Contro la balbuzie allontanare stress e questioni emotive

L’INTERVISTA. Presentarsi a un esame come a un colloquio importante, è sempre un momento di tensione che si acuisce soprattutto nelle persone disfluenti, cioè balbuzienti, che faticano a esternare con facilità quello che vorrebbero dire.

Ne parliamo con Dora Siervo, psicoterapeuta specialista della cura della balbuzie in Humanitas Medical Care di Bergamo.

Dottoressa Siervo, perché di fronte a esami o colloqui importanti chi soffre di balbuzie rischia di bloccarsi?

«La tensione di fronte un esame o colloquio importante, aggiunta alla difficoltà che può sorgere dal dover parlare davanti a terzi, può creare problemi che riguardano la respirazione: l’ansia, l’agitazione modificano il tono della respirazione e procurano una sensazione di “fame d’aria”. Il risultato è che la persona balbuziente o disfluente cerca di inglobare più aria, ma più cerca di farlo e più le corde vocali si occludono aumentando il senso di disagio e la difficoltà di parlare liberamente».

La tensione può aumentare a seconda di come viene impostato il colloquio?

«Sì, è un fattore che incide molto. Una delle cause è dovuta al fatto che spesso chi interroga, di fronte alla balbuzie, tenda a tagliare corto non facendo finire la risposta dell’interrogato o dell’interrogata. Può essere fatto in buona fede, per trarre d’impaccio chi sta cercando di parlare ma il risultato, dal punto di vista psicologico, è sempre negativo».

Perché?

«Perché la persona da una parte può avere la frustrazione di non poter dire tutto quello che sa, perché è stato interrotto mentre lo esponeva; dall’altra può avere la sensazione di ricevere un aiuto non desiderato, aspetto che lo rende invidioso verso chi non ha un problema come il suo. Sono situazioni che creano disagi e, quindi, ulteriore tensione e conseguente difficoltà a esprimersi».

Questa tensione si manifesta anche attraverso altri segnali?

«Sì, anzitutto attraverso una tipica rigidità del corpo che diviene quasi paralizzato. Questo accade perché il fatto di prendere più aria possibile, nel tentativo di combattere la sensazione di “apnea” che si sta vivendo, provoca una compressione, una costrizione che è proprio il contrario di quando il corpo è rilassato. Un altro aspetto rilevante è la sudorazione, che interessa in particolare le mani. È come se si creasse un circolo vizioso per cui non si vede l’ora che tutto finisca, e questo agisce sulla capacità di attenzione e concentrazione».

«La persona da una parte può avere la frustrazione di non poter dire tutto quello che sa, perché è stato interrotto mentre lo esponeva; dall’altra può avere la sensazione di ricevere un aiuto non desiderato. Sono situazioni che creano disagi»

Qual è il consiglio che si può dare?

«Concentrarsi sul controllo della propria respirazione diaframmatica. Poi pensare a qualcosa di positivo che aiuti a scacciare il pensiero disfunzionale e consenta di basarsi solamente sul “qui e ora”, focalizzandosi sulle parole che si stanno pronunciando, sul contesto, sul contenuto della frase, parola per parola, tralasciando il resto, così da allontanare il pensiero da questioni emotive che possono creare stress».

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