La salute
Sabato 30 Settembre 2023
Possibili complicanze se la cataratta è in stato «avanzato»
OCCHI. Con l’avanzare dell’età, ciascuno di noi va incontro ad un aumentato rischio di contrarre patologie. E questo accade anche per il nostro apparato visivo. Quali sono le patologie più frequenti che riguardano la terza età e cosa si può fare per prevenirle il più possibile?
La cataratta è sicuramente una delle malattie che colpisce di più. Con questo termine si intende l’opacamento di una lente che abbiamo all’interno del nostro occhio (il cristallino), lente che è necessaria per garantire una vista corretta e definita. In Italia vengono eseguiti circa 60.000 interventi di estrazione della cataratta ogni anno. È forse l’intervento più praticato al mondo. Il recupero visivo dopo l’intervento di estrazione della cataratta è quasi sempre immediato e dà grande soddisfazione al paziente. «Quasi» perché si possono verificare rare complicanze, come in qualsiasi operazione chirurgica. La percentuale di tali complicanze, spesso risolvibili, è anche determinata del grado evolutivo della malattia: cataratte avanzate e trascurate hanno maggiori difficoltà nella loro risoluzione e qui rientra l’importante tema della prevenzione. Una corretta prevenzione, attraverso visite oculistiche periodiche, permette al medico di fare diagnosi precoce e di intervenire in tempo quando si trova un cristallino ancora non troppo alterato. La cataratta, il più delle volte, ha una progressione lenta ed il paziente può rendersi conto del calo visivo troppo tardi, quando l’evoluzione della malattia è ormai marcata. Spesso il timore per l’operazione porta il paziente a ritardare la visita e l’intervento, ma questo ovviamente complica ulteriormente l’iter di cura. Infatti, il paziente che ritarda l’operazione si trova a doverla affrontare comunque, ma con maggiori rischi dovuti al grado di alterazione del cristallino.
Un’altra patologia correlata all’avanzamento dell’età è la Degenerazione Maculare Senile. Questa malattia ha una prevalenza attorno al 10% nella fascia di età compresa tra i 65/74 anni ma aumenta fino al 27% al di sopra dei 75 anni. La degenerazione maculare coinvolge, appunto, la macula, quella parte della retina che permette di leggere, di riconoscere i volti, di guidare, di guardare la TV e così via. Le due forme più rappresentate sono la degenerazione maculare senile secca e quella umida. La prima ha un’evoluzione più lenta, la seconda invece è decisamente più aggressiva. Nella forma umida la prevenzione ha un ruolo molto importante: la diagnosi tempestiva permette di arginare l’evoluzione della malattia con iniezioni intraoculari ripetute a scadenze prefissate (in Italia si eseguono circa 300.000 iniezioni ogni anno). Più la diagnosi è precoce, maggiori sono le possibilità di ottenere risultati importati che vanno a fermare l’evoluzione della malattia. Anche in questo caso, spesso, il paziente non ha percezione della malattia se non quando è a stadi molto avanzati. Ecco che visite periodiche permettono diagnosi più precoci e consentono al medico di poter istruire il paziente sui sintomi a cui deve prestare attenzione per riconoscere lui stesso anche piccoli peggioramenti.
Infine, non si può non parlare del glaucoma cronico, il così detto «ladro silenzioso». Una malattia molto diffusa: si stima, infatti, che nel mondo siano 65 milioni le persone affette da Glaucoma e 800.000 in Italia. La patologia consiste in un aumento della pressione all’interno dell’occhio che causa una graduale perdita delle fibre nervose del nervo ottico, che ha la funzione di portare le immagini dall’occhio al nostro cervello, così da poterci garantire la visione della realtà. Solitamente la patologia insorge dai 40 anni in su, con le dovute eccezioni. Nel Glaucoma Cronico, la lesione graduale del nervo ottico fa sì che il paziente perda molto lentamente la capacità visiva e quindi si rende conto di tale perdita solo quando il glaucoma è in stadio molto avanzato. Anche in questo caso è la gradualità dell’avanzare della patologia che ne rappresenta il maggior pericolo. La cura della malattia inizialmente è di natura medica, tramite la somministrazione giornaliera di colliri e, solo nei casi in cui non si ha una risposta corretta alla terapia medica, si procede con la terapia chirurgia.
Un buon reparto di oculista oggi, per poter eseguire diagnosi precise in tempi precoci e dare possibilità di visite di controllo e di un approccio terapeutico mirato, ha bisogno di dotarsi di apparecchiature specifiche e quanto più aggiornate. Alla Clinica San Francesco abbiamo appena inaugurato i nuovi ambulatori di oculistica, dotati di apparecchiature complete e aggiornate, ormai imprescindibili se si vuole avere un approccio alla cura del paziente il più completo, coretto ed efficace possibile. A dimostrazione della volontà della Clinica di offrire la più ampia possibilità di cure, a breve verrà inaugurato un ambulatorio dedicato alla diagnosi del cheratocono.
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