Diabete e gravidanza, ecco come comportarsi

DA SAPERE. La cura di quello di tipo gestazionale inizia con le modifiche dello stile di vita.

Una donna su dieci in Italia, durante la gravidanza, può sviluppare il diabete gestazionale. Complici gli ormoni della gravidanza, il diabete gestazionale è dovuto al malfunzionamento dell’effetto dell’insulina che causa un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia). Il diabete gestazionale è una «intolleranza ai carboidrati» e si manifesta solitamente nel secondo o terzo trimestre di gravidanza in donne non diabetiche.

Sono a rischio le donne che in precedenti gravidanze hanno avuto il diabete gestazionale o hanno partorito neonati oltre i 4 kg di peso.

Le donne in sovrappeso o obese, di età superiore ai 35 anni o con familiarità per diabete mellito sono più a rischio di sviluppare il diabete gestazionale così come le donne con una glicemia alterata all’inizio della gravidanza. Sono inoltre a rischio le donne che in precedenti gravidanze hanno avuto il diabete gestazionale o hanno partorito neonati oltre i 4 kg di peso. Anche la sindrome dell’ovaio policistico è un fattore di rischio. Influisce poi anche la provenienza geografica. Le donne dell’Asia meridionale (soprattutto India, Bangladesh e Pakistan), del Medio Oriente e dei Caraibi hanno un rischio più elevato.

Alla diagnosi di diabete gestazionale si arriva eseguendo un test di tolleranza al glucosio (curva glicemica), che viene generalmente eseguito tra la ventiquattresima e la ventottesima settimana di gestazione, e tra la sedicesima e la diciottesima settimana se il rischio è elevato.

Cosa sapere

Durante tutta la gravidanza è molto importante che il controllo della glicemia sia adeguato. Se il diabete gestazionale non è noto o ben controllato, il feto può crescere troppo raggiungendo un peso eccessivo alla nascita (oltre 4 kg) e può avere complicanze neonatali, tra cui l’ipoglicemia.

«La cura del diabete gestazionale inizia con le modifiche dello stile di vita, con la dieta che deve contenere carboidrati in misura adeguata (non troppi ma neanche troppo pochi) e fibre - spiega Alessandro Roberto Dodesini medico dell’Unità di Malattie endocrine – Diabetologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Le donne devono poi controllare quotidianamente la glicemia, in base alla terapia prescritta dal diabetologo, per raggiungere e mantenere i target glicemici raccomandati». Dopo il parto, il diabete gestazionale solitamente regredisce, ma la donna resta a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Il diabete gestazionale è infatti considerato un «campanello d’allarme» per gli anni successivi e un primo controllo deve essere effettuato già poco dopo il parto.

Durante tutta la gravidanza è molto importante che il controllo della glicemia sia adeguato. Se il diabete gestazionale non è noto o ben controllato, il feto può crescere troppo raggiungendo un peso eccessivo alla nascita (oltre 4 kg) e può avere complicanze neonatali, tra cui l’ipoglicemia

Se a desiderare un figlio è una donna con diabete di tipo 1 o 2 (diabete pre-gestazionale), la gravidanza deve essere programmata con l’assistenza di un team specializzato. Per ridurre il rischio di complicanze gravi, tra cui aborti spontanei e malformazioni congenite, è necessario avere un controllo glicemico ottimale già prima del concepimento.

La terapia insulinica

Durante le visite la terapia insulinica viene adeguata ai target glicemici della gravidanza ed eseguita una rivalutazione delle complicanze croniche legate al diabete e della funzione tiroidea. La dieta è personalizzata con il corretto apporto di carboidrati; è raccomandato l’inizio dell’acido folico, la sospensione del fumo e un’attività fisica regolare.

Durante la gravidanza, le donne con diabete pre-gestazionale eseguono visite periodiche. Il team diabetologico monitorizza gli esami metabolici e il mantenimento dei target glicemici, mentre il team ostetrico-ginecologico esegue controlli mensili in cui si valutano i parametri materni e la crescita ed il benessere del feto.

«Durante il travaglio la glicemia materna e il benessere fetale sono costantemente monitorati. L’allattamento precoce può ridurre il rischio di ipoglicemia nei neonati di madri diabetiche, anche se talvolta è necessaria un’infusione di glucosio per va endovena per correggere un’ipoglicemia neonatale» spiega Elena Ciriello, medico dell’Ostetricia e Ginecologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII.

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