Una ragazza in auto ha visto per prima Sharon a terra

DELITTO DI TERNO .La giovane è passata in via Castegnate subito dopo il delitto. Ha avuto paura e non si è fermata, poi ci ha ripensato ed è tornata indietro.

È stata la prima persona che ha visto Sharon sul marciapiede subito dopo essere stata accoltellata: una ragazza di Terno d’Isola, la notte tra il 29 e il 30 luglio una decina di minuti prima dell’1, è passata in auto in via Castegnate. Ha visto la barista di 33 anni stesa sul marciapiede, a pancia in su, davanti alla villetta al civico 32. E ha visto anche il sangue, perché la via è a senso unico e dunque si trovava alla sua sinistra, sul lato del conducente.

Proprio quel sangue deve averla fatta spaventare: in un primo momento si è allontanata, probabilmente pensando alle tante persone poco raccomandabili che girano per il centro a quell’ora. Poi, però, ci ha ripensato: il senso del dovere, la solidarietà femminile, chissà cosa le è passato per la mente in quegli istanti. ha fatto il giro ed è tornata indietro, rifacendo il tratto di strada a senso unico.

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Pochi minuti durante i quali, nel frattempo, si era già fermata l’auto bianca di una coppia di giovani fidanzati del paese, che hanno chiamato il 112 e hanno prestato i primi soccorsi a Sharon. Così si è fermata anche lei e ha aiutato la coppia nei soccorsi. È stata sentita dagli inquirenti ma sul contenuto delle sue dichiarazioni c’è il massimo riserbo. Ha visto qualcuno scappare, a piedi o in auto? C’è qualche dettaglio anche minimo che potrebbe essere utile alle indagini? Al momento bocche cucite in chi indaga.

Al vaglio 100 ore di filmati di 50 telecamere

Certo, se avesse visto qualcosa la sua testimonianza sarebbe preziosa. Perché in questo giallo ci sono ancora poche certezze e molti interrogativi: i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, stanno lavorando sui filmati delle telecamere - almeno 100 ore di riprese di 50 occhi elettronici, un’ora prima e un’ora dopo il delitto - acquisiti in questi giorni in tutto il paese e anche nei comuni vicini.

Le telecamere dei vicini che scagionano il compagno Sergio Ruocco, rimasto a casa a dormire

La telecamera dei vicini di casa in via Merelli ha inquadrato Sharon mentre usciva a mezzanotte: sono stati i primi ad essere convocati in caserma e a raccontare che la ragazza usciva per passeggiare da sola anche la sera tardi. C’è anche la telecamera di un appartamento al primo piano che si affaccia sul retro del complesso di villette, acquisita dagli inquirenti. I dettagli che trapelano sono pochi, ma sembra che dopo Sharon non sia uscito nessun altro da casa sua, nè dal cancello principale nè, rocambolescamente, scavalcando la siepe sul retro, nella parte che si affaccia sui campi. È l’elemento che scagiona il compagno Sergio Ruocco, rimasto a casa a dormire senza accorgersi che Sharon era uscita per fare la sua solita camminata serale.

I carabinieri della sezione crimini violenti del Ros stanno analizzando le riprese utilizzando le tecnologie più innovative, per migliorarne la qualità e renderle più nitide.

Settimana prossima le risposte dei Ris di Parma

La prossima settimana potrebbero arrivare anche le risposte dei Ris di Parma sui reperti mandati ad analizzare: i vestiti che indossava Sharon, i tamponi sul suo corpo, i coltelli sequestrati nelle perquisizioni che sono state eseguite nei garage e negli appartamenti dei tanti pregiudicati che abitano in zona. Anche questo è un nodo importante: non essendo esclusa la possibilità che sia stato uno sbandato, ci si concentra per prima cosa su quelli che hanno precedenti specifici, abitano sul percorso che Sharon faceva nelle sue passeggiate e quella notte erano a Terno d’Isola.

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Si scava nella vita privata di Sharon

Si scava soprattutto nella vita privata della barista, che lavorava da un anno al bar «Vanilla» di Brembate e che, stando ai racconti dei familiari e delle colleghe di lavoro, non

Sharon non aveva una vita sociale molto intensa e anche il suo cellularerisulta «poco vivo».

aveva una vita sociale molto intensa: lavoro, casa, spesa, libri (ne leggeva in media uno al mese, ordinato nella biblioteca del paese) e quelle passeggiate consigliate dalla dietologa per perdere qualche chilo.

Anche il suo cellulare, spiega chi indaga, è «poco vivo»: non era una ragazza che chattava o telefonava spesso. Della copia forense, che permette di recuperare anche i dati cancellati, si stanno occupando gli specialisti del Ros.

Ci vuole tempo, ripetono gli investigatori, per arrivare al colpevole, ma non solo i familiari di Sharon aspettano una risposta: nel frattempo l’idea dell’assassino in libertà sta alimentando le paure di un’intera comunità.

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