Salute al maschile, la prima visita
attorno ai 14 anni

L’INTERVISTA. Se parliamo di salute riproduttiva maschile, si dice ancora che l’uomo tenda a farsi visitare raramente per un retaggio culturale che lo vorrebbe sempre in forma. Il problema vero è che, a differenza delle donne, per la salute riproduttiva maschile non esistono campanelli d’allarme che suggeriscano di sottoporsi a un controllo fin da giovanissimi.

Cosa che, invece, sarebbe importante. Ne parliamo con Walter Vena, endocrinologo di Humanitas Gavazzeni e di Humanitas Medical Care di Bergamo. «Per quanto riguarda la vita riproduttiva femminile, intorno ai 10/12 anni, fisiologicamente, c’è il segnale dell’avvio rappresentato dalla prima mestruazione, mentre per l’uomo non esiste un segnale simile – sottolinea il dottor Vena -. Questo fa sì che spesso noi endocrinologi ci troviamo ad affrontare problematiche insorte prima dell’età puberale o durante quell’età, che si protraggono per 5, 10 o 15 anni prima di essere individuate».

Quali sono le patologie andrologiche più diffuse?

«La principale patologia ormonale maschile è l’ipogonadismo che, per un danno all’ipofisi o a livello testicolare, crea una disfunzione da parte dei testicoli (le gonadi maschili), che vedono diminuire la loro capacità di sintetizzare testosterone e produrre spermatozoi con chiari effetti sulla salute riproduttiva».

Perché si va dall’andrologo?

«Il sintomo più evidente è la disfunzione erettile, la più comune disfunzione sessuale: l’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione soddisfacente nel corso di un rapporto sessuale; può dipendere anche dalla presenza di una patologia di tipo cardiovascolare. Ci sono studi che dimostrano come la disfunzione erettile preceda di 3-5 anni la patologia coronarica. Questa disfunzione può anche avere origini di tipo psicologico che riguardano il singolo individuo, la coppia o il partner».

Quando è bene fare una visita andrologica?

«Non esistono vere e proprie linee guida ufficiali, ci si potrebbe però sottoporre a una prima visita andrologica all’inizio della pubertà, attorno ai 13-14 anni, quando si registra un primo aumento del volume testicolare che testimonia un avvio corretto del processo fisiologico. Un’altra visita può essere consigliata attorno ai 17-18 anni, per verificare il raggiungimento di tutte le caratteristiche secondarie e sessuali. Poi la visita andrologica è consigliata quando insorgono segni o sintomi che possano essere associati a disagi/disturbi legati all’attività sessuale».

«Ci si potrebbe però sottoporre a una prima visita andrologica all’inizio della pubertà, attorno ai 13-14 anni, quando si registra un primo aumento del volume testicolare che testimonia un avvio corretto del processo fisiologico. Un’altra visita può essere consigliata attorno ai 17-18 anni, per verificare il raggiungimento di tutte le caratteristiche secondarie e sessuali»

L’infertilità maschile è ancora un tabù?

«Sì, anche se le cose stanno migliorando. Se guardiamo i dati, oggi circa un terzo delle coppie che ricerca concepimento ha difficoltà nel raggiungerlo e ricorre all’assistenza medica. Di questi, il 50% riconoscono una causa maschile e il 50% una causa femminile contrariamente a retaggi culturali per cui l’infertilità era una causa di origine femminile. Purtroppo noi uomini non conosciamo il nostro stato di salute generale e tanto più quello riproduttivo perché non c’è l’abitudine di frequentare uno specialista in giovane età. Emerge sempre più, soprattutto tra i giovani, come un buono stile di vita, abitudini sane e l’eliminazione di fumo e alcol siano collegati a un miglioramento della qualità della vita e della qualità della vita riproduttiva, a un adeguato funzionamento non solo della gonade ma dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonade responsabile del funzionamento riproduttivo».

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