Grandi obesi, rimodellare la pelle con una «nuova» chirurgia

CHIRURGIA POST BARIATRICA. La chirurgia bariatrica permette a persone obese di perdere peso considerevolmente e tornare ad avere un indice di massa corporea nella norma.

L’intervento impatta sul corpo e ha spesso come conseguenza la presenza di pelle in eccesso, soprattutto in alcuni punti dove, dimagrendo, ci si ritrova ad avere «pliche» cutanee, in particolare su addome, interno cosce, braccia e seno. Per risolvere questo problema esiste una chirurgia ricostruttiva che riduce la pelle in eccesso; l’obiettivo è il recupero funzionale del tronco e degli arti, oltre al

raggiungimento di un’armonia generale di un corpo nuovo che le persone ex obese si trovano ad avere. «Una drastica perdita di peso, spesso, lascia pelle in eccesso che può causare diversi problemi – spiega Antonio Corapi, chirurgo plastico di Humanitas Gavazzeni e Castelli e referente della chirurgia plastica post bariatrica -: dalla difficoltà nel vestirsi e muovere correttamente le braccia, a problemi di igiene personale e lavaggio fino a infezioni cutanee, come le micotiche, che causano prurito e arrossamenti e possono essere molto fastidiose».

I pazienti che si sottopongo alla chirurgia plastica ricostruttiva post bariatrica, spesso giovani, precedentemente (almeno a 12 di mesi di distanza dall’intervento), vengono seguiti dall’équipe multidisciplinare del Centro Obesità di Humanitas Gavazzeni. Il percorso infatti prevede una valutazione e verifica delle condizioni nutrizionali e generali del paziente con un peso stabile da almeno un anno.

Le tecniche di questa chirurgia, mutuate dalla chirurgia estetica, consentono di rimodellare in vario modo le unità da trattare in uno o più interventi, associando sempre un trattamento di ripristino dell’integrità funzionale della parete addominale oltre che dei tegumenti.

«La scelta dell’intervento dipende dalle condizioni del singolo paziente – afferma il dottor Corapi -. È fondamentale spiegare alla persona gli obiettivi e quanti eventuali “ritocchi” sono necessari. Ogni intervento può richiedere anche il ripristino dell’integrità funzionale della parete addominale oltre che dei tessuti superficiali soprattutto nei casi di gravidanze plurime o pazienti superobesi, in cui la lassità della parete è tale da richiedere un’importante riparazione funzionale, eventualmente con l’utilizzo di presìdi protesici».

Per ottenere i migliori risultati vengono utilizzate tecnologie avanzate che facilitano l’intervento e riducono le perdite ematiche. «Utilizziamo strumentario a ultrasuoni che, operando a temperature più basse rispetto alle metodiche tradizionali, rispetta l’integrità dei tessuti adiacenti con una diminuzione di perdite ematiche nel postoperatorio e delle sequele legate a raccolte sierose nel sottocute - conclude Antonio Corapi -. Questo permette dimissioni rapide, uso semplificato dei drenaggi, ripresa immediata delle attività fisiche e ritorno alla vita quotidiana sana in tempi brevi».

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