Controlli senologici regolari, la prevenzione è l’arma in più

INFO UTILI. In particolar modo i controlli al seno sono per quelle donne non comprese dai tradizionali screening regionali.

Ottobre è per tradizione il «mese rosa», il periodo dell’anno dedicato alle iniziative e alle campagne informative relative alla prevenzione e alla cura del tumore al seno, la malattia oncologica più diffusa nel nostro Paese. Patologia che può però oggi essere affrontata con soluzioni curative efficaci, anche quando è già in fase avanzata, con trattamenti farmacologici, radioterapici e chirurgici personalizzati e sempre più rispettosi del corpo della donna.

Parliamo di tutto questo (non dimenticando l’aspetto fondamentale della prevenzione) con i dottori Massimo Grassi e Paolo Arnone, responsabili della Senologia di Humanitas Gavazzeni. I percorsi di cura sono sempre più multidisciplinari, spiega il dottor Grassi: «È un aspetto fondamentale che applichiamo nella Breast Unit di Humanitas Gavazzeni, di cui fanno parte specialisti in senologia, oncologia, radioterapia, radiologia, chirurgia oncologica ricostruttiva, psicologia. È importante curare ogni aspetto e sfruttare ogni strumento a nostra disposizione: i dati confermano che la presenza di team di lavoro multidisciplinari assicurano migliori risultati e, aspetto più importante di tutti, una sopravvivenza migliore delle pazienti, in termini sia quantitativi – si parla del 90/95% di sopravvivenza a 5 anni dall’intervento – sia qualitativi».

«La cura deve riguardare la gestione del corpo, ma anche quella della mente»

«L’attenzione alla condizione di ogni singola donna è sempre più elevata e riguarda aspetti medici, estetici e anche psicologici – sottolinea il dottor Arnone – perché è ormai opinione comune che la cura debba riguardare la gestione del corpo, ma anche quella della mente. Ogni trattamento è finalizzato, oltre che alla ricerca della guarigione, a rendere alla donna la giusta serenità derivata dall’avere una propria immagine corporea soddisfacente. Da questo punto di vista un grosso aiuto arriva dalla chirurgia oncoplastica, la branca della chirurgia plastica e ricostruttiva iperspecializzata che si occupa della gestione dell’aspetto estetico delle pazienti oncologiche».

«Sempre meno raro»

Accanto a quello della cura, l’aspetto legato alla prevenzione è fondamentale per ottenere i migliori risultati nella lotta a questa patologia: «Considerata la forte incidenza del tumore al seno, oggi sempre meno rara anche nelle donne con meno di 30 anni – aggiunge il dottor Grassi –, è importante allargare le azioni di prevenzione anche nelle donne che, per età, sono fuori dagli screening regionali, che prevedono visite tra i 45 e i 74 anni. Perché questo accada è importante sensibilizzare tutte le donne alla prevenzione, che devono comprendere quanto sia importante osservare corretti stili di vita e sottoporsi a controlli senologici regolari già a partire dai 20 anni».

«Prevenzione a 360°»

«La prevenzione primaria riguarda tutti i comportamenti che, soprattutto in età giovanile, consentono alle donne di ridurre il rischio di malattia»

Prevenzione che può essere distinta in primaria e secondaria, in base a criteri spiegati dal dottor Arnone: «La prevenzione primaria riguarda tutti i comportamenti che, soprattutto in età giovanile, consentono alle donne di ridurre il rischio di malattia. È basata sull’attenzione all’alimentazione, allo svolgimento di un’attività fisica corretta, al controllo del peso, all’astensione o alla riduzione di fumo e alcol. La prevenzione secondaria è invece quella che coinvolge i medici e che è legata all’esecuzione di visite di controllo ed eventuali esami diagnostici, da eseguirsi attorno ai 28/30 anni anche in assenza di sintomi che possano far pensare alla presenza di un tumore. A partire dai 40 anni, poi, viene eseguito lo screening mammografico cui si associano l’ecografia mammaria e la visita senologica conclusiva del percorso di prevenzione».

La familiarità, infine, può influire sull’insorgenza di un tumore al seno? La risposta al dottor Grassi: «Sì e per questo oggi possiamo eseguire anche approfondimenti di tipo genetico, che consentono di ottenere informazioni utili a impostare un percorso diagnostico ancora più accurato e, soprattutto, personalizzato».

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