimo livello, sia in ambito sperimentale sia in ambito clinico – spiega Rambaldi, che ricopre anche il ruolo di professore ordinario di Ematologia all’Università degli Studi di Milano -. In questi ultimi anni, ad esempio, i progetti speciali di Airc attraverso il 5 per mille hanno permesso di finanziare direttamente la ricerca clinica, sempre integrata in progetti che vedono insieme anche la ricerca di base: una visione che ha dato risultati scientificamente rilevanti»
È così che da decenni Airc forma generazioni di ricercatori italiani, in dialogo con la comunità scientifica internazionale. Come accaduto allo stesso Rambaldi: «Nel 1985 – ricorda – vinsi una borsa di studio Airc per andare ad Harvard, a Boston, dove tornai anche nel 1986 e nel 1987, sempre grazie all’Airc, e questo cambiò la mia vita professionale: da quando sono rientrato in Italia, ho poi sempre beneficiato del supporto della Fondazione».
I progressi nella diagnosi
Ma a che punto è, oggi, la ricerca sul cancro? «In questi anni la prognosi di alcune malattie, e parlo in particolare dei tumori del sangue, delle leucemie e dei linfomi, è cambiata in maniera radicale – osserva Rambaldi -. Qualche volta ottenendo anche la cura definitiva, come in alcuni casi di forme di leucemia acuta linfoblastica Philadelphia positiva, una volta la malattia più aggressiva di questo tipo, che oggi è diventata una patologia curabile in una grandissima percentuale di casi. In questo contesto l’Italia ha svolto un ruolo da protagonista, il finanziamento Airc 5 per mille al professor Robin Foà di Roma ha dato un contributo straordinario. Altre malattie invece non sono ancora definitivamente curate, ma si è raggiunto un progresso enorme nella sopravvivenza globale, negli anni di vita che le persone possono avere, anche con buona qualità di vita».
La sostenibilità economica
Resta però un punto ineludibile: «Il vero problema, il vero tema del progresso della ricerca oncologica, è la sostenibilità economica di tutto ciò. Siamo felici di poter parlare dei progressi, ma le terapie innovative sono molto costose e chiamano la società a prese di coscienza molto importanti per capire la necessità di allocare le risorse». Il lavoro di Fondazione Airc è prezioso anche per questa sensibilizzazione, e dal prof. Rambaldi giunge il «grazie ai tanti volontari che si spendono per raccogliere i fondi, alle tante famiglie che con un sms o carta di credito contribuiscono a sostenere l’Airc». È il gioco di squadra della ricerca sul cancro, che prosegue anche in questi giorni.
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