Ipertrofia prostatica, un laser verde per curarla

UROLOGIA. Una tecnica mininvasiva sicura ed efficace, sempre più utilizzata nei centri all’avanguardia.

Un laser verde per curare l’ipertrofia prostatica. Si chiama Greenlight laser ed è una tecnica mini-invasiva, sicura ed efficace, sempre più utilizzata – nei centri tecnologicamente all’avanguardia – per il trattamento dell’ingrossamento benigno della prostata, disturbo che colpisce circa l’80 % degli uomini italiani over 50. Ma come agisce? E quali sono i pazienti candidabili a questa tecnica? Ne parliamo con il professor Francesco Greco, responsabile dell’Unità di Urologia del Policlinico San Pietro e consulente urologo della Clinica La Madonnina di Milano.

Professor Greco, innanzitutto come si manifesta l’ipertrofia prostatica?

«Il quadro clinico dell’ipertrofia prostatica benigna, patologia che interessa un numero crescente di uomini sopra i 50 anni, è caratterizzato da disturbi minzionali, quali la pollachiuria (andare spesso ad urinare di giorno), la nicturia (alzarsi la notte per urinare), il getto ipovalido, l’urgenza minzionale, la difficoltà ad iniziare la minzione, che può anche avvenire in più tempi. L’ostruzione vescicale conseguente a questa patologia, oltre che compromettere negativamente la qualità di vita, può determinare, se non ben curata, nel tempo gravi complicanze quali patologie neurologiche della vescica che possono costringere il paziente all’uso del catetere oltre che aumentare il rischio di insufficienza renale».

Come si svolge l’intervento con il laser Greenlight e di che tipo di intervento si tratta?

«L’intervento con tecnica il laser Greenlight, detta anche vaporizzazione fotoselettiva della prostata con laser a luce verde, rappresenta un trattamento mini-invasivo dell’ipertrofia prostatica benigna. Entrando più nel dettaglio, uno strumento endoscopico collegato a una videocamera viene introdotto in uretra e, attraverso l’utilizzo di un raggio di luce verde e senza praticare incisioni cutanee, il tessuto prostatico in eccesso viene vaporizzato in modo da ristabilire una completa pervietà del canale uretrale e quindi ripristinare una normale funzione vescicale. In questo modo, si ottiene la riduzione del volume dalla prostata e la risoluzione, nella maggior parte dei casi, dei disturbi minzionali associati all’ipertrofia».

Quali sono i vantaggi del Laser GreenLight rispetto ad altre tecniche?

«Il vantaggio principale del laser Green-Light, oltre ovviamente alla mini-invasività, è rappresentato dall’enorme potere coagulativo che rende il sanguinamento dovuto a questa metodica nettamente inferiore a quello della metodologia tradizionale ovvero la resezione endoscopica della prostata (la cosiddetta TURP) e delle tecniche chirurgiche con laser al Tullio ed Olmio. Inoltre, il Green light elimina il rischio della complicanza più grave associata all’intervento tradizionale, nota come sindrome TUR e che determina confusione, nausea, vomito, disturbi nervosi ed instabilità circolatoria del paziente. Infine, il laser verde riduce significativamente i tempi di cateterizzazione e dunque della degenza ospedaliera, che dura in genere uno o due giorni».

Chi è candidabile all’intervento con GreenLight?

«Utilizzato all’inizio degli anni 2000 prevalentemente in pazienti cardiopatici in cui non era possibile sospendere la terapia antiaggregante in virtù del suo elevato potere coagulativo, oggi tutti gli uomini affetti da iperplasia prostatica benigna che non rispondono alla terapia medica con farmaci sono candidabili a questo tipo di intervento».

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