Per le malattie del pancreas, Bergamo hub di riferimento

ASST PAPA GIOVANNI XXIII. La nuova «Unit» è in grado di offrire al paziente un percorso multidisciplinare completo e appropriato per le diverse patologie.

C’è anche l’Asst «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo tra gli undici centri Hub identificati da Regione Lombardia per la diagnosi e la cura delle patologie del pancreas. La nuova «Pancreas Unit» ha avviato l’attività ad aprile per offrire al paziente un percorso multidisciplinare completo e appropriato.

Come funziona

La «Pancreas Unit» unisce le competenze cliniche di molte équipe ospedaliere. Il paziente con un sospetto tumore del pancreas o della regione periampollare può accedere all’ambulatorio di Chirurgia 3, Oncologia o Gastroenterologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII con impegnativa del medico di base o di altro specialista. A seguito della prima visita il paziente viene affidato al case manager, un infermiere che rappresenta un punto di riferimento per la persona e che si occuperà del coordinamento del percorso e di fissare le visite e gli esami necessari.

La conclusione diagnostica, avanzata dai gastroenterologi-endoscopisti, radiologi e anatomo-patologi, e la proposta terapeutica sono poi condivise in riunione multidisciplinare con chirurghi, oncologi, radioterapisti e infermiere case manager.

La Chirurgia 3 dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha sviluppato negli anni valide competenze nell’asportazione di tumori pancreatici, anche nei casi che presentano infiltrazione vascolare che richiede resezione e ricostruzione di vasi sanguigni. L’esperienza chirurgica deriva da decenni di attività trapiantologica addominale. Al «Papa Giovanni XXIII» vengono eseguiti interventi di duodenocefalopancreasectomia, pancreasectomia distale e totale, enucleazione di noduli pancreatici, derivazione palliativa. Gli interventi sono condotti con tecnica laparotomica, laparoscopica e, a breve, robotica. Un trattamento personalizzato, associato all’ottimizzazione delle condizioni cliniche permette di non escludere a priori dalla chirurgia pazienti anziani e con patologie associate. Eventuali complicanze postoperatorie sono gestite in costante collaborazione con l’endoscopia, la radiologia interventistica e con tutte le competenze presenti in ospedale.

Dopo l’intervento

Il paziente dimesso a domicilio dopo l’intervento chirurgico viene affidato al case manager «follow-up», che lo accompagna nella valutazione dei bisogni, nel monitoraggio clinico e nella programmazione delle visite specialistiche. L’obiettivo è di ricondurre il paziente operato a una buona qualità di vita e a condizioni cliniche adeguate in previsione di eventuali cure oncologiche.

Il riconoscimento da parte di Regione Lombardia del Papa Giovanni XXIII come centro «hub» dotato di una nuova Pancreas Unit è il frutto di un’analisi dettagliata dei dati di attività clinica degli ultimi tre anni. Le procedure più complesse, come la chirurgia, sono state concentrate esclusivamente nei centri «hub» certificati. Tra questi l’Ospedale di Bergamo, che ha fatto registrare un’elevata percentuale di interventi ad alta complessità (61%), una bassa percentuale di interventi palliativi (2%), una mortalità postoperatoria a 90 giorni del 5% (numero inferiore al valore soglia richiesto). I dati fanno emergere l’adeguatezza nell’indicazione della necessità di effettuare l’intervento, un’avanzata tecnica chirurgica e un’appropriata capacità di gestire la fase postoperatoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA