La salute
Giovedì 20 Maggio 2021
Con più infermieri in ospedale, meno morti e ricoveri più brevi
La ricerca è stata condotta dall’università della Pennsylvania nella regione australiana del Queensland.
Negli ospedali con più infermieri si muore di meno e i ricoveri sono più brevi. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Lancet proprio nella giornata mondiale dedicata alla categoria, celebrata il 12 maggio.
La ricerca è stata condotta dall’università della Pennsylvania nella regione australiana del Queensland, dopo che le autorità locali hanno varato un programma per aumentare il numero di infermieri negli ospedali fino a uno ogni quattro pazienti. Sono stati analizzati i dati di 400mila persone ricoverate e 17mila operatori in 27 ospedali che avevano introdotto il criterio e in 28 che invece erano rimasti con rapporti più bassi. l’analisi ha trovato un calo della mortalità del 7% e della lunghezza del ricovero del 3% per ogni paziente in meno seguito dagli infermieri durante il loro turno. Secondo il modello nei 27 ospedali che avevano implementato la nuova policy si sono risparmiati 145 morti e quasi 30mila giorni di ricovero in due anni. «I nostri dati - afferma Matthew McHugh, l’autore principale - colmano un gap di dati che ha rallentato una diffusione maggiore della policy. Chi si oppone spesso obietta che non c’è una valutazione chiara degli effetti, quindi speriamo che i nostri dati convincano le persone della necessità di un rapporto minimo infermieri-pazienti dimostrando che un’assistenza di qualità è vitale per la sicurezza e la cura dei pazienti».
Secondo i dati Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, nel 2016, l’Italia aveva 557 infermieri ogni 100.000 abitanti (negli anni successivi sono diminuiti), mentre sei Paesi dell’Unione europea, tra cui i maggiori partner (come Germania e Francia), superavano i 1.000 (dai 1.172 del Lussemburgo ai 1.019 della Francia) e altri sette, tra cui il Regno Unito, erano comunque tra i 981 infermieri per 100.000 abitanti della Danimarca e i 610 dell’Estonia.
Anche volendo solo raggiungere il livello medio di questi Paesi, in Italia mancherebbero tra i 50 e i 60 mila infermieri. Per farlo ci si dovrebbe adeguare all’Europa, prevedendo più infermieri in formazione e occupazione, con evidenti progressi nell’eliminazione della carenza globale entro il 2030.
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