Fine vita, l’importanza di poter utilizzare un linguaggio comune

L’INCONTRO. C’è differenza tra accanimento terapeutico, abbandono terapeutico, eutanasia, suicidio assistito.

Si sposta su uno dei principali argomenti della riflessione medica ed etica il terzo incontro di formazione del ciclo «Introduzione alla bioetica» promosso da From – Fondazione per la Ricerca Ospedale di Bergamo Ets insieme ad Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dopo «L’uomo sperimentale e nascita della bioetica» e «Relazione curante-paziente e consenso informato», nel terzo appuntamento (di quattro), venerdì 24 febbraio all’ospedale di Bergamo, si è sviluppato il tema della proporzionalità delle cure e del fine vita, da sempre al centro del dibattito e ritornato nuovamente di attualità nelle ultime settimane.

«In realtà più che di “fine vita” è corretto parlare del “morire di qualcuno” – spiega Alessio Musio, professore ordinario di Filosofia Morale all’Università Cattolica di Milano –. Da questo punto di vista lo sforzo dell’assistenza clinica, della prassi medica e della riflessione biomedica è garantire che il morire del paziente sia all’altezza del suo vivere personale. Gran parte dell’incontro è state dedicata proprio ai termini e al loro significato, per sottolineare che c’è differenza tra accanimento terapeutico – e sospensione dello stesso –, abbandono terapeutico, eutanasia e suicidio assistito. Ho voluto invitare il personale sanitario presente ad una riflessione, in particolare, sulla distinzione tra dolore e sofferenza – commenta Musio – e al fatto quindi che diverse devono essere anche le relative risposte».

Gli incontri dedicati alla bioetica

Il ciclo di incontri di formazione dedicato alla bioetica è un’iniziativa, rivolta agli operatori sanitari ma non solo, che punta l’attenzione sull’importanza che le domande poste da questa disciplina hanno nella pratica clinica, soprattutto di fronte alla trasformazione tecnologica in atto. Gli incontri sono affidati ai professori Alessio Musio e Adriano Pessina del Centro di ricerca sulla filosofia della persona Adriano Bausola dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

«Argomento delicatissimo»

«Quello legato al fine vita è un argomento molto attuale, visto anche il dibattito su nuove leggi in materia in corso in queste settimane – spiega Francesco Biroli, Responsabile Area Neuroscienze di From –. Un argomento delicatissimo, anche per i retroterra culturali di ciascuno. Al centro della riflessione di noi medici c’è, tra le altre cose, l’evitare l’accanimento terapeutico e il condividere ogni decisione con il paziente e con il gruppo familiare, spiegando con la massima chiarezza le condizioni in cui la persona si trova e le prospettive di evoluzione della malattia. Questo tipo di confronto aiuta tutti, personale sanitario e pazienti, ad affrontare situazioni difficili con la maggiore serenità possibile».

«Confronto necessario»

«Ritengo questo un incontro davvero importante – aggiunge Mirco Nacoti, della SC Anestesia e Rianimazione 4 dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – Penso in modo particolare a quanto avvenuto nel corso della pandemia, a quei giorni in cui noi medici, ma anche le famiglie e l’intero territorio si sono trovati di fronte in modo molto più consistente del solito alla morte. Il fine vita è un tema su cui gli operatori hanno bisogno di confrontarsi: per prendersi cura degli altri c’è bisogno di prendersi cura della propria formazione».

Venerdì 21 marzo l’ultimo incontro

L’ultimo appuntamento del ciclo di incontri sulla bioetica, dal titolo «L’esperienza umana nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale» è in programma venerdì 21 marzo alle ore 14.30 presso le aule formazione della Torre 7 dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Iscrizioni scrivendo a [email protected], maggiori informazioni nella sezione «Area Operativa – Eventi» del sito fondazionefrom.it.

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