Protesi d’anca e ginocchio: prima della sala operatoria, i pazienti «vanno a Scuola»

Salute. In Humanitas Gavazzeni i pazienti che devono sottoporsi a un intervento di protesi d’anca e ginocchio e i loro caregiver incontrano chirurgo, fisioterapista e infermiere specializzato nel dolore per capire a tutto tondo le diverse fasi del percorso di cura.

Prima di entrare in sala operatoria, i pazienti «vanno a Scuola». Accade in Humanitas Gavazzeni a Bergamo, dove l’équipe di Chirurgia di anca e ginocchio diretta dal dottor Augusto Palermo ha ideato un percorso di ascolto e formazione per le persone che devono affrontare un intervento di protesi e per i loro familiari o caregiver.

Obiettivo: spiegare le diverse fasi del percorso di cura, dall’intervento chirurgico fino al post operatorio e la riabilitazione, attraverso una comunicazione personalizzata preparando così il paziente ad essere davvero parte del percorso di cura, responsabilizzandolo e attenuandone le paure grazie al confronto con il team multidisciplinare presente all’incontro. Chirurgo, fisioterapista e infermiere specializzato nel dolore, così da illustrare a tutto tondo le diverse fasi di cura di un intervento di protesi d’anca o ginocchio.

«La “Scuola pazienti” consiste in un momento formativo e informativo corale che organizziamo due volte alla settimana in ospedale, a cui partecipano i pazienti che hanno concluso il pre-ricovero e i loro parenti o caregiver - spiega il dottor Palermo –. Durante l’ora che passiamo insieme ascoltiamo le domande e spieghiamo come si svolgerà l’intervento chirurgico aiutandoci anche con modellini ossei, come verrà gestito il dolore dopo l’intervento, cosa si potrà fare e cosa no una volta tornati a casa e in che cosa consisterà la riabilitazione. Abbiamo iniziato a fine settembre e i riscontri sono stati estremamente positivi: ci siamo resi conto come questo approccio riesca a dare un contributo reale alla guarigione, come già ampiamente riportato nella letteratura scientifica».

Le domande più comuni poste dai pazienti e dai caregiver riguardano l’intensità del dolore che potranno provare e come verrà gestito, quando sarà possibile ritornare ad avere autonomia nei movimenti e come comportarsi nelle attività quotidiane. «La “Scuola Pazienti” è stata utile perché mi ha portato molta serenità nell’affrontare l’operazione rispondendo, in particolare, alle domande in merito al dolore che avrei provato. Mi hanno insegnato a gestirlo così come mi hanno spiegato l’operazione e il dopo: come rimettersi in piedi e tornare a camminare. Dall’incontro sono uscita più tranquilla e anche adesso sto affrontano la fisioterapia più sicura e convinta», racconta Giovanna, paziente di 72 anni dell’Unità di Chirurgia protesica d’anca e ginocchio di Humanitas Gavazzeni.

Un lavoro in team che coinvolge il paziente

«Avere un momento prima dell’intervento per comunicare e spiegare come avverrà la riabilitazione ed ascoltare le domande e i dubbi è fondamentale – commenta Ines Gavazzi, coordinatore tecnico del servizio di riabilitazione in Humanitas Gavazzeni e Castelli – Più un paziente è consapevole di ciò che dovrà fare dopo l’intervento, sia a livello di esercizi e di uso delle stampelle che di tempistica per quanto riguarda il recupero completo, più sarà partecipe e volenteroso nell’affrontare il processo di guarigione. È molto importante che comprenda sin da subito l’utilità della fisioterapia per ritornare a muoversi in autonomia e trovare risposta alle paure che possono esserci soprattutto in merito al dolore».

«Il dolore fa paura: è ciò che spesso rende restio un paziente a sottoporsi ad un intervento chirurgico – spiega Sara Villa, infermiera referente nella gestione del dolore di Humanitas Gavazzeni –. Per questo è importante spiegare prima dell’operazione che tipo di dolore verrà provato, anche attraverso una scala di dolore, e che è normale sentirlo: ma che verrà gestito. Il paziente non sarà solo, il dolore verrà controllato e non mancheranno mai l’aiuto terapeutico e umano. È numerosa la letteratura scientifica che attesta come un paziente, se consapevole di ciò che proverà grazie alla comunicazione tra lui e i sanitari, affronti meglio l’intervento e la “Scuola Pazienti” ne è un’ulteriore prova».

Il protocollo Fast Track nella chirurgia protesica d’anca e ginocchio

Non solo “Scuola Pazienti”. Affinché il paziente sia al centro a tutto tondo, è necessario personalizzare il più possibile la cura attraverso un intervento chirurgico il più possibile mininvasivo. La tecnica della Fast Track Surgery portata avanti dall’Unità di Chirurgia protesica d’anca e ginocchio di Humanitas Gavazzeni è su questa strada.

«La Fast Track Surgery è la chirurgia definita “dal percorso breve”, che produce migliori risultati e un più veloce recupero fisico e psicologico – spiega il dottor Augusto Palermo –. Humanitas Gavazzeni è uno dei centri di studio per le suture avanzate con colla cutanea dopo un intervento di protesica d’anca e ginocchio: una tecnica che permette di chiudere la cute senza punti, ma con un cerotto. Anche questo è uno strumento per mettere al centro il paziente e i suoi bisogni perché lavoriamo per diminuire il dolore e rendere la fisioterapia immediata. E, per far sì che tutto questo venga compreso e ci si senta accompagnati nella cura, non si può prescindere da un confronto fatto di domande e risposte rappresentato dalla “Scuola Pazienti”».

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