Uccise il figlio a coltellate: «Il padre era esasperato»

BOTTANUCO. Le motivazioni della sentenza: il fatto dopo una serie di vessazioni. Per questo è stata accolta la concessione dell’attenuante della provocazione.

Quando Paolo Corna accoltellò mortalmente il figlio Giambattista, il 3 settembre 2023 a Bottanuco, si trovava in un «incontenibile stato d’ira» innescato a seguito non solo della lite avvenuta quel giorno, ma da «una lunga serie di atteggiamenti inaccettabili» reiterati nel tempo dal figlio. Così la Corte d’Assise di Bergamo, presieduta dal giudice Patrizia Ingrascì (a latere il giudice Anna Ponsero) ha motivato l’accoglimento della concessione dell’attenuante della provocazione per accumulo richiesta dall’avvocato della difesa Barbara Bruni. Il 7 ottobre 2024 la Corte ha condannato il 78enne Paolo Corna a nove anni e quattro mesi per l’omicidio del figlio 54enne, concedendo anche le generiche. Attenuanti riconosciute prevalenti sulla contestata aggravante (il legame di parentela).

La vita del 54enne, ricostruisce la Corte, è stata caratterizzata dalle dipendenze, e non sono mancate anche le problematiche giudiziarie (in passato aveva patteggiato la pena di un anno e quattro mesi per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali verso la moglie). Il 54enne lavorava, ma lo stipendio era gestito dai genitori. Nelle motivazioni si ricordano le «incontrollate aggressioni» verso gli anziani genitori che per supportarlo lo avevano accolto in casa. In questo quadro, «si può ragionevolmente ipotizzare che i genitori di Giambattista non solo non abbiano mai assistito come spettatori estranei e indifferenti al dramma familiare», a che, con gli anni «la loro resilienza e la capacita di affrontare il problema si siano affievolite, aggiungendosi alle sofferenze per le varie vicissitudini di Giambattista anche la tipica fragilità fisica ed emotiva dell’anziano».

La paura degli anziani genitori

Il 54enne, nel fine settimana, eccedeva con l’alcol e «diventava prepotente, irascibile e aggressivo, determinando nei due anziani genitori un vero e proprio stato di allerta e paura». È così che si arriva al 3 settembre. La mattina Giambattista riceve dal padre 20 euro ed esce, per rientrare poco dopo le 15 «in evidente stato di ebbrezza» chiedendo altro denaro. Davanti al rifiuto il 54enne dà in escandescenza «con tale furia» che i genitori chiamano i carabinieri. Al loro arrivo, i militari trovano l’uomo addormentato in camera, pertanto vanno via «senza poter attuare alcuna misura a tutela dei due anziani che, verso sera, si erano trovati a misurarsi nuovamente con la collera del figlio».

Tre fendenti

In cucina, Giambattista reitera infatti la richiesta di soldi, e il padre di nuovo glieli rifiuta. Quando l’anziano padre prende un piccolo coltello, lui lo sfida a colpirlo. Tornato in camera, Giambattista inizia a spaccare i mobili. È a quel punto che la situazione degenera: Paolo Corna entra con un coltello e lo colpisce all’addome. Tre fendenti, che portano suo figlio alla morte. Poi l’anziano chiama i soccorsi, confessando quanto commesso. Il successivo atteggiamento «apparentemente freddo e distaccato» dell’anziano non deve, per la Corte, trarre in inganno: Paolo Corna «versando in uno state di profonda esasperazione e sofferenza emotiva, nei drammatici istanti che hanno preceduto e seguito l’accoltellamento non era affatto lucido, ed è stato sopraffatto dallo state di ira determinate dall’ennesimo comportamento prevaricatorio e vessatorio del figlio».

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