Più luce naturale c’è, meglio «lavora» l’occhio. E la miopia cala

OCULISTICA. È la più diffusa tra le patologie dell’occhio e in Europa ne è colpito quasi un cittadino su tre.

Di miopia si parla spesso, del resto è la più diffusa tra le patologie dell’occhio e i dati rivelano che in Europa ne è colpito quasi un cittadino su tre. Sappiamo che la persona miope vede poco «da lontano» cioè fatica a mettere a fuoco gli oggetti che sono a una certa distanza, ma non sempre ne conosciamo le cause.

«Il tutto dipende da un difetto di refrazione – sottolinea il dottor Davide Allegrini, responsabile del Servizio di Maculopatia del Centro Oculistico di Humanitas Castelli diretto dal prof. Mario Romano – dovuto al fatto che i raggi luminosi che provengono dagli oggetti lontani cadono su un piano che è posto davanti alla retina, il nostro sensore naturale che converte il segnale luminoso in un segnale elettrico, e non le permettono di trasmettere al cervello un’immagine nitida. Un’anomalia che può dipendere da vari fattori, tra cui in primo luogo un bulbo oculare più lungo del normale».

Una condizione che dipende da diversi elementi, alcuni non modificabili, ma altri su cui è possibile intervenire, come spiega il dottor Allegrini: «I fattori di rischio non modificabili sono l’etnia, l’età di insorgenza e la presenza di genitori miopi. Fattori che invece possono essere modificati sono il tempo trascorso in ambienti esterni, e quindi più luminosi, una prolungata visione da vicino, per esempio dovuta allo studio o alla lettura, oppure la presenza di disturbi visivi che possono influire sull’insorgenza, appunto, della miopia, come ad esempio lo strabismo».

Lo stare all’aperto aiuta a «contenere» la miopia, come certificato da ricerche svolte su popolazioni particolarmente numerose

Lo stare all’aperto dunque, soprattutto per quanto riguarda le persone in tenera età, aiuta a “contenere” la miopia, come certificato da ricerche svolte su popolazioni particolarmente numerose. «Sono molto interessanti alcuni recenti studi svolti in Cina, che rivelano che in quel Paese oggi ci sono molto più cittadini miopi rispetto al passato. Questo è dovuto, si è concluso, al cambiamento di abitudini degli ultimi decenni, per cui le persone oggi vivono molto meno all’aperto. Del resto è risaputo, anche dalle nostre parti, che nei mesi più caldi e luminosi l’incidenza della miopia è inferiore, perché la presenza di luce determina messa a fuoco e qualità visiva migliori, e contribuisce a rallentare la progressione della miopia».

Per contrastare con efficacia questo disturbo, è importante sottoporre i bambini a visite oculistiche precoci: «Una prima visita dovrebbe essere eseguita già attorno ai 3 anni – conclude il dottor Allegrini –: nel caso in cui si riscontrino problemi alla vista si predispone un percorso volto a correggere il difetto, se invece non sono registrate problematiche si procederà con un’ulteriore visita prima dell’inizio della scuola, attorno ai 5-6 anni. Il tutto tenendo presente che negli ultimi anni sono divenute disponibili diverse opzioni per ridurre la progressione miopica e l’allungamento del bulbo oculare in età pediatrica e nel periodo dell’adolescenza».

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