Pecco e Jannik, due modi diversi di essere grandi

L’ANALISI. Strana domenica, quella in cui la Serie A lascia la scena a una Nazionale che innesta la retromarcia facendo riaffiorare fantasmi europei.

Il Papu Gomez, storico capitano di un’Atalanta indimenticabile (anche se questa è più matura, solida, equilibrata e, di conseguenza, vincente) si iscrive ufficialmente al partito dei sognatori. Ricordando come la sua Atalanta, quel sogno chiamato scudetto, arrivò ad accarezzarlo molto da vicino in una notte d’estate nella tragica stagione spezzata dalla pandemia.

La vittoria Ducati

Si è invece infranto il sogno mondiale di Pecco Bagnaia, due volte iridato nella MotoGp, cui due vittorie in due giorni sulla pista di Barcellona non sono bastate a centrare il tris, anche se proprio nel giorno della sconfitta il campione torinese ha ribadito il suo spessore morale defilandosi dalle interviste per non sottrarre la ribalta al vincitore, lo spagnolo Jorge Martin. Pure lui su Ducati, simbolo di un’Italia vincente che ormai da anni ha trasformato il Mondiale in un monomarca relegando al ruolo di comparse i colossi giapponesi.

Dalla Rossa di Borgo Panigale al Rosso di Sesto Pusteria, quello di domenica è stato comunque ancora una volta il gran giorno di Jannik Sinner, che ha vinto le Atp Finals di Torino con una facilità imbarazzante della quale si è sorpreso lui stesso

Dalla Rossa di Borgo Panigale al Rosso di Sesto Pusteria, quello di domenica è stato comunque ancora una volta il gran giorno di Jannik Sinner, che ha vinto le Atp Finals di Torino con una facilità imbarazzante della quale si è sorpreso lui stesso: «Penso non sia normale vincere così», ha detto questo marziano della racchetta, che conquista invece tutti proprio per la sua eccezionale normalità. Certo, nel momento in cui l’Italia si ritrova baciata come mai nella storia dagli dei del tennis, vien da pensare per un attimo all’altra faccia della medaglia, lo strazio di quella generazione perduta di ottimi tennisti di tutto il resto del mondo nati negli anni Novanta, che dopo una vita ad aspettare che si levassero dalle scatole i Fab3 (Federer-Nadal-Djokovic) si trovano ora la strada sbarrata da questo Fab1 destinato a dominare per chissà quanto. Che più che dalle ridicole, infinitesimali quantità di clostebol alle quali vorrebbero inchiodarlo i crociati del doping, sembra spinto dalla pozione magica di Asterix, l’eroe dei fumetti che distribuisce botte da orbi ai romani riducendoli a figure caricaturali. Che è un po’ quello che sta succedendo a chiunque, in questo periodo, si trovi malauguratamente dall’altra parte della rete rispetto a Sinner.

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