Dolori addominali, l’ecografia delle anse può essere utile

DIAGNOSI. Un esame semplice, veloce e non invasivo può fornire molte informazioni, con una sorta di «fotografia» delle condizioni del piccolo intestino.

Dolore e gonfiore addominale, problemi di intestino irritabile, alternanza di diarrea a stitichezza. In tutti questi casi, se il problema non passa, può essere indicato sottoporsi a un esame semplice, veloce e non invasivo in grado però di dare molte informazioni poiché offre una sorta di «fotografia» delle condizioni di salute del piccolo intestino (digiuno e ileo) del colon. Ne parliamo con la professoressa Sara Massironi, gastroenterologa ed ecografista, responsabile dell’ambulatorio di Gastroenterologia clinica del Policlinico San Pietro e del Policlinico San Marco, oltre che professore associato dell’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano.

Cosa si «vede» con l’ecografia delle anse addominali?

«È una tecnica diagnostica non invasiva che utilizza ultrasuoni per esaminare il piccolo intestino e il colon. Questo esame permette di visualizzare in dettaglio la struttura delle pareti intestinali, il loro contenuto (come gas, feci o fluidi) e anche ciò che si trova all’esterno delle pareti stesse, come il mesentere, i linfonodi e la presenza di eventuale liquido tra le anse intestinali. Per questo l’ecografia intestinale è particolarmente utile per identificare le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), di monitorarne l’andamento e valutarne le complicanze extra-murali, quali fistole e ascessi, possibili complicanze della malattia di Crohn. Essendo una procedura semplice, indolore e priva di radiazioni, rappresenta uno strumento fondamentale sia nella diagnosi differenziale iniziale delle principali malattie gastroenterologiche (MICI, sindrome dell’intestino irritabile, celiachia) sia nel monitoraggio di specifiche patologie, utilizzabile anche in età pediatrica».

Quando può essere utile?

«Rappresenta spesso il primo approccio nei casi di dolore addominale e/o gonfiore tipici della sindrome dell’intestino irritabile (disordine funzionale gastrointestinale caratterizzato da dolore addominale e da un’alterata attività intestinale, con alternanza di stipsi e diarrea, in assenza di una specifica patologia organica) per escludere grossolanamente malattie organiche gastroenterologiche. L’ecografia delle anse intestinali è inoltre particolarmente preziosa nella diagnosi e monitoraggio terapeutico delle MICI, dato che l’obiettivo moderno delle terapie avanzate in queste malattie non è solo il miglioramento clinico, ma anche l’induzione di una risposta “oggettiva”, come la risposta transmurale, valutabile ecograficamente. Infine, è un utile strumento clinico di primo approccio in caso di dolore addominale sub-acuto, nel sospetto di diverticolite acuta o di appendicite, casi in cui questa ecografia può modificare e indirizzare un miglior iter diagnostico-terapeutico. L’esame può durare da 10 a 20 minuti circa e viene condotto in posizione supina, con paziente comodamente sdraiato sul lettino».

Può essere un’alternativa ad altri esami più invasivi come la colonscopia?

«Non può sostituire la colonscopia, in particolare nello screening dei tumori del colon retto e nella sorveglianza delle condizioni a rischio neoplastico; tuttavia, previa valutazione medica, grazie alla sua buona accuratezza diagnostica, alla natura non invasiva, all’assenza di radiazioni e ai costi relativamente contenuti rappresenta un valido strumento nel percorso diagnostico iniziale e nel follow-up dei pazienti con patologia intestinale nota, prima di indagini più invasive».

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