Uno scherzo per dimostrare quanto si fa sul serio

IL COMMENTO. L’Atalanta ha dimezzato il distacco (da -6 a -3), portandosi al terzo posto a due lunghezze da un’Inter che solo grazie al Var ha evitato una mezza figuraccia contro il Venezia ultimo in classifica.

«Quando si scherza, bisogna essere seri» ammonisce il Marchese del Grillo, leggendario artista della beffa ideato da Mario Monicelli e interpretato da Alberto Sordi. E con lo scherzo combinato al Napoli capolista, lanciatissimo dalla vittoria di San Siro sul Milan, questa Atalanta dimostra proprio di fare terribilmente sul seri o. In questa strana Halloween che sa di tarda primavera, se non d’estate, la squadra di Gasperini bissa al San Paolo il 3-0 della vigilia di Pasqua.

Domenica prossima, con Inter-Napoli e Atalanta-Udinese, la classifica potrebbe assumere contorni da sogno per una squadra che sarà anche meno attrezzata di altre, che non sempre potrà giocare ai livelli visti al San Paolo, ma che a questo punto è autorizzata a sognare e far sognare

Stesso risultato, ma con un peso specifico diversissimo. Quello maturò contro una squadra che, a dispetto dello scudetto cucito sul petto, era ormai alla deriva dopo il naufragio dell’improbabile parentesi targata Francesco Calzona. Questo ha riportato sulla terra una squadra che pensava in grande, sotto la guida di un vincente patentato come Antonio Conte. Rispetto alla quale l’Atalanta ha dimezzato il distacco (da -6 a -3), portandosi al terzo posto a due lunghezze da un’Inter che solo grazie al Var ha evitato una mezza figuraccia contro il Venezia ultimo in classifica.

E domenica prossima, con Inter-Napoli e Atalanta-Udinese, la classifica potrebbe assumere contorni da sogno per una squadra che sarà anche meno attrezzata di altre, che non sempre potrà giocare ai livelli visti al San Paolo, ma che a questo punto è autorizzata a sognare e far sognare. Autorizzata, non obbligata. Però non neghiamoci da soli questo diritto a sognare nascondendoci dietro rituali scaramantici che sanno di Medio Evo e che sono, soprattutto, un’offesa a questa squadra che dal maggio scorso ha acquisito una dimensione e una consapevolezza da big costruita sui successi, oltre che sui complimenti per il bel gioco. Chiamare lo scudetto con il suo nome non cambierà l’esito degli eventi, né stabilirà obblighi di sorta per una squadra che comunque, là davanti, ha tutto per restarci a lungo. Con la spensieratezza di chi non è obbligato a farlo.

La spensieratezza del Marchese del Grillo con la quale domenica 3 novembre, in una tenzone fra titoli nobiliari, ha fatto uno dei suoi scherzi più riusciti al Conte partenopeo. A proposito, ricordate come fa di nome l’alter ego carbonaio del Marchese? Eh sì, ricordate bene, fa proprio Gasperino. Ohibò...

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