La salute / Bergamo Città
Domenica 29 Settembre 2024
Il reparto di riabilitazione, ambiente di cura e umanità
ASSISTENZA. Che si tratti di un recupero post-chirurgico o di un percorso più complesso, l’assistenza deve essere empatia e attenzione individuale.
Come deve essere un reparto di riabilitazione? Sicuramente deve essere un ambiente sicuro, accogliente e professionalmente preparato per affrontare le sfide poste dalla riabilitazione ortopedica e neurologica. Che si tratti di un recupero post-chirurgico o di un percorso più complesso legato a condizioni neurologiche, ogni reparto deve poter contare su un team multidisciplinare che ogni giorno fornisce a ciascun paziente un’assistenza che sia non solo efficace, ma anche profondamente umana. Valori che guidano il modus operandi del reparto di riabilitazione della Casa di Cura San Francesco di Bergamo: composto da 45 posti letto, di cui 35 dedicati alla riabilitazione specialistica e 10 alla lungodegenza, il reparto si fonda su un lavoro d’equipe che coinvolge una vasta gamma di professionisti: fisiatri, fisioterapisti, infermieri, psicologi, logopedisti, terapisti occupazionali e operatori socio-sanitari.
«Questo ci permette di offrire un’assistenza di alto livello, garantendo allo stesso tempo che ogni paziente riceva cure personalizzate – sottolinea il Dottor Marcello Mercenaro, direttore UO riabilitazione della Casa di Cura San Francesco -. Proprio grazie alle dimensioni relativamente piccole della nostra struttura, poniamo grande enfasi sull’empatia e sull’attenzione individuale, evitando che le persone siano trattate come semplici numeri. La nostra missione è far sì che ciascun degente si senta valorizzato e riceva il massimo della nostra cura e assistenza».
Pazienti ortopedici e neurologici
I pazienti ortopedici post-chirurgici, come quelli che hanno subito l’impianto di protesi articolari, restano in genere nel reparto per 2-3 settimane, durante le quali ricevono un’intensa riabilitazione per recuperare funzionalità e mobilità. Nei casi più complessi, come i traumi gravi o i pazienti neurologici, la degenza può estendersi fino a due mesi o più, a seconda delle condizioni e delle esigenze specifiche. La presenza di figure specialistiche come cardiologi, neurologi, chirurghi, geriatri, radiologi e gastroenterologi garantisce che il paziente possa essere seguito da un team completo di esperti, pronti a intervenire in caso di necessità. «Il nostro reparto, dunque, accoglie pazienti con un ampio spettro di condizioni – prosegue Mercenaro -. Dai casi programmati in buona salute generale, che richiedono una riabilitazione post-chirurgica, ai pazienti più complessi, come quelli in stato vegetativo o non autosufficienti, la cui assistenza coinvolge un numero significativo di specializzazioni e per i quali la sussistenza vitale rimane una priorità assoluta. Ogni caso è unico e viene trattato con la massima attenzione, garantendo che tutte le necessità del paziente siano soddisfatte, sia sul piano fisico che psicologico».
Un approccio multidisciplinare e personalizzato
«Ciò che caratterizza il nostro reparto è la capacità di fornire un’assistenza non solo tecnica, ma anche empatica e personalizzata – conferma il dott. Stefano Casati Coordinatore fisioterapisti CDC san Francesco -. La combinazione di esperienza, professionalità e passione per il lavoro ci consente di offrire percorsi di riabilitazione efficaci, capaci di rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente. Ogni giorno, il team collabora per assicurarsi che il percorso riabilitativo sia il più adatto possibile alle condizioni fisiche e psicologiche del paziente, garantendo risultati ottimali». La permanenza dei pazienti, sia ortopedici che neurologici, è organizzata in modo che ogni aspetto della loro cura venga seguito con attenzione. Questo significa non solo recuperare la mobilità, ma anche lavorare per un ritorno a una qualità di vita accettabile, grazie a un intervento mirato che include anche la gestione del dolore, la prevenzione delle complicazioni e l’uso di ausili personalizzati.
Il trattamento della spasticità e il supporto neurologico
«Tra i nostri pazienti neurologici, alcuni soffrono di spasticità, un disturbo caratterizzato da una rigidezza muscolare che rende difficoltosi i movimenti - aggiunge Mercenaro -. In questi casi, uno degli approcci più efficaci è l’inoculazione di tossina botulinica che permette di ridurre temporaneamente la spasticità e di migliorare la qualità della vita del paziente. Questo trattamento, tuttavia, richiede una fase di riabilitazione motoria per ottimizzare i risultati e prolungarne gli effetti benefici. Anche in questo ambito, il nostro lavoro si concentra non solo sull’aspetto tecnico del trattamento, ma su un approccio globale al paziente, che tiene conto delle sue esigenze complessive». «Indipendentemente dal tipo di paziente o dalla gravità delle condizioni, il nostro obiettivo è garantire la migliore assistenza possibile - conclude Casati -. Questo implica un costante monitoraggio dei progressi, una comunicazione aperta con il paziente e i familiari, e un adeguamento continuo del piano di cura. Grazie alla presenza di diverse specialità mediche all’interno della struttura, siamo in grado di gestire anche i casi più complessi, offrendo un’assistenza completa e multidisciplinare».
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