
(Foto di Foto di Street Og’ su Unsplash)
BRUXISMO. Ne soffrono milioni di italiani, anche i bambini. Le conseguenze vanno dall’usura dei denti al mal di testa, fino ad arrivare alle apnee notturne.
Dopo una notte di sonno ci si può svegliare con un indolenzimento alle tempie o alla mandibola e ai muscoli masticatori: potrebbe essere bruxismo. Un disturbo che in Italia colpisce milioni di persone, tra cui i bambini. Il bruxismo è un contatto anomalo dei denti, che sfregano con forza (il digrignamento) oppure si stringono causando la contrazione dei muscoli presenti all’angolo della mandibola. Questo comporta non solo l’indolenzimento, ma può causare anche cefalea muscolo-tensiva, in quanto il serramento forte dei denti si accompagna alla contrazione di collo e spalle. Altre conseguenze sono un’anomala usura dei denti e persino scheggiature in quelli naturali o «figli» di lavori odontoiatrici. Ed è proprio l’odontoiatra che spesso si accorge per primo di questo disturbo controllando il cavo orale. «In caso di bruxismo – spiega il dottor Maurizio Maggioni, direttore sanitario della Clinica dentale Pianeta Sorriso – è possibile notare l’usura dei denti, ma anche se c’è un eccessivo sviluppo dei muscoli masticatori. Tra gli altri segnali, anche l’ipercheratinizzazione delle guance».
Gli studi hanno permesso di individuare, come causa scatenante del disturbo, problemi come tensione nervosa, stress, ansia e il senso di competizione nello sport e nella vita. Viene quindi ridimensionata la vecchia ipotesi che il bruxismo fosse legato a un problema di malocclusione o dell’apparato masticatorio. Gravi incongruenze protesiche e/o dentali determinano una instabilità occlusale che con la vita frenetica e lo stress sono quindi tra le cause di questo disturbo, a cui si aggiungono il vizio del fumo o il consumo di alcolici. Tra i giovani, può anche essere una conseguenza dell’uso di alcune droghe sintetiche. Il bruxismo può comunque interessare anche i bambini, sebbene spesso questo faccia parte del normale processo di sviluppo. Non si deve però mai trascurare il quadro generale perché «digrignare i denti – ha precisa il dottor Maggioni – può essere una spia che indica che il bambino è in difficoltà, magari è in una situazione di stress per la scuola».
Neanche per gli adulti è bene trascurare il bruxismo, e non solo perché rovina i denti, comporta indolenzimento o può disturbare il sonno altrui. Questo problema mina anche la propria qualità del sonno, perché non di rado si accompagna a scatti improvvisi delle gambe. Inoltre, «da recenti studi – rileva Maggioni – è emerso che spesso si associa ad apnee notturne».
Meglio quindi seguire uno stile di vita più sano, con ritmi meno stressanti e cercando di evitare l’alcol, il fumo e il caffè soprattutto di sera. L’ideale è poi rivolgersi al proprio medico prima che questo disturbo notturno rovini il proprio sorriso e il sonno e le articolazioni temporo-mandibolari.
Perché il bruxismo non è solo un fastidio, magari per chi dorme accanto. Può avere conseguenze. Un’anomala usura dei denti e la presenza di scheggiature sia della dentatura naturale sia di lavori odontoiatrici come corone, intarsi, faccette e otturazioni. Spesso poi compaiono anche indolenzimento nella zona delle tempie, della mandibola e dei muscoli masticatori che, lavorando in continuazione senza motivo, vanno incontro a contratture che possono provocare cefalea muscolo-tensiva anche perché la contrazione dei denti si accompagna a quella di collo e spalle. E, in effetti, non solo per modo di dire, i denti si stringono quando siamo sottoposti ad uno stress prolungato. È il bruxismo, un disturbo in continuo aumento caratterizzato da iperattività dei muscoli masticatori. «I denti dovrebbero entrare in contatto tra loro solo durante la masticazione dei cibi e, occasionalmente, durante la deglutizione mentre in caso di bruxismo si toccano in modo anomalo attraverso il digrignamento, cioè lo sfregamento forte, oppure attraverso il serramento che provoca la contrazione della mandibola», spiega Maurizio Maggioni, gnatologo dal 1986 e socio dell’Accademia internazionale di Gnatologia U.S.A.
