La salute
Domenica 30 Ottobre 2022
L’ictus ha genere, età ed etnia: colpiti 185mila italiani l’anno
Neurologia. Molti degli «stroke» potrebbero essere evitati semplicemente curando adeguatamente i fattori di rischio modificabili, come l’ipertensione.
In occasione della Giornata mondiale dell’ictus, celebrata ieri, la Società Italiana di Neurologia (Sin) e l’Italian Stroke Association (Isa) fanno il punto su questa terribile patologia che, solo nel nostro Paese, colpisce ogni anno circa 185.000 persone e che ha causato conseguenze invalidanti a circa un milione di pazienti.
«Anche per quest’ anno l’obiettivo principale della Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale è stato quello di ribadire quanto sia importante il riconoscimento tempestivo dei sintomi dell’ictus - afferma il prof. Mauro Silvestrini, presidente di Italian Stroke Association -. Lo slogan era “minutes can save lives”, che tradotto in modo non letterale significa: ogni minuto è prezioso per salvare un paziente colpito da questa temibile condizione che si manifesta con la comparsa improvvisa di un deficit neurologico dovuto al fatto che l’afflusso del sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per l’occlusione o per la rottura di un’arteria. Nel primo caso si parla di infarto cerebrale o ictus ischemico, mentre nel secondo caso di emorragia cerebrale o ictus emorragico».
Uno studio su 39.457 persone ricoverate negli Usa fra il 2007 e il 2017 pubblicato su Neurology denuncia un aumento dell’ictus emorragico soprattutto nelle donne anziane: 13 casi su 100mila in confronto a 10 dei maschi, nei quali il rischio aumenta con l’età. A 50 anni i casi maschili sono 4 su 100mila, ma dopo i 65 salgono a 22. Se l’incremento annuo è per tutti dello 0,7%, nei maschi a 50 anni è dell’1,1% e dopo i 65 del 2,3%, mentre nelle donne resta costante e in quelle giovani addirittura va riducendosi.
Un’ulteriore sorpresa dello studio, valida anche per l’Italia divenuta ormai un Paese multietnico, è la sproporzionata prevalenza nei neri con 15 casi su 100mila e un incremento annuo dell’1,8% non rilevabili negli asiatici o nei bianchi non ispanici che presentano una media di 10 casi su 100mila.
Il motivo è da ricercarsi tra l’altro nella maggior frequenza di ipertensione geneticamente determinata dei neri che li espone anche a maggior rischio di emorragie subaracnoidee, rottura di aneurismi, ecc. Il problema è ulteriormente accentuato dalla disparità razziale di trattamento che, almeno negli Usa, allunga i tempi d’intervento trasformando in ore i minuti che salvano la vita.
«Il cervello è l’organo più delicato che possediamo e subisce velocemente danni che rapidamente diventano irreversibili - ha commentato il prof. Alfredo Berardelli, presidente della Società Italiana di Neurologia - È fondamentale quindi saper riconoscere immediatamente i sintomi dell’ictus per poter mettere chi ne soffre nelle migliori condizioni possibili di ricevere una cura adeguata. La comparsa improvvisa di perdita di forza o sensibilità a un braccio o a una gamba, la bocca che si storce, l’oscuramento o la perdita della vista da un solo occhio o in una parte del campo visivo, l’incapacità di esprimersi o di comprendere ciò che ci viene detto, un mal di testa violento, sono tutte potenziali manifestazioni di un ictus. Di fronte a questi sintomi, è importante chiamare subito il 118 o recarsi in ospedale, perché la possibilità di essere curati è legata alla precocità della somministrazione delle terapie».
«Il cervello è l’organo più delicato che possediamo e subisce velocemente danni che rapidamente diventano irreversibili - ha commentato il prof. Alfredo Berardelli, presidente della Società Italiana di Neurologia -. È fondamentale quindi saper riconoscere immediatamente i sintomi dell’ictus per poter mettere chi ne soffre nelle migliori condizioni possibili di ricevere una cura adeguata. La comparsa improvvisa di perdita di forza o sensibilità a un braccio o a una gamba, la bocca che si storce, l’oscuramento o la perdita della vista da un solo occhio o in una parte del campo visivo, l’incapacità di esprimersi o di comprendere ciò che ci viene detto, un mal di testa violento, sono tutte potenziali manifestazioni di un ictus. Di fronte a questi sintomi, è importante chiamare subito il 118 o recarsi in ospedale, perché la possibilità di essere curati è legata alla precocità della somministrazione delle terapie».
Più precoce è l’intervento, più sono efficaci le terapie, minori sono le complicanze del trattamento.
Merita sicuramente una menzione particolare il ruolo fondamentale della prevenzione. Molti ictus potrebbero essere prevenuti semplicemente curando adeguatamente i fattori di rischio modificabili come l’ipertensione arteriosa, l’aumento dei grassi e degli zuccheri nel sangue, alcune anomalie della funzione cardiaca e prestando attenzione ad alcune abitudini di vita dannose come il fumo, il consumo eccessivo di alcol, l’uso di sostanze di abuso, la sedentarietà l’alimentazione scorretta con conseguente tendenza al sovrappeso fino all’obesità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA