Acufeni, nel mondo ne soffre il 14% della popolazione

UDITO. Uno studio clinico condotto su 55 pazienti ha mostrato miglioramenti generalizzati in sette pazienti su dieci.

In occasione della Giornata mondiale dell’udito che si celebra oggi e della Giornata nazionale della sordità (la pandemia silenziosa) celebrata venerdì 1° marzo, l’Osservatorio Mohre presenta una novità scientifica sugli acufeni. Disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni «fantasma» e per il quale l’American Tinnitus Institute ha riconosciuto oltre 200 possibili cause: organiche e anatomiche, virali e ambientali ma anche vascolari, oncologiche o legate all’invecchiamento. L’acufene (o «tinnitus») è una disfunzione fino a oggi incurabile che espone i pazienti a «suoni che non esistono» descritti come ronzii, fischi, sibili, o pulsazioni che possono raggiungere livelli di disturbo psicofisico tali da compromettere fortemente la loro qualità della vita.

Uno studio finanziato dalla Comunità Europea nel 2022 ha «contato» le persone con acufene: ne soffrono 749 milioni, con una incidenza del 14% della popolazione mondiale, di cui con 120 milioni di casi gravi (il 2%), mentre circa 4 milioni sono stimati in Italia. È il momento giusto per ricordare che anche la diffusione degli acufeni sta raggiungendo livelli considerati «pandemici», quella che viene definita una «pandemia rumorosa».

Le previsioni future per i Paesi Ue sono ulteriormente pessimistiche dopo le aggravanti rilevante post Covid, l’innalzamento dell’età media della popolazione europea e le abitudini acustiche delle nuove generazioni, tutti fattori tendenti ad aumentare l’insorgere degli acufeni per la senescenza e i danni al sistema uditivo.

Un nuovo studio, pubblicato il 30 novembre scorso su «Scientific Reports», ha mostrato che gli individui che segnalano l’acufene, potrebbero avere una perdita di funzione dei nervi uditivi in presenza di una capacità uditiva apparentemente normale. Il cervello cercherebbe di compensare la perdita dell’udito aumentando la sua attività, con conseguente percezione di un suono fantasma, l’acufene appunto. Una ricerca che getta una luce nuova su una possibile causa dell’acufene.

Dopo otto anni di ricerca e due brevetti internazionali, una società italiana, nel 2022 - 23, ha completato lo sviluppo di un dispositivo medico innovativo. Acufree è la prima «terapia multimodale sincrona» per gli acufeni, in quanto usa tre elementi attivi in contemporanea ed è stata presentata ai congressi nazionali 2023 delle primarie associazioni italiane di Otorinolaringoiatria e Audiologia Sio e Siaf dal Dipartimento di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Tor Vergata, a Roma, a seguito di una sperimentazione completata nel biennio 2022-23.

I risultati dello studio clinico condotto su 55 pazienti hanno mostrato miglioramenti generalizzati dopo tre mesi in sette pazienti su dieci, con «netto miglioramento» in quattro pazienti su dieci. Dati confermati dopo dodici mesi su tutti i tre principali metodi di valutazione Tfi (indice funzionale), Thi (indice di handicap), Scala Vas.

Sono risultati, sia quantitativi che qualitativi e sia di breve che di medio periodo, che pongono questa terapia tra le più promettenti a livello internazionale. Si tratta di un sistema non invasivo che con l’utilizzo di un dispositivo con cuffie specificamente sviluppato agisce in modo sincrono su più livelli: una stimolazione acustica specifica personalizzata per ogni singolo paziente, a cui si associano onde elettromagnetiche a bassa e alta frequenza, anch’esse adattabili alle caratteristiche dell’acufene del paziente.

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