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La salute / Bergamo Città
Venerdì 28 Febbraio 2025
Parkinson e Alzheimer, dalla diagnosi al trattamento
Ospedale «Papa Giovanni XXIII. La Neurologia dell’ospedale è in prima linea nella diagnosi e nella cura di queste malattie.
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Le malattie neurodegenerative rappresentano una delle principali sfide della medicina moderna. La malattia di Parkinson e l’Alzheimer, le più diffuse, fanno registrare un numero di casi in costante crescita. L’invecchiamento della popolazione, l’inquinamento ambientale e gli stili di vita sono tra i fattori che più contribuiscono a questa tendenza. La Neurologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII diretta da Dario Alimonti è in prima linea nella diagnosi e nel trattamento di queste patologie, assicurando gli standard adeguati nell’applicazione delle linee guida internazionali.
Diagnosi precoce, arma fondamentale
L’individuazione tempestiva di Parkinson e Alzheimer è essenziale per avviare percorsi terapeutici mirati. Lo strumento diagnostico di punta all’ospedale Papa Giovanni è la risonanza magnetica 3 Tesla in dotazione alla Neuroradiologia, diretta da Simonetta Gerevini, che permette di evidenziare alterazioni nella sostanza nigra del cervello, una caratteristica distintiva del Parkinson, non rilevabile con strumentazioni standard. L’ospedale può contare su indagini che si svolgono in Medicina Nucleare, guidata da Paola Anna Erba, che hanno la capacità di identificare dei marcatori molto precoci sia per la malattia di Parkinson, sia nella malattia di Alzheimer. Queste tecniche servono, oltre che per una diagnosi precoce, anche per selezionare il trattamento più adeguato a ciascun paziente. La Neurologia, in collaborazione con il Direttore del Laboratorio di Patologia clinica Maria Grazia Alessio e con la dottoressa Laura Michetti responsabile della sezione di Chimica Clinica del Laboratorio, intende avviare uno studio, ora in fase di validazione, sui biomarcatori ematici. «Puntiamo ad intercettare i primi segnali dell’Alzheimer nelle persone con Mild Cognitive Impairment (MCI) – ha spiegato Alimonti -. È un disturbo minore diagnosticato a persone che fanno registrare deficit neurocognitivi superiori alla media, ma che non si traduce in un impatto significativo sulla vita di tutti i giorni».
Trattamenti innovativi
Per l’Alzheimer, la diagnosi precoce è cruciale per avviare terapie che rallentino la progressione della malattia. «Tra le novità più significative c’è una certa aspettativa, per l’approvazione anche in Italia di lecanemab, una nuova terapia specifica che rallenta la progressione dell’Alzheimer precoce, ma efficace solo per una certa categoria di pazienti», ha detto Alimonti. Per la cura del Parkinson, l’Asst Papa Giovanni XXIII fa ricorso a vari tipi di terapie infusive per i casi più complessi. È inoltre in fase di rilancio la Deep Brain Stimulation (DBS), un trattamento avanzato che può migliorare significativamente la qualità della vita per alcuni pazienti selezionati, riducendo i sintomi motori della malattia. A Bergamo, il primo impianto è stato eseguito nel 2002 agli allora Ospedali Riuniti, segnando l’inizio di un percorso all’avanguardia in questo campo che è proseguito negli anni. L’ospedale bergamasco è stato tra i primi in Italia a introdurre impianti ricaricabili e dispositivi in grado di registrare l’attività nervosa cerebrale (LPS - Local Field Potentials).
Un network per la continuità assistenziale
Oltre ai trattamenti ospedalieri, l’Asst opera in stretta sinergia con le strutture residenziali della provincia, garantendo una presa in carico completa dei pazienti. Rilevante è il supporto che le associazioni presenti sul territorio garantiscono, rappresentando un costante stimolo per definire un’offerta sociosanitaria sempre allineata ai bisogni dei pazienti e dei loro caregivers. «Nel territorio siamo parte di una rete per la cura delle malattie di Alzheimer e di Parkinson – spiega Alimonti – e stiamo introducendo due case manager dedicati, grazie a finanziamenti specifici. Il loro ruolo sarà quello di facilitare il coordinamento tra specialisti ospedalieri, medici di medicina generale e Case di Comunità, migliorando il percorso di cura per i pazienti, in un’ottica di continuità tra Ospedale e territorio».
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