La salute / Bergamo Città
Domenica 13 Agosto 2023
In vacanza si mette peso, ecco cosa fare al rientro
MEDICINA SPORTIVA. Prima di iniziare ad andare in palestra per rimettersi in forma meglio fare una visita medica.
In estate è facile «lasciarsi andare» con il cibo, si mangia in orari diversi da quelli abituali, ci si trova di più con gli amici e si beve un po’ più del solito. Questo porta in molti casi a un accumulo di peso, a un incremento della massa grassa e a un calo della componente muscolare. Molte persone, quindi, per diversi motivi - chi per calare di peso, chi per mantenere il proprio grado di allenamento- al ritorno dalle vacanze si apprestano a tornare in palestra. A molti di questi viene richiesto un certificato non agonistico che può essere anche non solo «il pezzo di carta» da esibire per entrare in palestra.
In molti casi, la possibilità di essere valutati da uno specialista che oltre allo stato di salute possa anche indirizzare in modo opportuno la persona verso le attività più utili e meno pericolose può davvero rappresentare un valore aggiunto a tutela, soprattutto dopo una certa età. Qualunque sia l’attività fisica, quindi, il primo passo per farla in sicurezza è «conoscere» le proprie condizioni fisiche così da modularla al meglio. Come ci spiega il dottor Fabrizio Centonze, direttore sanitario di «Sport Medicine – Smart Clinic», centro di medicina dello sport del Gruppo San Donato all’interno di Oriocenter (di fianco a Smart Clinic), dove è possibile sottoporsi ad accertamenti clinici e strumentali e visite di idoneità alla pratica sportiva agonistica e non.
Dottor Centonze, qual è il primo passo per fare attività fisica in modo corretto e sicuro?
«Qualunque sia l’attività che vogliamo intraprendere dobbiamo cercare di capire come stiamo e che cosa il nostro fisico ci “permette di fare” senza rischi».
Quali sono gli esami utili per valutare effettivamente le nostre condizioni fisiche in vista dell’attività sportiva?
«Prima di fare attività sportiva, a qualsiasi livello sia, sarebbe consigliabile fare innanzitutto degli esami del sangue, semplici e poco costosi, come emocromo, sideremia, elettroliti completi. Tutto questo serve a capire se si sia anemici o se ci siano carenze di ferro o di minerali. Importantissima è la visita medico-sportiva, che prevede oltre ai classici rilievi antropometrici (peso, altezza, BMI), all’esame della vista, anche l’esecuzione di un elettrocardiogramma che a mio avviso non può essere solo a riposo (come previsto in modo “minimalista” dalla legge), ma deve anche essere anche sotto sforzo, magari prevedendo un protocollo più leggero rispetto alla visita agonistica ma che comunque può dare molte indicazioni su aritmie da sforzo etc.. Un certificato senza che si abbiano anche indicazioni sullo stato di salute del cuore durante lo sforzo infatti può risultare “parziale”. Non è obbligatorio - come detto - ma penso che sia un passo “culturalmente” necessario per poter fare una vera visita sportiva. Se si hanno più di cinquant’anni (o se si superano i 40 ma si ha la pressione arteriosa alta o il diabete) meglio anche un test sotto sforzo “classico”, ovvero un test si raggiunge una frequenza cardiaca massimale e si misura contemporaneamente l’andamento della pressione arteriosa».
Una volta “superati” gli esami, come impostare il piano di allenamento?
«Il medico, durante la visita, può valutare e rendersi conto se si tratta di un atleta che può fare sollevamento pesi (occhio alla pressione!) o fare invece un’attività prevalentemente aerobica (cardiopatici, ipertesi, sovrappeso, diabetici), oppure un mix delle due attività a seconda del risultato della visita, anamnesi del soggetto ed eventuale utilizzo di farmaci. Per qualcuno ad esempio può essere indicato iniziare facendo ginnastica in acqua per evitare sovraccarichi etc.. L’ideale poi sarebbe trasferire queste informazioni in palestra e a chi si occupa della preparazione specifica dell’atleta. Questo non solo per ottenere risultati migliori ma soprattutto per poter conservare il più possibile l’integrità fisica ed evitare traumi e patologie. Lo sport deve risolvere problemi non aggiungerne altri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA