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(Foto di Sharon Waldron su Unsplash)
L’ESPERTO. «Oggi possiamo dire con certezza che, grazie alle tecnologie e alle soluzioni terapeutiche a disposizione, è difficile rimanere sordi».
C’è una metafora che racchiude il valore della prevenzione: «È l’uovo di Colombo per trattare in maniera precoce le patologie e ottenere guarigioni». Vale anche per l’orecchio e per il distretto testa-collo, l’ampio campo di cui si occupa l’otorinolaringoiatria. «Da alcuni anni – premette Giovanni Danesi, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e della Struttura complessa di Otorinolaringoiatria dell’Asst Papa Giovanni di Bergamo – è stata lanciata la Giornata mondiale dell’udito, con un decalogo molto semplice per la buona salute. Al centro c’è soprattutto un concetto: appena una persona ha il dubbio di avere un calo uditivo, con grande semplicità e rapidità può chiedere al proprio medico di medicina generale di sottoporsi a un esame audiometrico. Per chi è già affetto da problemi di sordità, è consigliabile una volta all’anno un controllo uditivo».
«Le patologie sono numerose, a partire dall’orecchio e dalla sordità. Le patologie della testa e del massiccio-facciale hanno subìto una enorme rivoluzione nell’efficacia del trattamento e nella brevità della degenza e dell’ospedalizzazione, grazie a tecniche mininvasive ed endoscopiche sempre più diffuse. C’è poi il capitolo delle malattie del collo, che assumono un notevole risalto in campo oncologico, sia che riguardino la laringe sia relative alla tiroide».
«Sì. Da un lato vi è una maggiore sensibilità delle persone nel farsi visitare al sospetto di una patologia, dall’altro lato vi è un effettivo aumento della patologia oncologica. Ma alla base dell’aumento della domanda c’è soprattutto l’efficacia delle campagne dedicate al cavo orale e alla sordità, che permettono un monitoraggio più capillare».
«In Italia ci sono circa 7 milioni di ipoudenti, un numero considerevole, per un tema molto vasto e multisfaccettato: sin dall’età neonatale all’anziano vi sono molte cause che possono determinare il calo dell’udito. Alcune possono essere suscettibili di un trattamento terapeutico di tipo chirurgico, altre sono genetiche, altre non hanno cause apparenti. Per ciascuno di questi segmenti, l’otorinolaringoiatria ha messo a punto percorsi diagnostico-terapeutici per offrire la miglior soluzione».
«Oggi possiamo dire con assoluta certezza che, grazie alle tecnologie e le soluzioni terapeutiche a disposizione, è difficile rimanere sordi: la tecnologia più brillante è l’impianto cocleare, in grado di restituire l’udito a chi lo ha perso in entrambi i lati. È sempre crescente l’inserimento di impianti cocleari nell’anziano: c’è una netta correlazione tra il non sentire, l’isolamento domestico e la demenza, e i pazienti a rischio demenza perché non sentono possono rinascere grazie a questi impianti».
«Il tema dei problemi d’udito associato all’inquinamento sonoro-ambientale è molto attuale: c’è l’uso degli auricolari, il rumore delle città, l’esposizione ai rumori per ragioni professionali. Tra i giovani, prima che l’esposizione cronica al rumore o agli auricolari con volume altro produca un danno realistico, servono anni e anni»
«Il tema dei problemi d’udito associato all’inquinamento sonoro-ambientale è molto attuale: c’è l’uso degli auricolari, il rumore delle città, l’esposizione ai rumori per ragioni professionali. Tra i giovani, prima che l’esposizione cronica al rumore o agli auricolari con volume altro produca un danno realistico, servono anni e anni; non sarei particolarmente pessimista sul rumore ambientale, mentre c’è una grossa fetta di lavoratori e professionisti esposti al rumore per lavoro, e sui quali la prevenzione ha fatto un deciso scatto in avanti per proteggere dalle conseguenze dell’esposizione».
«In termini di diffusione, a Bergamo vediamo molte patologie del cavo orale, anche perché facciamo molta prevenzione: c’è un ottimo rapporto di collaborazione con l’Odontostomatologia, con una profonda ricerca di tutti i segni di sospetto del cavo orale. La prevenzione molto profonda porta all’aumento dei casi da trattare, mentre negli altri campi, come l’oncologia del collo e della laringe, non risulta un incremento significativo».
«Nel distretto testa-collo e nelle alte vie respiratorie, i fattori di rischio sono quelli noti: fumo, alcol, scarsa igiene del cavo orale, esposizione ad ambienti altamente inquinanti, così come il lavorare a contatto con sostanze potenzialmente cancerogene. Ecco perché le campagne di prevenzione sono fondamentali: tutto passa dalla prevenzione. È l’uovo di Colombo per trattare in maniera precoce le patologie e ottenere guarigioni».
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