Nerazzurri e Rossa, quando la vittoria viene dalla strategia

SPORT. E adesso diciamo pure che è stato facile. Il 2-0 con il quale l’Atalanta ha regolato il fanalino Venezia è vittoria da squadra non solo di qualità (cosa che si sapeva), ma matura e consapevole della propria forza.

Perché appuntamenti come quello di domenica 20 ottobre (e quello di mercoledì con il Celtic in Champions, e anche i prossimi di campionato con Verona e Monza, prima del big match con il Napoli attuale capolista) sono le classiche partite piene di insidie. Se vinci hai fatto il tuo, se lasci punti per strada via con le critiche, se non addirittura con i processi. Invece i nerazzurri, vincono, convincono e risalgono la china: ora sono quinti, nel pieno del gruppone che verosimilmente si giocherà l’Europa nei suoi variegati aspetti, al quale resta aggrappata anche un’Udinese che sta comunque piano piano scivolando nei ranghi dopo i botti di inizio campionato. Ma ci sono anche diverse chiavi di lettura che – al di là del risultato e della dinamica – inducono all’ottimismo.

Retegui scatenato

A partire dallo scatenato Retegui che dopo una breve parentesi di appannamento (seguita al doppio errore con l’Arsenal, dal dischetto e sulla ribattuta) è tornato a macinare gol con la continuità di una catena di montaggio, esaltando il gioco sviluppato dalla squadra con le sue impressionanti qualità di finalizzatore. Ma è vero pure il contrario, e cioè che è lui, l’attaccante italo-argentino, a essere esaltato dal volume di occasioni creato dai compagni. E poi c’è Pasalic, il titolare aggiunto, il dodicesimo uomo più prezioso della Serie A che da ieri è anche il croato più prolifico nella storia del campionato italiano, superando l’ex interista Perisic e una sfilza di rinomati connazionali che l’hanno preceduto alle nostre latitudini, da Boksic e Boban in giù.

Il Gran Premio ad Austin

Spenta l’eco dei botti nerazzurri in Laguna, la domenica si chiude con quelli della Ferrari nel Gran Premio Usa ad Austin, in una Formula 1 che torna finalmente ad essere avvincente ed equilibrata. Leclerc e Sainz, esaltando la strategia di quel muretto finito spesso sotto accusa (talvolta con contorni da farsa) negli ultimi anni, piazzano una doppietta che accende le speranze di un successo nel mondiale costruttori, aspettando Hamilton. Anche se questo Sainz merita rispetto per le sue prestazioni, ma soprattutto per la serietà e dignità mostrate in questa stagione da «scaricato».

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