Cronaca / Isola e Valle San Martino
Martedì 26 Novembre 2019
Violenza sessuale, denunce raddoppiate
Le Forze dell’ordine: serve l’aiuto di tutti
La violenza sulle donne si combatte facendo rete tra forze di polizia, Procura, pronto soccorso, medici, farmacisti, associazioni, scuole. C’è bisogno di tutti i cittadini, «sentinelle virtuose», le ha definite il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Storoni intervenuto lunedì 25 novembre al convegno «Violenza di genere-Quali risposte?» organizzato al liceo scientifico Mascheroni e a cui hanno partecipato anche gli studenti dell’istituto Natta nella giornata mondiale per il contrasto alla violenza sulle donne.
I dati forniti dalla Procura di Bergamo parlano chiaro: dal 1° gennaio a ieri sono stati aperti 604 fascicoli per maltrattamenti in famiglia, 150 per violenza sessuale e 256 per atti persecutori. Da quando è stato introdotto il «Codice rosso», il 9 agosto , le denunce sono quasi raddoppiate, e ancora di più dopo i femminicidi che hanno toccato la nostra provincia: per ricordare i più recenti Marisa Sartori a Curno, Zinaida Solonari a Cologno al Serio, Stefania Crotti a Gorlago, Maria Antonia Lanzeni a Treviglio. Il saluto di apertura dei lavori, moderati dal dirigente scolastico Ugo Punzi, è del questore Maurizio Auriemma: «Guardando le statistiche, mi auguro che un giorno si possa arrivare a quota zero».
L’assessore Marzia Marchesi ricorda che il Comune ha le bandiere a mezz’asta perchè «la violenza sulle donne colpisce tutta la comunità». «Il Codice rosso ha introdotto innovazioni sostanziali istituendo un canale preferenziale per questa tipologia di reato – spiega il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota –. Quando la persona presenta denuncia, l’ufficiale di polizia giudiziaria deve avvisare il pm di turno che valuterà se delegare l’audizione della persona offesa entro 3 giorni oppure derogare, se ad esempio i fatti riguardano minori o la vittima risiede nella casa coniugale. L’iscrizione della notizia di reato ha un canale prioritario e il fascicolo viene assegnato a uno dei 6 pm che fanno parte del gruppo fasce deboli. C’è anche un gruppo di ufficiali di pg specializzati e da pochi mesi quattro uomini e donne, tra carabinieri e agenti di polizia, li stanno affiancando per essere formati». In Procura è anche attivo uno Sportello d’ascolto con due avvocati che forniscono consulenze gratuitamente.
«Il Codice rosso ha creato il panico in tutti gli operatori in seguito agli episodi di femminicidio nella nostra provincia – sottolinea Rota–. La prima reazione è di dolore perchè magari si sarebbe potuto fare di più, ma anche di assunzione di responsabilità forte in ciascuno di noi». «Dopo i femminicidi ci siamo interrogati – rimarca il colonnello Storoni –. Tutti sapevano, perchè non è stato fatto niente? Bisogna contestualizzare ogni episodio e ogni denuncia». Il comandante ricorda la difficoltà delle donne nel denunciare, soprattutto persone nell’ambito familiare: «Il legislatore ha affrontato questo aspetto e oggi possiamo intervenire prima che venga formalizzata la denuncia. A Bergamo tutti abbiamo carenze di organico e a volte arriviamo in ritardo, c’è bisogno di tutti per cercare di essere presenti nei casi di emergenza, prima che si trasformino in tragedia». Solo la minima parte delle denunce è «strumentale», fatta solo per danneggiare l’altro magari in cause di separazione o divorzi. Il commissario dell’Anticrimine Mauro Sabetta ricorda che esistono strumenti amministrativi come l’ammonimento del questore: nel 2018 ne sono stati emessi 7, 6 nei primi dieci mesi del 2019.
«E la cooperativa La Svolta in poco più di un anno ha raccolto 30 richieste di contatto da parte di uomini maltrattanti, segno che c’è una presa di coscienza del genere maschile». Sara Modora dell’associazione «Aiuto donna» spiega il difficile percorso delle vittime che va dalla consapevolezza di quello che stanno subendo alla decisione di denunciare. «Quest’anno 600 donne hanno contattato i nostri centri di Bergamo, Terno d’Isola e Seriate (con lo spazio ascolto di Vigano San Martino) che afferiscono alle reti antiviolenza. E l’80% delle telefonate diventano casi trattati. Nel 2020 apriremo uno spazio ascolto a Lovere».
Toccante la testimonianza di un avvocato 40enne vittima di violenza dall’ex fidanzato: «Con fatica ho messo da parte i sentimenti e ho deciso di denunciarlo. Qualsiasi donna può essere vittima di violenza non solo fisica ma psicologica, che arriva ad annientare la tua personalità. Chiedete aiuto alle persone vicine, chi si comporta così non vi ama».
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