Tumori della pelle, cure senza il bisturi. Nuove frontiere della Medicina nucleare

IN OSPEDALE A BERGAMO. La direttrice Erba: «Una crema radioattiva per evitare interventi e liberare le sale operatorie». Nuova Pet da 3 milioni di euro, risposta a una richiesta in crescita. Il dg Locati: disponibilità di trattamenti ampliata.

Una nuova Pet/Ct di ultima generazione finanziata grazie a 3 milioni stanziati dalla Regione Lombardia, una capacità diagnostica e terapeutica ampliata, nuove cure per forme tumorali della cute (diverse dai melanomi): la Medicina nucleare dell’Asst Papa Giovanni è già nel futuro. «Attualmente, con la nostra unica Pet/Ct a disposizione, che risponde ai bisogni di tutto il bacino orobico, quindi un milione di abitanti almeno, senza contare anche i pazienti da fuori provincia, effettuiamo circa 20-25 esami al giorno, nel 2024 sono stati più di 5.500 – illustra Paola Anna Erba, direttrice della Medicina nucleare dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo –. La nuova Pet/Ct rappresenta quindi una risposta a una richiesta in crescita, ma anche un’opportunità per offrire nuove opzioni terapeutiche, non solo in campo oncologico. Per i tumori, in particolare quelli neuroendocrini e della prostata, per esempio, sta crescendo l’utilizzo delle terapie con radioligandi, che rilasciano radiazioni nelle cellule neoplastiche, agendo quindi in modo specifico e con estrema precisione. Per una particolare fascia di pazienti, che hanno fallito la chemioterapia o metastatici, si utilizzano radiofarmaci per via endovenosa in ricovero/day hospital: registriamo ottimi risultati nella qualità della vita dei pazienti. Queste nuove frontiere della Medicina nucleare permettono terapie personalizzate, con risparmio di effetti collaterali e costi.

«Così si estenderanno le indagini a più pazienti»

«È un’apparecchiatura nuova che ci consentirà di estendere le indagini a un maggior numero di pazienti e di permettere l’accesso a trattamenti avanzati di Medicina nucleare, la terapia con radioligandi è, infatti, ormai considerata il quarto pilastro della terapia oncologica. Inoltre sarà fondamentale avere due apparecchiature in caso di guasti – commenta Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni –. Ringrazio quindi la Regione per questo investimento, che è al servizio di tutto il sistema e di tutta la rete lombarda dei servizi di Medicina nucleare, una disciplina in enorme evoluzione, che vede all’orizzonte un numero crescente di farmaci e tecnologie». Per esempio, le terapie per i tumori della cute non melanocitici. «Siamo i primi in Lombardia, ed è un’applicazione recentissima che viene dalla Spagna e introdotta in soli altri due centri in Italia: viene applicata una speciale “pasta”(ovvero crema ndr) radioattiva evitando il trattamento chirurgico – rimarca Erba – . La nuova terapia si applica a un preciso target di pazienti, molto dipende dallo spessore del tumore, dalla sede e anche dalla portata dell’eventuale intervento chirurgico che si vuole evitare. La pasta si applica con uno strumento che protegge l’operatore, sul punto da trattare adeguatamente isolato: basta una sola applicazione per 4-6 ore. Ed è chiaro che l’ampliamento di questa nuova terapia può consentire di liberare le sale operatorie per altre necessità. Abbiamo già trattato alcuni pazienti, i risultati sono ottimi, contiamo di allargare l’attività». E, conclude Erba, si tratta di un lavoro d’équipe con i fisici medici, i dermatologi, i chirurghi plastici, i radiologi e gli oncologi: «L’approccio multidisciplinare è per noi imprescindibile».

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