La salute / Hinterland
Lunedì 29 Gennaio 2024
Tecar, laser e ultrasuoni per combattere la pubalgia
FISIATRIA. Ma se la causa è di origine vertebrale o muscolare, si interviene con massaggio terapeutico e fisioterapia. Un problema che si può prevenire.
Si chiama pubalgia. È il dolore nella zona pubica. Può colpire da una o da entrambe le parti e diventare molto fastidioso, fino a rendere difficile la deambulazione. Interessa spesso gli sportivi ma può riguardare chiunque. Le sue cause possono essere diverse e devono essere capite per curarla nel modo migliore. La pubalgia, infatti, non deve essere sottovalutata perché può diventare cronica. Lo spiega il Dott. Pietro Agostini, medico fisiatra che collabora con Politerapica Seriate.
Molte cause
Nella maggior parte dei casi, la pubalgia è dovuta a microtraumi da movimento intenso, ripetuto troppe volte. Da qui la ragione per cui spesso si manifesta negli sportivi (agonisti e dilettanti) ma anche in chi svolge quotidianamente attività che necessitano della ripetizione continua di alcuni medesimi movimenti.
Vi sono poi molte altre possibili cause, aggiunge il dott. Agostini. Tra queste, l’artrosi dell’anca, problemi ai piedi o agli arti inferiori, problemi lombari o del bacino, disfunzioni muscolari e, nelle donne, anche la gravidanza, soprattutto dal sesto mese. Tra le molte cause, ci concentriamo qui su tre di esse (che sono tra le più frequenti), per capire da cosa possono essere a loro volta prodotte, quali siano i loro disturbi, come si riconoscano e come si curino. La prima delle tre è la tendinopatia inserzionale, anche associata a infiammazione dell’inserzione inferiore dei muscoli addominali e che è chiamata anche sindrome addomino/adduttoria. La seconda è la presenza di una punta d’ernia che produce un ingombro del canale inguinale dell’intestino. La terza, infine, è l’infiammazione del nervo ileo-inguinale.
Tendinopatia inserzionale
Questa può essere a sua volta causata da stress da sovraccarico o da uso eccessivo, da microtraumi ripetuti o da precedente distrazione muscolare non correttamente trattata. A questo possono contribuire poi posture scorrette come la posizione inginocchiata prolungata di alcune professioni o l’esecuzione di attività sportiva senza adeguata preparazione, precisa Pietro Agostini. Si manifesta con dolore all’inguine irradiato verso la radice e l’interno di coscia e si diagnostica con visita fisiatrica ed ecografia. Il piano terapeutico comprende terapie fisiche e fisioterapia applicate in combinazione tra loro. Da una parte, cicli di applicazioni di Tecar, Laser e Ultrasuoni e, dall’altra, cicli di massaggio terapeutico profondo e esercizi di allungamento e riequilibrio di arto e bacino.
Punta d’ernia inguinale
Si verifica con un cedimento della parete interna della pelvi che può essere causata da sovraccarico funzionale, iperpressione addominale o da fattori congeniti. Possono contribuire anche il sovrappeso e l’invecchiamento. Si manifesta con dolore inguinale che, nell’uomo, può irradiarsi al testicolo. Anche questa si diagnostica con visita ed ecografia. L’inquadramento corretto deve essere affidato ad una valutazione chirurgica. È il chirurgo che decide come procedere nella terapia di solito, appunto, chirurgica.
Infiammazione del nervo
ileo-inguinale
Può a sua volta essere causata da compressione o intrappolamento del nervo. Procura dolore inguinale, irradiato alla pelvi e al primo tratto interno di coscia. Si diagnostica anche questa con visita specialistica ed ecografia, anche in modalità differenziale rispetto ad altre diagnosi correlate a pubalgia. Si cura con terapie fisiche da applicare alla zona dove è presente il dolore. Parliamo in questi casi di tecar e ultrasuoni. Se la causa è di origine vertebrale o muscolare, si interviene con massaggio terapeutico e fisioterapia.
Possibilità di prevenzione
La pubalgia si può prevenire. O si può evitare che si manifesti nuovamente. Ci vuole qualche attenzione che sappiamo non è sempre facile avere. Gli sportivi, per esempio, dovrebbero fare riscaldamento e allungamento muscolare prima e dopo l’attività sportiva. In realtà dovrebbero farlo anche, idraulici, piastrellisti, muratori per citare alcune delle professioni a rischio. Si risparmierebbero così, oltre alla pubalgia, anche altri frequenti disturbi a carico della schiena, delle anche e pure delle spalle. Poi sarebbe opportuno mantenere un buon equilibrio posturale e muscolare nel corso delle attività quotidiane che interessi in particolare dorso, bacino e arti. Certo qui si va un po’ sul difficile, conclude il dott. Pietro Agostini. Sappiamo quanto la cura della salute non sia cosa così comune. Eppure, prendersi cura della salute prima di perderla, può risparmiare davvero tanti dolori. Anche quelli della pubalgia.
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