Allergie: togliere i sintomi non basta, bisogna curarle

CONSIGLI. Per alcuni è già arrivata. Per altri arriverà a breve, complici le fioriture di alberi e piante che iniziano a farsi sentire.

Parliamo della allergia al polline, un «incubo» per milioni di italiani, in questa stagione. Se non identificata e gestita in modo efficace, infatti, può avere importanti ripercussioni sul benessere generale, sullo svolgimento delle attività quotidiane, sulla qualità del sonno notturno e sulla concentrazione. Ma come si fa capire se si è davvero allergici? E come limitare e prevenire i fastidi? Ne parliamo con la dottoressa Stefania Milani, specialista in Allergologia e Immunologia clinica, responsabile del Servizio di Allergologia del Policlinico San Marco di Zingonia e di Smart Clinic all’interno de «Le Due Torri» di Stezzano e di Oriocenter.

Dottoressa Milani, come si manifesta l’allergia ai pollini?

«I sintomi più comuni dell’allergia stagionale, dovuta in particolare al polline di alberi, graminacee e parietaria, sono starnuti continui, congestione nasale, congiuntivite con occhi arrossati che lacrimano, maggiore sensibilità alla luce. Per alcuni pazienti interviene anche l’asma bronchiale».

Come si diagnostica?

«La certezza può essere ottenuta solo con un’adeguata visita dallo specialista che indicherà quali test cutanei (prick test) o esami del sangue siano necessari. I primi, detti allergometrici, vengono prescritti ed effettuati dallo specialista allergologo e costituiscono un valido e consolidato mezzo diagnostico. Inoltre sono di facile, veloce e sicura esecuzione e sono ben tollerati anche dai bambini. Il prick test si esegue appoggiando e facendo penetrare, tramite una scarificazione superficiale, nel primo strato della cute, sulla superficie interna dell’avambraccio, una goccia della sostanza che si sospetta possa causare allergia (allergene). Nell’arco di 20 minuti, se il paziente è sensibilizzato, sul braccio comparirà un pomfo, cioè una zona gonfia e arrossata di dimensioni variabili. In genere la risposta a un allergene è giudicata positiva (quindi la persona è allergica) quando il pomfo ha un diametro di almeno un quarto del diametro del pomfo di riferimento eseguito con istamina (sostanza presente in tutti gli esseri umani e mediatore delle reazioni allergiche)».

Come si può prevenire? E come alleviare i fastidi?

«Il primo trattamento contro l’allergia consiste nel ridurre il più possibile il contatto con gli allergeni. Per le fasi acute è utile la terapia farmacologica prevalentemente topica, ovvero locale, (colliri, spray nasali, devices per la cura dell’asma). Per via generale possono essere somministrati anche gli antistaminici che riducono il rilascio di istamina e hanno il compito esclusivamente alleviare i sintomi, in particolare prurito, starnuti o lacrimazione, ma sono meno efficaci nei confronti della congestione nasale che deve essere trattata con steroidi sempre topici. Per risolvere il problema in modo più duraturo, invece, efficace è l’immunoterapia specifica (o vaccino), che consiste nell’ insegnare gradualmente al sistema immunitario delle persone allergiche a tollerare gli allergeni responsabili dei loro sintomi. È bene sottolineare che è molto importante curare la rinite allergica (non solo toglierne i sintomi) poiché, se non curata, può portare a complicanze quali poliposi nasale, sinusite cronica, asma bronchiale e sindrome delle apnee notturne (noti fattori di rischio per infarto cardiaco e ictus cerebrale)».

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