Dimenticare il rigore, ricordarsi di essere l’Atalanta

IL COMMENTO. Non c’è tempo per guardare indietro, per rimuginare su un passato che è già remoto anche se risale solo a poche ore fa. Non c’è tempo di pensare a come poteva essere la classifica di Serie A se l’Atalanta avesse battuto il Cagliari, alla luce del pareggio del Napoli a Roma con la Lazio e della sconfitta dell’Inter a Torino con la Juventus.

Si può giusto osservare che nessuna delle due squadre che precedono l’Atalanta sta benissimo, e questo alimenta i sogni, mentre adesso sta bene chi rincorre, Lazio e Juve, e questo mette invece un po’ di apprensione. Ma non è il caso di mettersi a fare calcoli, non adesso. Perché da qui a maggio la strada è ancora lunga, e può succedere di tutto, nel bene e nel male. Su entrambi i fronti in cui l’Atalanta è ancora in piena corsa. Sì, la strada è lunga, e come canta Ligabue «certe notti la strada non conta, quello che conta è sentire che vai». Ecco, domani, al Gewiss Stadium, sarà una di queste notti. Arriva il Bruges, ci sono in palio gli ottavi di Champions.

Le sfide si possono vincere o perdere. È la legge della vita e dello sport. Sarà fondamentale ricordarselo, comunque vada, anche se questo Bruges resta squadra tecnicamente meno attrezzata dell’Atalanta e fuori casa fa meno paura che nella sua tana

Non importa la strada, importa sentire che si va. Spinti dal fortino del Gewiss Stadium, dove il presidente Antonio Percassi, nelle pagine che seguono, chiama a raccolta il pubblico bergamasco. Per una sfida da affrontare tutti insieme anche se, osserva il numero uno nerazzurro, «non è la prima, e non sarà l’ultima della nostra storia. Siamo ormai abituati alle sfide: fanno parte del nostro lungo ed entusiasmante cammino». E le sfide si possono vincere o perdere. È la legge della vita e dello sport. Sarà fondamentale ricordarselo, comunque vada, anche se questo Bruges resta squadra tecnicamente meno attrezzata dell’Atalanta (lo dicono cinque mesi di Champions, che 45’ in Belgio non possono aver cancellato) e fuori casa fa meno paura che nella sua tana. Accanto a queste cose da ricordare, ce ne saranno altre da dimenticare. Come poteva diventare la classifica battendo il Cagliari, ad esempio. Sabato è stata fatta una scelta, è costata qualcosa, solo domani sera sapremo se ne valeva la pena. Ma soprattutto, dimentichiamoci quel maledetto, assurdo rigore che ha deciso la gara di andata. Che ha complicato la strada, ma non ha compromesso nulla. Se l’Atalanta saprà fare l’Atalanta. Cosa che in Belgio, al di là dell’episodio decisivo, per un tempo non si è ricordata di fare.

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