i fattori predisponenti ci sono la tensione nervosa, stress e ansia e, persino, il senso di competizione nello sport. Non solo: digrignare i denti di notte influenza la qualità del sonno perché è spesso associato agli scatti improvvisi delle gamb
La notizia è che gli specialisti sono oggi convinti che non dipenda affatto, come si riteneva, da un problema di malocclusione o comunque dell’apparato masticatorio; ora la ricerca ha chiarito che si tratta di una patologia collegata al sistema nervoso centrale: «Infatti tra i fattori predisponenti ci sono la tensione nervosa, stress e ansia e, persino, il senso di competizione nello sport. Non solo: digrignare i denti di notte influenza la qualità del sonno perché è spesso associato agli scatti improvvisi delle gambe». A favorirne la diffusione sono anche i ritmi di vita sempre più stressanti e alcuni comportamenti a rischio, quali il fumo o il consumo di alcolici. Tra i giovani, inoltre, può manifestarsi come effetto secondario di alcune droghe sintetiche, come l’ecstasy.
Il disturbo si presenta sempre più spesso anche nei bambini sin dall’eruzione dei primi denti: «Nei piccoli rispecchia molte volte un normale processo di sviluppo del sistema nervoso centrale per cui si può considerare fisiologico almeno fino ai 12 anni», chiarisce Maggioni. Attenzione, però, perché può essere il segnale di uno stato di disagio psicologico magari legato alle ansie scolastiche o sportive. Inoltre, recenti studi hanno appurato che si associa spesso anche alla presenza di apnee notturne per cui, oltre che andare dall’odontoiatra, gli esperti consigliano di fare anche una visita dall’otorino-laringoiatra.
Per una diagnosi accurata, a volte si ricorre anche alla polisonnografia, un esame che serve a valutare l’aspetto del sonno in generale ma può essere utile anche per intercettare le attivazioni muscolari della mandibola mettendo degli elettrodi anche a livello dei muscoli masticatori
Ad accorgersi del disturbo, infatti, può essere in primo luogo l’odontoiatra che, controllando la bocca, si accorge dell’usura dei denti e può osservare se si gonfiano i muscoli della mandibola o se c’è un iper-sviluppo dei muscoli masticatori. «Inoltre – aggiunge lo specialista – ci possono essere dei segni in bocca, come la linea alba, cioè una ipercheratinizzazione delle guance oppure ancora la forma dell’arcata “stampata” sulla lingua dovuta proprio al digrignamento dei denti». Gli altri principali segnali spia sono la sensazione di tensione mandibolare al risveglio o di dolore dentale e la ricorrenza di cefalee muscolo-tensive. Per una diagnosi accurata, a volte si ricorre anche alla polisonnografia, un esame che serve a valutare l’aspetto del sonno in generale ma può essere utile anche per intercettare le attivazioni muscolari della mandibola mettendo degli elettrodi anche a livello dei muscoli masticatori.
I consigli per evitare questi effetti sono molto generici: meno alcol, fumo e caffè, soprattutto la sera, ritmi più rilassati e una buona qualità del sonno sono tutti fattori che aiutano ad allentare la tensione sui muscoli masticatori e il loro sovraffaticamento. Ma se gli adulti sono rassegnati a ritmi frenetici e ansie da vita quotidiana, gli esperti ammoniscono a preservare i bambini. E trovare il modo di allentare le loro. Inoltre le visite periodiche dal dentista sono obbligatorie per mantenere la salute sia dei tessuti di sostegno, osso e gengiva, che dei denti stessi. Si devono compensare le mancanze dei denti persi per ristabilire la giusta occlusione ed il suo bilanciamento. Le protesi incongrue devono essere rifatte e le articolazioni tempro mandibolari vanno sempre tenute sotto controllo e rispettate.
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