Prevenire i tumori alla cervice uterina si può

GINECOLOGIA. L’HPV può rimanere latente anche diversi anni. Screening e vaccinazioni sono fondamentali.

Gennaio è il mese della sensibilizzazione dei tumori alla cervice uterina. Queste patologie tumorali che colpiscono il collo dell’utero sono nemici silenti che rappresentano la quinta tipologia di cancro femminile e colpiscono in prevalenza donne sotto i 50 anni d’età, con un’incidenza pari all’1,3% dei tumori rosa complessivamente diagnosticati.

Secondo i dati più recenti ogni anno in Italia vengono diagnosticati 2500 casi. Per tale motivo, già da più di 50 anni in ambito medico-scientifico sono state impiegate diverse procedure diagnostiche atte a identificare precocemente la malattia, in modo da poter comportare una migliore assistenza alla paziente e conseguentemente una riduzione della neoplasia sia in termini di incidenza di malattia sia in termini di mortalità.

Un’infezione molto diffusa

«L’infezione da HPV - dice Laura Imbruglia, ginecologa presso l’Asst Bergamo Est - è purtroppo, un’infezione piuttosto comune che interessa il 75% della popolazione ma, nonostante abbia una così elevata diffusione, per fortuna l’effetto cancerogeno determinato dal virus si realizza solo su una piccola quota delle donne. Avere infatti l’infezione non significa avere un tumore, ma significa solo essere portatori di un eventuale fattore di rischio per patologia. Tutto ciò, ha spinto le aziende scientifiche a sviluppare un test specifico atto a identificare quel gruppo di donne che sono portatrici del virus e che potrebbero, ma non è detto che succeda, andare incontro allo sviluppo di lesioni pretumorali o tumorali della cervice uterina».

Ed è per tale motivo che nasce il test per la ricerca dell’HPV, che quindi, assume un ruolo chiave nella prevenzione dei tumori della cervice uterina, diventando così il «test primario» (ovvero il primo test di valutazione) rispetto al più anziano ma sempre utile pap test, nella diagnosi precoce dei tumori della «portio» (un altro modo per definire il collo dell’utero o la cervice).

Regione Lombardia - già dalla fine del dicembre del 2022 - ha pertanto deciso di implementare il sistema di screening per il cancro cervicale attraverso l’introduzione del test HPV come test primario, ovvero come primo test di screening. Conseguentemente, ogni Ats - Agenzia di tutela della salute ha adeguato le proprie strutture presenti sul territorio regionale per una migliore accoglienza e assistenza delle donne, di età compresa tra i 25 e i 65 anni.

I test per età

Nello specifico, ogni donna veniva e viene tuttora contattata per il mezzo di una lettera attraverso la quale si invita la paziente a recarsi presso la propria asl di competenza per l’esecuzione del test di screening. In particolare, in base ai protocolli vigenti, l’esame viene praticato come segue:

- Donne tra i 30 e i 65 anni vengono sottoposte a test HPV come test primario;
- Donne tra i 25 e i 30 non sottoposte a vaccinazione HPV a 11-12 anni, invece vengono sottoposte a pap test fino a 30 e poi ad HPV test dopo i 30 anni di età;
- Donne sottoposte a vaccinazione HPV a 11-12 anni vengono sottoposte a test HPV a partire dai 30 anni fino ai 65 anni di età;

Se si risulta «positivi»

Nel caso in cui il test HPV eseguito, risulti essere positivo, ovvero si è dimostrata la presenza del virus, dal campione precedentemente prelevato per l’identificazione del DNA/RNA virale, l’anatomia patologia della struttura Hub (nella nostra provincia l’Ospedale Papa Giovanni XXIII) esegue la lettura delle cellule della cervice uterina (ovvero il pap test) per identificarne eventuali anomalie e, nel caso in cui le cellule analizzate siano risultate normali, la paziente verrà rivalutata a 12 mesi con un nuovo HPV test; se invece le cellule analizzate presentano anormalità, la paziente verrà inviata presso la struttura ospedaliera di riferimento, per essere sottoposta ad un accertamento di II livello, quale la colposcopia. Dal 2022 a oggi, presso l’Asst Bergamo Est sono stati eseguiti ben 37982 esami di I livello. I Sistemi di screening come l’HPV test nascono con lo scopo di salvaguardare la salute della donna, poiché sono sistemi che ci permettono di anticipare e migliorare le cure garantendo alla paziente un livello superiore di salute.

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