Il diabete colpisce 4 milioni di italiani. Ma le complicanze?

CONNESSIONI PERICOLOSE. Curare la malattia guardando solamente alla glicemia non è sufficiente.Il diabete è da analizare in maniera globale.

Curare il diabete guardando solo alla glicemia non è sufficiente. Il diabete va interpretato nella sua dimensione più ampia quale fattore di rischio cardiovascolare, renale e metabolico. Eppure, tra i circa 4 milioni di italiani che convivono con la malattia, solo uno su 10 è consapevole del fatto che il diabete aumenta di 2-3 volte il rischio infarto del miocardio e di 2-5 volte il rischio scompenso cardiaco e che il 40% corre il rischio di sviluppare Malattia renale cronica (Mrc). Se ne è parlato in occasione del media talk «Diabete Cuore Reni - Le Connessioni pericolose», per discutere i nuovi orientamenti promossi anche dalle recenti Linee Guida discusse all’Esc per l’ipertensione.

«Il diabete raddoppia il rischio di eventi cardiovascolari e la mortalità conseguente a infarto e ictus - spiega Salvatore A. De Cosmo, presidente eletto dell’Amd, l’Associazione Medici Diabetologi -. Per questo l’obiettivo principale oggi nella gestione della persona affetta da diabete è quello di trattare in maniera integrata la malattia, con una speciale attenzione alle correlazioni nefro-cardio-metaboliche e al mantenimento in salute degli organi bersaglio. In definitiva, se soffre il cuore, il rene ne risente; se soffre il rene, ne risente il cuore».

«Per il paziente con diabete è obbligatorio sottoporsi regolarmente agli esami per valutare la funzione renale»

Per gli esperti, è cruciale valutare le pericolose connessioni tra cuore, rene e metabolismo. «Il diabete può compromettere la salute dei reni in diversi modi: tra questi, elevati livelli di glucosio sul glomerulo, l’unità filtrante che a causa dello stress ossidativo con il tempo muore, e l’elevata pressione all’interno del glomerulo, considerando che il 95% dei pazienti diabetici sono anche ipertesi - tiene a sottolineare Angelo Avogaro, presidente della Sid, la Società Italiana di Diabetologia. Nella fase iniziale - prosegue Avogaro -, l’insufficienza renale è asintomatica. Per il paziente con diabete è obbligatorio sottoporsi regolarmente agli esami per valutare la funzione renale».

Per il presidente eletto della Società Italiana di Nefrologia, «la progressione della Malattia Renale Cronica può essere rallentata dalle terapie disponibili per ipertensione e diabete, alcune di uso consolidato come gli ace-inibitori e i sartani, altre innovative come le glifozine, considerate terapie di prima linea dalle Linee Guida, da prescrivere insieme agli inibitori del sistema renina-angiotensina».

© RIPRODUZIONE RISERVATA