La salute
Mercoledì 19 Luglio 2023
Contro le malattie croniche l’esercizio fisico è basilare
FIRMATA UN’INTESA. Più di una persona su tre in Italia non pratica attività fisica e sportiva: è il 36,3% della popolazione del Paese. Pesanti ricadute.
Un’alleanza per la promozione dell’attività motoria e l’esercizio fisico come strumento fondamentale di contrasto all’obesità, al diabete e alle malattie croniche non trasmissibili. È quella che è stata sancita nei giorni scorsi con la firma di un protocollo d’intesa tra l’Intergruppo parlamentare obesità, diabete, malattie croniche non trasmissibili, l’Intergruppo parlamentare per la prevenzione delle emergenze e l’assistenza sanitaria nelle aree interne, l’Aniad - Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici, l’Unc - Unione Nazionale Chinesiologi, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Sanitaria di Fisioterapia. La firma è avvenuta nell’ambito della conferenza stampa «Sostenibilità + attività fisica = beneficio per la salute», svoltasi in Senato della Repubblica su iniziativa della sen. Daniela Sbrollini, che è stata l’occasione per il fare il punto sul tema e presentare i contenuti dell’accordo.
I dati sull’attività fisica in Italia
Più di una persona su tre in Italia, ovvero il 36,3 per cento della popolazione, non pratica né attività fisica né sportiva. È quanto emerge dal recente rapporto Istat-Bes del 2022 che analizza nel dettaglio l’andamento nel tempo e il confronto con il periodo pre-pandemia Covid-19 dei diversi indicatori in 12 aree in cui è articolato il «benessere» delle persone. Una quota preoccupante, in linea con i dati pre-pandemia, ma in aumento rispetto al 2021, quando le persone che non praticavano erano il 32,5 per cento, con un peggioramento di ben +3,8 punti percentuali. Uno scenario questo che facilita purtroppo una serie di malattie ad alto impatto socio-economico, quali obesità, malattie cardio-vascolari, ipertensione sino ad arrivare ad alcuni tipi di cancro come, per esempio, neoplasie del colon-retto e del seno, per cui sono state dimostrate forti correlazioni con una marcata ipocinesia.
Il lavoro di divulgazione
Un impegno, quello nella promozione dell’attività fisica quale caposaldo per il contrasto di molte malattie, assunto fattivamente dagli Intergruppi parlamentari coinvolti nella firma del protocollo d’intesa di oggi, attraverso molte iniziative nel tempo al fianco degli altri attori, la comunità scientifica, le associazioni, i soggetti istituzionali. Nei mesi scorsi la stessa presidente dell’Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, nonché vicepresidente della X Commissione del Senato, sen. Daniela Sbrollini, ha presentato un disegno di legge, l’Atto del Senato n.135 della XIX Legislatura del 13 ottobre 2022 su «Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale», per dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale e specialisti di inserirlo in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali.
Il protocollo d’intesa
Il protocollo d’intesa siglato rappresenta un passo fondamentale per la promozione dell’attività motoria e dell’esercizio fisico quale priorità dell’agenda istituzionale e per la collaborazione tra fisioterapisti e chinesiologi per il raggiungimento di obiettivi comuni quali la salute e il benessere della popolazione, che passano attraverso l’azione virtuosa dell’esercizio fisico. L’accordo avvia tra gli attori coinvolti un percorso comune verso l’efficienza fisica ottimale che dall’intervento in regime sanitario si porta verso un’azione di mantenimento e prevenzione primaria che contribuisce al conseguimento di una buona qualità della vita. L’obiettivo è quello di garantire al cittadino l’opera di professionisti qualificati sia accademicamente che professionalmente, evitando pericolose approssimazioni o azioni inadeguate nella somministrazione dell’esercizio fisico.
Uno sforzo congiunto, quello che si avvia per la prima volta nel nostro paese, che vuole valorizzare, da una parte, l’idea di una programmazione strutturata nella somministrazione dell’esercizio fisico, tesa a ottenere determinati effetti fisiologici sull’organismo umano, e, dall’altra, il ruolo dei professionisti che sono responsabili della sua modulazione sia in ambito terapeutico-sanitario (fisioterapisti) che in quello preventivo-sociale (chinesiologi). Un obiettivo, quello di minimizzare il distacco sia operativo che culturale tra l’ambito sanitario e quello sociale, che costituisce un fattore molto importante sia per il miglioramento delle condizioni di salute globale e sia per il contenimento delle spese al livello del Sistema Sanitario.
I commenti
«Sport e attività fisica rappresentano un “farmaco” senza controindicazioni, che fa bene a tutte le età», dichiara la sen. Daniela Sbrollini, presidente dell’Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, vice presidente X Commissione del Senato. «Nei Paesi industrializzati la sedentarietà è divenuta il secondo più importante fattore di rischio per la salute, dopo il fumo di tabacco. Esiste una stretta relazione tra l’inattività fisica e le malattie cronico-degenerative, che rappresentano circa il 75 per cento delle cause di mortalità nei Paesi industrializzati. Il lavoro del nostro intergruppo è fortemente impegnato nel sostenere l’attività fisica per migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini, soprattutto quelli con malattie croniche, promuovendola come priorità dell’agenda istituzionale».
«Si avvia un programma di cooperazione finalizzato a progetti che promuovano l’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Sistema sanitario nazionale», dichiara il sen. Guido Liris, presidente Intergruppo parlamentare per la prevenzione delle emergenze e l’assistenza sanitaria nelle aree interne. «L’obiettivo è quello di sostenere l’attività motoria e sportiva nelle persone di ogni fascia di età, sia che presentino sia che non presentino condizioni tali da richiedere un intervento di natura clinica. È quanto mai necessario promuovere interventi in grado di aumentare la capacità dei cittadini di comprendere e controllare i fattori di rischio, nonché di ridurre o rimuovere, attraverso l’adozione di politiche favorevoli alla salute, i fattori ostacolanti la pratica di una regolare attività fisica».
«I dati ci dicono che nel nostro Paese, attualmente, vi è una marcata situazione sociale di ipocinesia. Questo espone ad una facilitazione dell’instaurarsi di malattie croniche che presentano un forte impatto socio-economico» dichiara Giorgio Berloffa, presidente Unione nazionale Chinesiologi.
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