La salute / Bergamo Città
Venerdì 27 Dicembre 2024
Chirurgia gastroenterica, cento interventi con il robot
LA TECNICA. L’elemento distintivo della chirurgia robotica risiede nella sua «mini-invasività».
La Chirurgia Generale addominale e toracica dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha raggiunto il traguardo dei 100 interventi di chirurgia dell’apparato gastroenterico, eseguiti con l’ausilio del robot Da Vinci, per il trattamento di patologie dell’apparato digerente. Un risultato che testimonia l’impegno costante dell’equipe diretta da Alessandro Lucianetti nell’adozione di tecnologie avanzate per migliorare le cure e la qualità di vita dei pazienti. Oggi il robot chirurgico in questo ramo della Chirurgia generale viene impiegato principalmente per il trattamento dei tumori gastroenterici, con un focus specifico sui tumori colo-rettali e, in misura minore, su quelli gastrici (tumore dello stomaco e patologia benigna della colicisti). Alla consolle si alternano i chirurghi Roberto Manfredi e Paolo Bertoli coadiuvati al tavolo operatorio da Nadiane Paderno. Le competenze consolidate nella chirurgia mini-invasiva robotica di questi professionisti sono attualmente le uniche presenti nel panorama provinciale.
Perché il robot fa la differenza
L’elemento distintivo della chirurgia robotica risiede nella mini-invasività, un approccio che punta a ridurre al minimo l’impatto operatorio e anestesiologico sul paziente. «La necessità è quella di ridurre il più possibile l’impatto chirurgico», spiega Roberto Manfredi. «La tecnica robotica ci consente di conservare i benefici della laparoscopia, aggiungendo ulteriori vantaggi: l’ingrandimento ottico del campo operatorio, offerto dalla telecamera endoscopica, la visione tridimensionale, la maggiore precisione intraoperatoria con sette gradi di movimento degli strumenti».
Il secondo robot per il Papa Giovanni XXIII
Un’accelerazione importante del programma robotico si è avuta con l’arrivo, lo scorso giugno, di un secondo robot chirurgico al Papa Giovanni XXIII. Questo ha consentito un aumento significativo del numero di interventi settimanali effettuati dalle varie équipe, tra cui quella della Chirurgia 1 che si distingue inoltre per la gestione delle carcinosi peritoneali con chemioipertermia intraoperatoria (HIPEC) e per l’esperienza nella chirurgia toraco-mediastinica, oltre ad assicurare un servizio di emergenza attivo 24 ore su 24 per le urgenze toraco-addominali, con preferenza per l’approccio mini-invasivo, riducendo l’impatto post-operatorio sui pazienti.
Sei équipe coinvolte
Lo sviluppo del programma robotico è curato da Luigi Da Pozzo, professore ordinario di Urologia all’Università di Milano Bicocca e Direttore del Dipartimento Chirurgico dell’Asst Papa Giovanni XXIII. Attualmente, sono sei le équipe chirurgiche dell’Asst coinvolte nell’impiego della robotica: l’Urologia, la Ginecologia e Ostetricia, la Chirurgia generale 1 con due distinte équipe, per la chirurgia addominale e per quella toracica, la Chirurgia pediatrica, la Chirurgia generale 3 trapianti addominali. La scelta da parte della Direzione aziendale di installare i due robot in un unico blocco operatorio robotico permette di mettere a fattore comune e di favorire lo scambio di conoscenze e di esperienza tra i chirurghi.
L’Asst Papa Giovanni XXIII intende proseguire nell’applicazione della chirurgia robotica anche ad altri ambiti oncologici e di patologie benigne, con campi di applicazione in continua evoluzione
Un futuro sempre più robotico (e non solo)
Il traguardo dei 100 interventi di chirurgia addominale rappresenta solo una tappa di un percorso più ampio. L’Asst Papa Giovanni XXIII intende proseguire nell’applicazione della chirurgia robotica anche ad altri ambiti oncologici e di patologie benigne, con campi di applicazione in continua evoluzione. La Chirurgia generale 1 addominale e toracica ha una consolidata esperienza nel trattamento dei tumori del tratto gastroenterico e toracico, adottando tecniche mini-invasive non solo con il robot, ma anche attraverso un approccio laparoscopico. La mini-invasività, in tutte le sue forme, è un approccio ormai fondamentale in chirurgia. Si punta da un lato a ridurre l’impatto fisico e psicologico dell’intervento sul paziente e dall’altro ad accorciare i tempi di ripresa funzionale. Questo può ridurre i tempi di degenza in ospedale ed avere un riflesso positivo, in prospettiva, sia sulle liste di attesa sia sui costi a carico del sistema sanitario nazionale in termini di giornate di ricovero
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