Per i dializzati le vacanze non devono essere un sogno

IL RUOLO DELL’INFERMIERE . Ben relazionandosi con il paziente, i «care-giver» e i familiari, insegna come diventare protagonisti attivi del percorso di cura.

La dialisi per i pazienti con I.R.C. (Insufficienza renale cronica) è una terapia salvavita, che sostituisce la funzionalità renale, quando i reni non sono più in grado di lavorare normalmente. Tale condizione costringe queste persone a sottoporsi a dialisi da due a tre volte la settimana. È un iter di cura che non si conclude nell’arco di qualche mese e neppure di qualche anno; diventa un percorso cronico e con il tempo, recarsi in dialisi è come entrare a far parte di una seconda famiglia. Questo contesto complesso, richiede all’infermiere una grande capacità di relazionarsi in modo empatico.

Con questa tipologia di persone, oltre che una relazione di mera cura multidisciplinare, si instaura anche una relazione di aiuto fatta di comunicazione, ascolto ed educazione per garantire il benessere psico-fisico a tutti coloro che necessitano di trattamento dialitico. L’infermiere, relazionandosi con il paziente, con i familiari e care-giver, insegna come affrontare e diventare protagonista attivo del proprio percorso di cura. Vengono affrontati, analizzati tutti gli aspetti legati all’alimentazione che, purtroppo, pone alcune limitazioni (utilizzo di poco sale, alimentarsi solo con alcuni tipi di frutta e verdura, bilanciare gli introiti di acqua e liquidi in generale, devono essere anch’essi limitati). Si educa inoltre l’assistito ad avere cura dell’accesso vascolare utilizzato per la dialisi: fistola o catetere venoso, mediante il quale si effettua il trattamento.

A fronte di tutto ciò, che può sembrare spaventoso, la persona dializzata viene incoraggiata anche a mantenere e svolgere tutte quelle attività che già faceva prima e che sono fonte di benessere, stabilità fisica ed emotiva sia nel proprio nucleo famigliare che in generale, dell’immagine di sé nella propria comunità. Un esempio di attività possono essere il lavoro, gli hobbies e, perché no, le vacanze. Sì, proprio le vacanze, perché anche la persona dializzata può andare e va in vacanza, basta solo avere una maggiore accortezza rispetto a chi non si trovi nelle sue condizioni. Le vacanze per queste persone non devono essere una «chimera», quindi sia che si voglia fare tappa in Italia nelle città d’arte per visitare musei e monumenti, che trascorrere un periodo di libertà e spensieratezza con i propri cari al mare o in montagna o prenotare un volo per recarsi all’estero la vacanza, è attualmente un progetto tranquillamente realizzabile.

Rivolgendosi al proprio centro di dialisi, il personale infermieristico può consigliare le modalità di organizzazione di queste attività. Possono inoltre essere fornite brochure con informazioni sulle diverse località di vacanza che abbiano centri di dialisi e che accolgano queste persone, soddisfando tutte le loro esigenze, sia cliniche che di divertimento.

Quando l’assistito comunica la propria destinazione al centro di dialisi, il personale infermieristico prende contatti con il centro di vacanza e si attiva un canale di comunicazione per avere una disponibilità per il trattamento sanitario durante tutta la vacanza. I contatti fra il centro di dialisi abituale della persona ed il centro di destinazione momentaneo sono un ponte di congiunzione, una rete sanitaria che deve permettere alla persona in trattamento di compiere una vita la più normale possibile, senza precludergli momenti di svago e di evasione dalla routine quotidiana. A questo punto, non rimane altro che augurare al paziente: buon viaggio e buona vacanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA