Dolori artrosici e muscolo-scheletrici, l’infiltrazione aiuta

CURE. Ne parliamo con il dottor Davide Molisani, responsabile Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico San Marco e ortopedico di Smart Clinic.

Le infiltrazioni articolari rappresentano oggi un aiuto efficace per contrastare il dolore articolare causato dall’artrosi ma anche altre forme di dolore muscolo-scheletrico legate ad esempio a traumi o patologie reumatiche. Ne parliamo con il dott. Davide Molisani, responsabile Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico San Marco e ortopedico di Smart Clinic, struttura sanitaria del Gruppo San Donato all’interno de «Le Due Torri» e di «Oriocenter».

Cosa si intende per infiltrazioni articolari?

«Le infiltrazioni articolari sono procedure mediche che consistono nell’iniezione di una sostanza terapeutica all’interno o intorno a un’articolazione. Il vantaggio rispetto ad altre terapie è che l’infiltrazione articolare garantisce l’arrivo del farmaco direttamente dove serve».

In quali casi, in particolare, possono essere utili?

«Nei casi di condropatia, ovvero l’erosione della cartilagine che altera il normale funzionamento dell’articolazione, qualora sia presente un’iniziale artrosi articolare, ma anche nei casi di artrosi avanzata soprattutto quando l’intervento chirurgico risulti controindicato. Sebbene non curino l’artrosi, infatti, rappresentano un’importante opportunità terapeutica che, in associazione a terapie fisioterapiche, strumentali (onde d’urto, Tecarterapia, ultrasuoni etc.) e farmacologiche per via orale, può portare a una diminuzione dei sintomi come difficoltà di movimento, gonfiore, rigidità articolare e dolore. Le articolazioni per le quali vi si ricorre più spesso sono ginocchio e spalla. Negli ultimi anni, però, anche l’articolazione dell’anca (con assistenza ecografica) ha trovato spazio. Inoltre possono essere indicate per contrastare il dolore conseguente a patologie delle strutture peri-articolari come borsiti, capsuliti, fasciti, tendiniti eccetera».

Quali sostanze vengono iniettate?

«Esistono due principali categorie di farmaci: l’acido ialuronico e un farmaco a base di cortisone spesso associato a un anestetico locale. La scelta viene valutata dallo specialista in base all’età del paziente, al grado di artrosi, alle richieste funzionali e all’articolazione. In linea generale, l’infiltrazione con cortisone è indicata in pazienti più anziani, in articolazioni meno ricche di cartilagine e soprattutto laddove l’obbiettivo sia sedare un processo infiammatorio. L’infiltrazione con acido ialuronico (sostanza “lubrificante”), invece, è maggiormente indicata in pazienti più giovani con condizioni di sofferenza della cartilagine o iniziale artrosi oppure in pazienti più anziani con artrosi avanzata ma senza un’importante infiammazione in atto. L’iniezione di acido ialuronico può essere eseguita anche in ambito sportivo per aiutare a prevenire la sofferenza cartilaginea. In ogni caso le infiltrazioni con acido ialuronico devono essere personalizzate sulle caratteristiche del singolo paziente. Esistono diverse tipologie di acido ialuronico: sarà lo specialista a scegliere la più adatta».

Dopo quando si avvertono i benefici?

«Spesso già nei giorni successivi alla prima infiltrazione, per durare poi alcuni mesi».

Ci sono controindicazioni?

«Le infiltrazioni con cortisone hanno controindicazioni relative a possibili intolleranze e allergie. Quelle con acido ialuronico, invece, sono solitamente ben tollerate. Sebbene si tratti di una terapia sicura, però, è fondamentale che sia effettuata da personale medico competente».

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