La salute
Mercoledì 08 Gennaio 2025
Cala la mortalità, e il 50% dei tumori «potrà guarire»
IL REPORT . Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: il persistere di cattivi stili di vita ed il gap su prevenzione e screening.
C’è ancora molto da fare e per alcune forme di tumore i progressi sono più lenti, ma i dati che arrivano dall’ultimo rapporto «I numeri del cancro in Italia 2024» aprono alla speranza e dimostrano i passi avanti compiuti grazie alla ricerca. Quest’anno sono infatti stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore, numeri stabili rispetto allo scorso biennio, ma ben la metà di chi si ammala, affermano gli oncologi, potrà guarire, poiché arriverà ad avere la stessa aspettativa di vita di chi non si è mai ammalato di cancro. Ed ancora: diminuisce la mortalità tra i giovani e aumenta il numero di chi vive da anni con una diagnosi di cancro, sfiorando i 3,7 milioni.
I cattivi stili di vita
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: il report (frutto della collaborazione tra l’associazione italiana di oncologia medica Aiom ed i partner Airtum, Passi dell’Iss, Ons e Siapec) evidenzia infatti il persistere di cattivi stili di vita ed il gap tra le diverse Regioni sul fronte della prevenzione e degli screening.
Metà dei malati guariscono
Il dato positivo che sicuramente colpisce è che la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire, perché avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato una neoplasia.
Per i tumori ginecologici ad esempio, emerge dal rapporto, «la probabilità di guarigione da tumore del corpo dell’utero è stata del 69%. Nel carcinoma della mammella è pari al 73%, ma passa dal 99% nello stadio I all’81% nello stadio II. Chi si è ammalato di tumore del colon-retto ha invece una probabilità di guarire del 56%, dal 92% in stadio precoce al 71% in stadio II».
Il ruolo fondamentale della diagnosi precoce
Evidente, avvertono gli oncologi, il ruolo della diagnosi precoce. Inoltre, diminuiscono i decessi per cancro nei giovani adulti 20-49enni: in 15 anni (2006-2021) la mortalità è diminuita del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini e sono state 786 le vite salvate tra le donne e 939 tra gli uomini. Significativa, in particolare, è la riduzione dei decessi per carcinoma polmonare, che resta uno dei «big killer»: -46,4% nelle donne e -35,5% nei maschi. Dunque, sottolinea il presidente eletto Aiom Massimo Di Maio, «si ridimensiona la notizia rimbalzata nei mesi scorsi di un’ epidemia mondiale di cancro tra i giovani, che in realtà risentiva di dati epidemiologici mondiali sovrastimati che non tenevano conto dei diversi fattori demografici ed epidemiologici». Il tumore più diagnosticato è il carcinoma del seno (53.686 casi), seguito dal colon-retto (48.706), polmone (44.831) e prostata (40.192).
Tanti i fattori di rischio
Tuttavia, «anche se la stima del numero di nuovi casi di cancro è di poco inferiore a quelle del 2022-23 - afferma Francesco Perrone, presidente Aiom - non si può essere particolarmente ottimisti in un quadro più generale di prevalenza ancora alta di fattori di rischio comportamentali e ambientali che contribuiscono a causare il cancro. Si tratta di una materia in cui è necessario investire di più e a molteplici livelli, incluse, ad esempio, le riforme che Aiom sta promuovendo per rendere più efficace la lotta al tabagismo».
Proprio sugli stili di vita, infatti, si registrano dati ancora poco incoraggianti: il 24% degli adulti fuma, il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio e si registra un boom di sedentari, pari al 28%. Quanto agli screening, nel 2023 c’è stata una maggiore adesione (49% per lo screening mammografico, 47% per quello cervicale e il 32% per quello colorettale), ma «restano ancora notevoli differenze territoriali, con le Regioni meridionali che fanno registrare livelli di adesione inferiori».
L’errata alimentazione incide per il 35% sull’insorgenza di tumori
Dunque, «la sfida - sottolinea il ministro della Salute Orazio Schillaci nella prefazione al rapporto - deve essere quella di investire in prevenzione, promuovendo stili di vita sani, a partire da un’alimentazione corretta, associata all’attività fisica. Sappiamo che l’errata alimentazione incide per il 35% sull’insorgenza dei tumori e che la dieta mediterranea riduce del 10% la mortalità. Allo stesso tempo - conclude Schillaci - occorre promuovere la partecipazione ai programmi di screening, fondamentali per diagnosticare precocemente una patologia e aumentare notevolmente le possibilità di guarigione».
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