Attenti a vespe e calabroni: un vademecum per difendersi

DA SAPERE. Nei soggetti predisposti, la loro puntura può anche provocare reazioni particolarmente violente.

Si stima che in Italia oltre 5 milioni di persone vengano punte ogni anno dagli imenotteri, cioè da vespe, api e calabroni. Un problema frequente soprattutto in estate quando si tende a passare più tempo all’aria aperta, in spiaggia, nei prati o in montagna, con conseguenze che possono essere più o meno serie a seconda dei casi. Che cosa fare allora se si viene punti? È possibile prevenire le punture degli imenotteri? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania Milani referente del servizio di Allergologia e Immunologia del Policlinico San Marco e di Smart Clinic all’interno de «Le Due Torri» e «Oriocenter».

Dottoressa Milani, quali sono le reazioni che possono causare le punture di api, vespe e imenotto in genere?

«Le reazioni alla puntura di imenottero sono legate al fatto che quando questi insetti pungono una persona le inoculano una sostanza velenosa. Non tutti però reagiscono allo stesso modo. Nelle persone non predisposte questo veleno, ricco di sostanze irritanti, causa bruciore, rossore, dolore e prurito nella zona della puntura. Si tratta di reazioni del tutto normali finchè restano localizzate nella sede della puntura e sono limitate nella gravità e nella durata. In chi è predisposto, invece, il veleno può provocare allergia, ovvero una reazione esagerata da parte dell’organismo che si manifesta non solo con bruciore, rossore, dolore e prurito intensi che si estendono ben oltre la sede della puntura, ma anche con reazioni come orticaria, gonfiore alla gola con senso di soffocamento, asma, fino ad arrivare, nei casi più gravi allo shock anafilattico che può avere anche esiti fatali»

Le reazioni nello specifico?

«Schematizzando, le reazioni possono essere distinte in a) reazione normale. Si manifesta con rossore, dolore e gonfiore nella sede della puntura; b) reazione locale estesa. Si verifica quando la reazione cutanea si estende oltre un diametro di 10 centimetri dalla sede della puntura; c) reazione allergica. In questo caso la reazione può estendersi a tutto il corpo, con la comparsa, nell’arco di 15-30 minuti dalla puntura di lesioni rilevate, rosse e pruriginose, a cui si può associare gonfiore di labbra, palpebre e regione perioculare (i cosiddetti angioedemi). d) reazione anafilattica. Oltre alla pelle e alle mucose vengono coinvolti anche altri apparati quali il cardiocircolatorio, il respiratorio e il gastrointestinale. Si manifesta con sintomi come giramenti di testa, abbassamento della pressione, sensazione di svenimento, asma, difficoltà a respirare, sensazione di gonfiore alla gola, crampi addominali intensi, nausea, vomito, diarrea. In genere compare dai 5 ai 20 minuti dopo la puntura».

«La prima cosa da fare, se si viene punti da una vespa o un calabrone, è rimuovere il pungiglione, qualora visibile, con un movimento secco e rapido. È importante farlo entro 20 secondi, periodo trascorso il quale il veleno sarà ormai in circolo nel corpo»

Che cosa bisogna fare in caso di puntura di imenotteri?

«La prima cosa da fare, se si viene punti da una vespa o un calabrone, è rimuovere il pungiglione, qualora visibile, con un movimento secco e rapido. È importante farlo entro 20 secondi, periodo trascorso il quale il veleno sarà ormai in circolo nel corpo. Successivamente, il trattamento dipende dalla gravita della reazione. In caso di reazione normale circoscritta alla cute è sufficiente mettere prima possibile del ghiaccio per ridurre il gonfiore e una pomata al cortisone per l’infiammazione. Se la reazione è più estesa, ma sempre limitata alla cute, oltre al ghiaccio e alla pomata di cortisone può essere indicato, su indicazione medica, assumere cortisone e antistaminico per bocca. In caso di reazione allergica, invece, se si hanno a disposizione antistaminici e cortisonici è opportuno assumerli al più presto. Altrimenti bisogna recarsi immediatamente al Pronto Soccorso per la somministrazione e prescrizione di una adeguata terapia. Successivamente sarà importante effettuare una visita allergologica per una corretta diagnosi e terapia. Lo specialista allergologo istruirà anche la persona su come trattare una possibile futura reazione anafilattica con autoiniettori di adrenalina da somministrare nel muscolo della coscia».

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