«Astra Zeneca funziona bene
Evita il 100% dei casi gravi»

Pietro Di Lorenzo, presidente di Irbm di Pomezia Terme: «Il vaccino è completamente efficace nell’evitare l’ospedalizzazione».

Il vaccino AstraZeneca/Oxford/Irbm non è un vaccino «di serie B» ed ha una «efficacia al 100% nell’evitare l’ospedalizzazione» e, dunque, le forme gravi di Covid-19. E questo anche sui soggetti anziani. In un’intervista all’Ansa, il presidente della Irbm di Pomezia Pietro Di Lorenzo fa il punto sulla validità del farmaco e rassicura circa gli approvvigionamenti, annunciando che nei prossimi mesi si recupereranno le consegne mancate.

Primo punto, i dubbi sollevati da alcuni sull’efficacia del vaccino: «La multinazionale Astrazeneca non è certo una sprovveduta -spiega - ed ha al suo attivo centinaia di trials clinici mentre l’Università di Oxford è una delle accademie più titolate al mondo sul piano scientifico. Sono particolarmente orgoglioso di lavorare a questo progetto con questi partners. È semplicemente sciocco pensare che abbiano commesso errori grossolani. Al contrario è stato messo a punto un vaccino di grande efficacia e sicurezza». Infatti, spiega, «il preprint consegnato a The Lancet di uno studio su 10.290 persone in Inghilterra e 10.300 in Brasile con età dai 18 anni in su e quindi comprensiva degli anziani anche con patologie gravi come diabete, obesità, insufficienze respiratorie e problemi cardiovascolari, chiarisce senza ombra di dubbio che l’efficacia per contrastare la malattia grave è del 100%. Questo significa che la totalità dei vaccinati con il siero Astrazeneca non rischia più di andare in ospedale e, ovviamente, tantomeno in terapia intensiva. L’efficacia totale, poi, con la prima dose si è dimostrata del 73% e dopo l’inoculazione della seconda dose dopo 12 settimane è risultata dell’82%. È importante anche sottolineare che il lasso di tempo di 12 settimane che può passare tra la 1/a e la 2/a dose consente di procedere in maniera molto più spedita nella vaccinazione di massa, che non mi sembra un vantaggio da poco».

Quanto al prezzo più basso del vaccino rispetto agli altri disponibili, sottolinea ancora Di Lorenzo «non voglio neanche pensare che una scelta di immenso valore etico di una multinazionale che volontariamente ha rinunciato a guadagnare qualche miliardo di dollari in favore della collettività ed alla quale penso si debba solo riconoscenza e rispetto, possa essere alla base degli attacchi scomposti di cui è stato oggetto il vaccino. Però, certo, qualche sospetto, che voglio subito scacciare dalla mente - argomenta Di Lorenzo - è legittimo che si presenti, perché è apparso quasi che ci fosse, un disegno per delegittimare il vaccino e far passare l’idea che fosse un prodotto di Serie B e perciò costasse poco».

Sul limite di utilizzo per gli over 65 stabilito dall’Aifa, di Lorenzo precisa: «Non commento le decisioni Aifa - risponde - perché la credibilità delle Istituzioni è un asset importante della convivenza sociale e quindi deve essere sempre e comunque tutelata a prescindere. Quindi l’Aifa fa il suo lavoro. Mi limito ad osservare che l’Ema ha approvato l’utilizzo senza limitazioni di età e patologie e l’Oms ha ribadito questa linea tre giorni orsono. Nel mondo una cinquantina di Paesi hanno già utilizzato milioni di dosi del vaccino senza alcun limite di età perché è dimostrato che nella popolazione anziana il livello di creazione di anticorpi è analogo a quello della popolazione giovane. Aggiungo che Astrazeneca è l’unica società che ha pubblicato i dati che dimostrano che il vaccino inibisce la trasmissibilità del virus al 67%».

Altra questione è rappresentata dalle varianti del virus e quindi dall’efficacia del vaccino. «Sulla variante inglese i dati sono assolutamente sovrapponibili e cioè il vaccino - sottolinea di Lorenzo - conferma totalmente la sua efficacia di protezione al 100% dal rischio di ospedalizzazione conseguente ad una malattia grave e del 76% e 82% rispettivamente dopo la 1/a e la 2/a dose. Per quella brasiliana e sudafricana sono in corso i test e a breve arriveranno le risposte». In merito poi agli approvvigionamenti ed il rispetto degli impegni, «è importante premettere - dice - che produrre vaccini non è come sfornare pillole o sciroppo: presuppone un processo biologico sofisticato che a volte può deludere le aspettative in termini quantitativi. È quello che è successo in una manifattura in Belgio. Astrazeneca sta mettendo in campo tutta la propria esperienza e forza organizzativa per ovviare all’inconveniente e raggiungere nel più breve tempo possibile la produzione ottimale programmata. Entro fine Febbraio arriverà’ un milione di dosi. A Marzo, se non ci saranno problemi particolari è prevista la consegna di ulteriori 4 milioni di dosi. Nei mesi successivi, considerato lo sforzo organizzativo che sta mettendo in campo Astrazeneca, è credibile che si possa anche ipotizzare un recupero di parte delle consegne mancate».

Elemento da ribadire, conclude il presidente di Irbm, è anche «la logistica di questo vaccino, che è di una semplicità estrema. Si conserva e trasporta a 2/8 gradi come il vaccino antinfluenzale e quindi la distribuzione e la vaccinazione possono essere realizzate nei normali presidi sanitari e cioè medici di base e farmacie, oltre naturalmente alle strutture ospedaliere».

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