Come tornare in forma
dopo gli ozi dell’estate

Prima di dedicarsi al gesto atletico vero e proprio è necessario raggiungere la condizione migliore.

C’è chi ha approfittato della stagione estiva per praticare l’attività sportiva messa un po’ da parte nel resto dell’anno, e c’è chi invece ha vissuto i mesi più caldi nel più assoluto riposo, dedicando il tempo libero al rilassamento e alla buona cucina, rimandando la ripresa dell’attività fisica al mese di settembre, quello del rientro alla vita «ordinaria». «Per tutta questa seconda categoria di persone – sottolinea il dottor Vincenzo Madonna, responsabile dell’Ortopedia di Humanitas Castelli – è fondamentale che il ripreso approccio allo sport sia intelligente e attento, così da evitare problemi a muscoli, tendini e ossa» .

La prima cosa da fare è concentrarsi sul ritorno in forma in senso generale: «Prima di dedicarci al gesto atletico vero e proprio, tipico di ogni sport – aggiunge il responsabile dell’Ortopedia di Humanitas Castelli – dobbiamo raggiungere la condizione fisica che ci permetta di eseguirlo nel migliore dei modi. Per questo dobbiamo lavorare su fiato, forza e resistenza, condizioni che si possono raggiungere solo attraverso un corretto allenamento corporeo complessivo. Solo dopo avere raggiunto questo obiettivo possiamo cominciare a concentrarci sul nostro sport preferito, attraverso un giusto training specifico».

La giusta preparazione comincia dagli arti inferiori . O, meglio, il primo pensiero deve essere rivolto all’impostazione dell’equilibrio corporeo, fondamentale per lo svolgimento di qualsiasi attività sportiva, che si può ottenere lavorando con esercizi specifici sul bacino e sulle gambe. In seguito ci si deve rivolgere all’elasticità muscolare degli arti inferiori, attraverso attività di riscaldamento e di stretching. « L’elasticità – avverte il dottor Madonna – è fondamentale: quando un muscolo è potente ma non elastico possono generarsi problemi come strappi o contratture muscolari, ma anche lesioni ai tendini, come quello rotuleo o di Achille. E non bisogna dimenticare che questi rischi aumentano con il trascorrere dell’età, diciamo a partire dai 40 anni in poi. Una volta raggiunta la giusta elasticità si può passare in maniera parallela e graduale al rinforzo muscolare, cioè alla ricerca della forza e della resistenza dei muscoli. E, finalmente, si può cominciare a lavorare sul gesto atletico specifico dello sport prescelto».

Che la preparazione degli arti inferiori sia fondamentale è fuori discussione, ma non meno importante è dedicarsi alla parte superiore del corpo . Anche in questo ambito occorre prima di tutto preoccuparsi dell’equilibrio, che in questo caso riguarda direttamente la colonna vertebrale. Ma c’è un’area che deve essere curata con particolare attenzione: «È quella che si raccoglie intorno alla scapola – descrive il dottor Madonna –, osso molto importante che “scorre” sul torace e si articola con l’omero e la clavicola che, a sua volta, è collegata allo sterno. È qui che si “comanda” tutta la gestualità degli arti superiori e solo avendo una scapola ben stabile è possibile procedere con il rafforzamento dei muscoli delle braccia: deltoide, bicipite e tricipite . Un discorso ovviamente valido soprattutto per chi pratica sport come tennis, nuoto e pallavolo. Ma attenzione: il movimento degli arti superiori è fondamentale per lo svolgimento di qualsiasi sport, anche di quelli che per essere praticati prevedono in particolare l’uso delle gambe».

Tutti questi passaggi, che riguardano sia gli sportivi agonisti sia quelli amatoriali devono essere svolti seguendo le indicazioni e i suggerimenti di personale specializzato . «Per gli agonisti si tratta di una condizione del tutto normale, hanno interi staff a loro disposizione che si dedicano a questo, mentre per gli amatori ci si deve affidare alla buona volontà del singolo. A volte è sufficiente essere instradati e poi proseguire da sé tenendo conto dei consigli, ricordando che se si comincia bene è più facile, poi, evitare traumi indesiderati».

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