È la «chimica» l’ultima frontiera contro l’obesità

NUOVA MOLECOLA . La «Tirzepatide» è più efficace delle precedenti e ha anche meno effetti collaterali.

Si chiama Tirzepatide ed è una delle ultime molecole rese disponibili sul mercato per il trattamento dell’obesità. Ancora più efficace delle precedenti e con meno effetti collaterali, la Tirzepatide ha recentemente catturato l’attenzione della comunità medica e scientifica e sono in molti a considerarla la nuova frontiera nel trattamento dell’obesità. Ma qual è il meccanismo d’azione? In quali casi può essere prescritta? Lo abbiamo chiesto al dottor Roberto Leonardi, dietologo, Referente Medico del Servizio di dietologia e nutrizione clinica del Policlinico San Pietro.

Dottor Leonardi, che cos’è la Tirzepatide?

«La Tirzepatide è un farmaco innovativo sviluppato inizialmente per il trattamento del diabete di tipo 2, appartenente alla classe degli agonisti del recettore GIP (polipeptide insulinotropico glucosiodipendente) e del GLP-1 1 (glucagon-like peptide-1). Questa doppia caratteristica rende la Tirzepatide unica nel suo genere, poiché agisce simultaneamente su due ormoni intestinali che regolano la glicemia e il metabolismo. Il GIP è un ormone prodotto dall’intestino allo scopo di rallentare l’attività secretiva e la motilità gastrica, stimolando nel contempo la secrezione di insulina. I recettori del GIP sono presenti anche sugli adipociti e sembra che Tirzepatide riesca a regolare anche l’assorbimento dei lipidi. Il GLP-1, invece, è un ormone secreto nell’intestino dopo un pasto per preparare il corpo a utilizzare i nutrienti ingeriti. Stimola la secrezione di insulina, aiuta a mantenere l’equilibrio della glicemia e favorisce la sazietà. Grazie a questa duplice azione, la tirzepatide non solo aiuta a controllare i livelli di zucchero nel sangue, ma ha anche effetti significativi sul senso di sazietà e sul metabolismo dei grassi».

Come funziona la Tirzepatide nel trattamento dell’obesità?

«L’efficacia della Tirzepatide nel trattamento dell’obesità si basa su diversi meccanismi. Il primo è la riduzione dell’appetito. La Tirzepatide agisce sul sistema nervoso centrale per aumentare il senso di sazietà, riducendo così il desiderio di mangiare e facilitando una riduzione delle calorie e quindi dell’apporto calorico introdotto. Il secondo è l’umento della sensazione di sazietà. La Tirzepatide favorisce il rallentamento dello svuotamento gastrico. Ritardando il passaggio del cibo dallo stomaco all’intestino, si prolunga il senso di pienezza dopo i pasti. Il terzo è la riduzione del desiderio di cibi ad alto contenuto calorico a puro scopo edonistico».

In quali casi è indicato questo farmaco?

«L’assunzione di Tirzepatide è indicata, previa prescrizione medica, in caso di BMI (Body Mass Index) superiore a 27, in presenza di complicanze del sovrappeso come ipertensione arteriosa, dislipidemia, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, eccetera, oppure in caso di BMI superiore a 30».

Ma è più efficace rispetto alle altre molecole già disponibili da tempo?

«I risultati degli studi clinici sulla Tirzepatide per il trattamento dell’obesità sono estremamente promettenti. I risultati hanno dimostrato che i pazienti trattati con tirzepatide al dosaggio massimo di 15 mg hanno perso in media il 22% del loro peso corporeo in un periodo di 72 settimane. Il 90% dei pazienti ha perso più del 10%, il 78% ha perso più del 15% e il 63% ha perso più del 20% del peso iniziale. Questi dati superano quelli osservati con altri farmaci per la perdita di peso, come gli agonisti del GLP-1 (ad esempio, la semaglutide). La significativa riduzione del peso suggerisce che la tirzepatide potrebbe diventare un’opzione terapeutica di prima linea per il trattamento dell’obesità».

Ha effetti collaterali?

«Come con qualsiasi farmaco, anche la tirzepatide presenta alcuni effetti collaterali, sebbene la maggior parte gestibile. I più comuni sono: perdita di capelli, nausea, diarrea, vomito, stipsi».

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