Falsi miti e fake: la dieta sui social non funziona

ALIMENTAZIONE. Un approccio corretto non è fatto soltanto di grandi rinunce: la vera differenza la fa la moderazione.

L’interesse è crescente e trasversale, perché questo è un pilastro dello stare bene con se stessi. Una corretta nutrizione è fondamentale per la salute, ma anche per il benessere psicologico. Anche a Bergamo, sempre più persone negli ultimi anni hanno iniziato percorsi di consulenza in questo ambito, per farsi accompagnare in nuovi stili di vita. Partendo

dall’alimentazione: «C’è molta attenzione e domanda su questo tema, soprattutto dopo la pandemia – ragiona Lorenzo Malnati, biologo nutrizionista bergamasco -. Più in generale, con la pandemia è sorta una forte sensibilizzazione su tutto ciò che attiene alla salute, e la nutrizione è un aspetto molto importante. Questo interesse per la nutrizione è stato accompagnato da un’esplosione della divulgazione sui social, con una forte presa sulle persone. Il problema, però, è che sui social circolano informazione di ogni tipo, creando una grande confusione tra le persone che vogliono intraprendere dei percorsi. Il primo passo è quello di fare chiarezza sul tema, lavorando soprattutto sullo sfatare i falsi miti e cercando di dare risposte esaustive partendo dai dati e dalle conoscenze scientifiche».

I falsi miti

Di «falsi miti», spiega il biologo nutrizionista, «ce ne sono parecchi» e si legano a un tema di fondo: «È inutile focalizzarsi sull’alimento di moda in un certo momento. Spesso si guarda al dito e non alla Luna – è la metafora di Malnati -. Occorre fare dei ragionamenti e dei percorsi strutturati, che sappiano tener conto di tutti gli aspetti che vanno considerati. Non è vero, ad esempio, che una corretta alimentazione sia fatta solo di grandi rinunce: ciò che fa la differenza è la moderazione e la consapevolezza di alimenti giusti e alimenti sbagliati. E in questi percorsi non si può tener conto della sola alimentazione: l’alimentazione è solo una parte, un tassello di uno schema più grande».

Le strategie

In questi percorsi, affiancati da professionisti, serve dunque una «strategia» che intrecci più aspetti. «Se ci si concentra solo su una specifica dieta non si raggiunge il risultato desiderato. Occorre accompagnare la corretta alimentazione all’attività fisica – spiega Malnati -. Ci sono poi aspetti più legati alla sfera emotiva e psicologica: a volte occorre lavorare anche sulla gestione dello stress e dell’ansia, fattori tra l’altro diventati molto più diffusi dopo la pandemia e che hanno un’importante incidenza sulla qualità di vita delle persone. Chi ha problematiche digestive, di reflusso o intestinali, ad esempio, le deve spesso a una questione emotiva, che va affrontata rivolgendosi a chi ha competenze sul tema». Serve «lavorare in team», in sostanza.

L’identikit

Ma chi intraprende percorsi dedicati alla corretta nutrizione? «Il ventaglio dei pazienti è abbastanza ampio, il segno di un interesse diffuso – spiega Lorenzo Malnati -, e si va dai 20enni ai 50-60enni. Chiaramente l’età influisce sul percorso: a 50-60 anni le problematiche possono essere più importanti se c’è un lungo trascorso di scarsa attenzione ad alimentazione e attività sportiva. Per questo è importante lavorare sulla prevenzione, che spesso è bassa: finché non si viene “scottati” da un evento, si tende a rimandare o a sottovalutare questi fattori». La scuola può incidere per diffondere una corretta «cultura alimentare»? «Sicuramente può fare molto – riflette il biologo nutrizionista -. Oltre alle scuole stanno emergendo delle novità interessanti: in alcune realtà aziendali, ad esempio, si stanno sostituendo le classiche merendine delle macchinette con dei prodotti più sani, così come si stanno creando delle aree relax più adeguate a gestire i carichi emotivi».

Il punto di partenza è però quello di affidarsi a chi ha competenze riconosciute: «Si ricorre molto spesso all’autodiagnosi e a diete fai-da-te, ma questo non va bene – conclude Lorenzo Malnati -. Occorre affidarsi a persone competenti, per evitare di aggravare i problemi».

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