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Venerdì 29 Aprile 2022
Asma bronchiale, i pollini non aiutano chi è allergico
Pneumologia I fattori scatenanti l’attacco sono soprattutto gli allergeni respiratori ma anche fattori fisici, come il passaggio dal caldo al freddo.
L’asma bronchiale è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che interessa i bronchi e che colpisce persone di tutte le età. Ne parla il dott. Antonino Patané, pneumologo in Politerapica a Seriate, perché in questa stagione con l’arrivo della primavera e l’esposizione ai pollini, si osserva il riacutizzarsi della malattia nelle persone con allergie stagionali.
Non sottovalutare
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’asma bronchiale è una delle malattie più diffuse al mondo: colpirebbe 235 milioni di persone. In Italia si stima che colpisca il 4,5% della popolazione. Il 10% di questa sarebbe affetta da una forma grave. La metà degli adulti e l’80% dei bambini che ne sono colpiti, ne soffrono su base allergica. È una patologia in crescita.
Si manifesta con il restringimento delle vie aeree (broncospasmo), tosse e iperproduzione di muco. Durante gli attacchi più intensi la persona avverte respiro affannoso e sibilante e senso di costrizione toracica con mancanza d’aria. È una sintomatologia intermittente che può durare da pochi minuti a qualche ora, può risolversi spontaneamente o con un farmaco broncodilatatore, Ci sono forme, per fortuna rare, di asma severa con attacchi fatali o quasi fatali che richiedono somministrazione di ossigeno e l’intervento di un medico rianimatore per la grave insufficienza respiratoria acuta che le accompagna. L’asma è una patologia da non sottovalutare che può e deve essere ben curata per ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi. Con la terapia medica si agisce sull’infiammazione delle vie aeree bronchiali che è alla base dell’attacco asmatico. Più la mucosa bronchiale è infiammata, più la malattia si manifesta in modo grave per sintomi e frequenza di attacchi. Occorre quindi agire con una terapia di fondo a lungo termine antinfiammatoria con farmaci corticosteroidei essenzialmente topici, abbinati a farmaci broncodilatatori per uso inalatorio.
Diverse possibili cause
Non sono chiare le cause dell’asma. È probabile che sia il risultato di diversi fattori combinati tra loro: predisposizione genetica, condizioni ambientali e nutrizione. Da una parte, sono stati segnalati più di 100 geni che possono predisporre all’asma. Dall’altra, è dimostrato come allergeni respiratori domestici (acari della polvere, derivati epidermici di animali, muffe) o ambientali (pollini), siano coinvolti nel suo sviluppo. Sembra poi che un’alimentazione a basso contenuto di vitamina C ed E, nonché di acidi grassi omega-3 possa favorire l’asma. Lo stesso varrebbe per l’obesità. Pare che possano incidere anche fattori perinatali come giovane età della mamma, scarsa nutrizione materna, prematurità, basso peso alla nascita e mancato allattamento al seno.
I fattori scatenanti l’attacco sono soprattutto gli allergeni respiratori ma anche fattori fisici: passaggio repentino da un ambiente caldo ad uno freddo e secco, sforzo fisico, specie se compiuto in ambiente freddo (asma da sforzo) e anche intense emozioni. In molti casi può essere causato da inalazione di fumi irritanti o di succhi acidi provenienti dallo stomaco (asma da reflusso gastro-esofageo) e nel corso di infezioni delle vie aeree superiori soprattutto virali che aumentano la flogosi della mucosa bronchiale.
Lo specialista pneumologo
Se si avvertono difficoltà respiratorie, bisogna rivolgersi al proprio medico che valuterà come procedere e se ricorrere alla consulenza dello specialista pneumologo. Per la diagnosi di asma si parte da un’attenta anamnesi. Si procede poi con l’esame obiettivo che non sempre permette di coglierne i segni e i sintomi essendo questi tipicamente intermittenti. Nella diagnosi e nel monitoraggio della malattia è fondamentale la spirometria, un esame di funzionalità dell’apparato respiratorio che misura flussi e volumi polmonari per valutare il grado di pervietà delle vie aeree bronchiali. Con questo esame si rileva la presenza di broncospasmo o deficit ventilatorio ostruttivo delle vie aeree bronchiali tipico dell’asma. Una seconda prova spirometrica, dopo inalazione di un broncodilatatore, permette di vedere se l’ostruzione bronchiale è reversibile confermando la diagnosi e escludendo la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), un’altra importante patologia dell’apparato respiratorio dove l’ostruzione bronchiale non è reversibile. Nel caso di sospetto di asma bronchiale allergica, per la diagnosi si possono eseguire dei Prick test (test allergologici cutanei) e Rast test per comuni allergeni respiratori. Giunti alla diagnosi, lo specialista fornirà indicazioni precise per la cura della malattia e per la prevenzione degli attacchi.
Per quanto riguarda le sue forme allergiche l’asma può essere prevenuta con sieri immunizzanti e con la bonifica ambientale domestica. Il dott. Patané sottolinea che l’asma bronchiale è una patologia talvolta infida, pericolosa e di non facile diagnosi, ma che una volta riconosciuta, sebbene cronica, può essere facilmente curata consentendo ai soggetti che ne sono colpiti di condurre una vita tranquilla e serena.
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