La salute
Sabato 28 Dicembre 2024
Due iniezioni l’anno per dimezzare il colesterolo cattivo
LO STUDIO. La maggioranza degli italiani over 50 ha valori superiori a quelli consigliati, la sfida è individuare farmaci da assumere a intervalli sempre più lunghi.
Aumentare l’aderenza alla terapia contro il colesterolo con farmaci da assumere a intervalli sempre più lunghi, efficaci e sicuri. Una sfida sanitaria molto seria se si considera che fino al 50% degli individui abbandona la terapia tradizionale con le statine a un anno dalla prescrizione e che la stragrande maggioranza degli italiani over 50 presenta valori molto al di sopra di quelli consigliati, responsabili di circa 50.000 decessi l’anno, con una spesa sanitaria che arriva a 16 miliardi per costi diretti e indiretti.
Un nuovo farmaco contro il colesterolo
Una prospettiva di miglioramento viene dal nuovo farmaco a mRNA, disponibile in Italia da circa due anni, in ragione dei primi dati di efficacia real-life registrati da «Cholinet» pubblicati on line sul Journal of the American College of Cardiology (Jacc). Si tratta di uno studio multicentrico italiano, il primo e più ampio mai realizzato sulla sicurezza ed efficacia di Inclisiran, la nuova molecola capace di «spegnere» l’mRNA che porta le informazioni utili alla proteina PCSK9, implicata nel trasporto e nella distruzione dei recettori che catturano il colesterolo.
Lo studio effettuato in Italia
L’indagine condotta in 31 centri italiani dal gruppo di ricerca guidato dal professor Pasquale Perrone Filardi, presidente della Sic - Società Italiana di Cardiologia e direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli, ha coinvolto 659 pazienti, tra novembre 2022 e febbraio 2024, con età media di 63 anni e in gran parte uomini, a cui è stato somministrato «Inclisiran». «Dopo 3 mesi dalla prima dose del farmaco e a seguito di una seconda somministrazione di Inclisiran, è stata raggiunta una riduzione media del colesterolo del 51% permettendo di ottenere livelli di colesterolo di 50 mg/dl, al di sotto del target stabilito dalle linee guida correnti.
I risultati migliori sui pazienti a rischio
Risultati ancora migliori sono stati inoltre raggiunti per i pazienti ad alto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari che dopo solo 2 dosi di Inclisiran sono riusciti a raggiungere nel 57% dei casi valori di colesterolo inferiori a 55 mg/dl e nel 69% livelli di Ldl al di sotto di 70 mg/dl - commenta Perrone Filardi -. A nove mesi dall’inizio dello studio e dopo una terza dose del farmaco, la riduzione media dei valori Ldl ha raggiunto mediamente il 56% e ha nuovamente mostrato i risultati più significativi tra i pazienti ad alto rischio, che nel 67% dei casi, cioè circa due terzi, sono riusciti a ottenere valori di colesterolo inferiori a 55 mg/ dl e nell’80% al di sotto di 70 mg/dl», evidenzia il presidente della Sic.
«A nove mesi dall’inizio dello studio e dopo una terza dose del farmaco, la riduzione media dei valori Ldl ha raggiunto mediamente il 56% e ha nuovamente mostrato i risultati più significativi tra i pazienti ad alto rischio»
Gli effetti collaterali sono rari
«Ottimi risultati - sottolinea Perrone Filardi - sono stati raggiunti nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare che seguono una terapia combinata con statine o ezetimibe nei quali è stata osservta una riduzione di Ldl al di sotto di 55 mg/dl, a 3 mesi, nel 71% dei casi e dell’83.2% a 9 mesi. Inoltre, l’82.3% e il 94.7% dei soggetti ha raggiunto livelli di colesterolo sotto i 70 mg/dl a 3 e 9 mesi, rispettivamente. L’aderenza alla terapia - evidenzia ancora Finardi - ha raggiunto quasi il 100% spiegabile sostanzialmente con la rarità di effetti collaterali rispetto alle statine e una modalità di somministrazione meno impegnativa, con iniezioni sottocutanee semestrali anziché una pillola al giorno. Si tratta - conclude - di un fatto molto importante poiché una delle sfide della prevenzione cardiovascolare è proprio il raggiungimento dei livelli di colesterolo raccomandati dalle linee guida per il proprio livello di rischio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA