Migliorare la dieta? Con la calorimetria indiretta è possibile

L’esame. La calorimetria indiretta è un esame che può rivelarsi molto utile quando si sta seguendo una terapia dietetica con l’obiettivo di dimagrire, per renderla il più «personalizzata» possibile oppure in caso di «stallo», per ottimizzare i risultati.

Ma di che tipo di esame si tratta? Come si svolge? Ne parliamo con il dottor Roberto Leonardi, dietologo responsabile del Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica del Policlinico San Pietro, dove è possibile essere seguiti in percorsi finalizzati alla perdita di peso da un’equipe multidisciplinare, con piani alimentari personalizzati ed esami specifici come la calorimetria indiretta e l’impedenziometria.

Dottor Leonardi, a cosa serve in particolare la calorimetria indiretta?

«La calorimetria indiretta è un esame assolutamente non invasivo che, attraverso l’utilizzo di un apposito strumento, permette di stimare, in termini di calorie e con elevata precisione, il metabolismo basale effettivo. Con metabolismo basale si intende il consumo energetico a riposo di un individuo, ovvero il quantitativo di calorie necessario allo svolgimento delle funzioni basilari dell’organismo. Questo consumo può variare in funzione di diversi fattori: genetici, età, composizione corporea, pregresse diete eccessivamente restrittive, eccetera, eccetera».

In quali casi può essere utile?

«Conoscere il fabbisogno energetico basale effettivo di una persona è molto utile per impostare una terapia dietetica “sartoriale”, cucita ad hoc sulle richieste energetiche del singolo paziente in modo da favorire una corretta perdita di peso. È noto infatti che l’eccesso ponderale dipenda da un eccessivo introito calorico rispetto al dispendio energetico. Inoltre

l’esame si rivela utile ad esempio nei casi in cui, in corso di dieta ipocalorica, dopo un iniziale calo ponderale la perdita di peso si arresta. “Nella maggior parte dei casi seguire una dieta bilanciata e ipocalorica associata ad adeguati livelli di attività fisica determina una conseguente perdita di peso. Ma talvolta a una fase iniziale di calo ponderale potrebbe seguire una stabilizzazione del peso, nonostante il paziente resti aderente al trattamento dietetico. Questo può accadere per molteplici motivi, uno dei quali è certamente l’adattamento metabolico dell’organismo al nuovo “regime dietetico”. In poche parole, l’organismo potrebbe rispondere alla dieta (restrizione calorica) e alla perdita di peso fino ad allora ottenuta abbassando le proprie richieste metaboliche giornaliere (cioè consumando meno calorie)».

Come si effettua l’esame?

«L’esame viene eseguito al mattino presto ed è necessario essere a digiuno dalla sera prima e in condizioni di riposo. “È un test di facile esecuzione: il paziente, sdraiato in un lettino per 15 minuti dovrà esclusivamente respirare in un casco trasparente di cui è dotato lo strumento” spiega il dottor Leonardi. «Il calorimetro analizzerà la quantità di ossigeno inspirato e di anidride carbonica prodotta consentendo una stima delle calorie (energia) necessarie a soddisfare il fabbisogno energetico basale dell’individuo. Il quantitativo di ossigeno consumato è direttamente proporzionale alle calorie consumate ed è quindi utilizzato per misurare le calorie dissipate giornalmente, mentre la quantità di anidride carbonica prodotta permette di calcolare il cosiddetto quoziente respiratorio, parametro che permette di misurare cosa consuma l’organismo come carburante, se carboidrati o grassi».

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