Uccisa per strada a Terno: sei coltellate, il compagno in casa e le passeggiate notturne

L’OMICIDIO. Muore a 33 anni Sharon Verzeni: prima di accasciarsi a terra è riuscita a chiamare il 112. Inutili i tentativi di rianimarla. Il punto sulle indagini. Riprende la raccolta rifiuti sospesa per cercare l’arma del delitto e possibili indizi.

È stata accoltellata tre volte alla schiena, una al torace e due all’addome da qualcuno che si è allontanato senza lasciare traccia. Ma Sharon Verzeni, barista di 33 anni di Terno d’Isola, prima di accasciarsi a terra ha avuto la forza di gridare e chiamare il 112: «Aiuto, sono stata accoltellata, sono a Terno». Una donna ha sentito le urla, è scesa dal condominio di fronte nel giro di tre minuti e non ha visto allontanarsi nessuno, né a piedi né in auto. Non ci sono telecamere nella via e quelle di videosorveglianza comunali non avrebbero ripreso nulla di utile a quell’ora, per di più le immagini sarebbero di bassa qualità. Al vaglio ci sono anche quelle di privati.

Le camminate in paese di notte

Sono molti i punti ancora oscuri nel delitto di Sharon Verzeni, che nella notte tra lunedì e martedì 30 luglio, poco prima dell’una, è stata uccisa in via Castegnate, di fronte alla villetta al civico 32. Abitata da due pensionati novantenni che non si sono accorti di nulla, neanche quando la via si è riempita di lampeggianti. Sharon, che aveva l’abitudine – così hanno riferito ai carabinieri il compagno Sergio Ruocco, elettricista di Seriate, e alcuni vicini della coppia che da tre anni abita in via Merelli – di uscire la sera tardi per fare una camminata in paese. Una cosa non comune, ma di cui probabilmente era a conoscenza chi l’ha uccisa. Dall’abitazione di via Merelli a via Castegnate ci sono 650 metri, si percorrono in nove minuti.

Il compagno era in casa

I carabinieri sono subito andati nella villetta di nuova costruzione al civico 28/E, dove hanno trovato il compagno. Lo hanno interrogato a lungo, setacciando l’abitazione – poi messa sotto sequestro – e portando in caserma lui e la sua auto. L’elettricista ha detto di essere stato in casa, i vicini hanno delle telecamere che puntano sulla via e sono stati convocati in caserma. Al momento sembra che il racconto del compagno sia confermato: non si sarebbe mosso da casa. Fino a questa mattina (31 luglio) non risulta nessun nome iscritto nel registro degli indagati. Gli inquirenti – i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo e della Compagnia di Zogno, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio – stanno cercando di individuare il movente: il delitto non sembra avere i contorni di una rapina finita in tragedia, anche perché la ragazza non sarebbe uscita con la borsetta e aveva ancora con sé il cellulare.

I Carabinieri: ogni informazione è utile

Lo scenario fa pensare più a un omicidio maturato nella sfera personale, commesso da qualcuno che ce l’aveva con lei per qualche motivo: sentimentale, economico, tutte le ipotesi sono tenute in considerazione e gli inquirenti in un comunicato in cui sottolineano il momento estremamente delicato delle indagini, invitano chiunque avesse informazioni a contattare il Comando provinciale dei carabinieri.

Al telefono con il 112 infatti non ha fatto nomi, ma ha detto: «Sono stata accoltellata, sono a Terno». Ha urlato: «Aiuto, aiuto», ha fatto qualche passo barcollante e ha attraversato la strada, aggrappandosi con le ultime forze al cancello della villetta al civico 32, dove poi è caduta all’indietro sul marciapiede.

Chi abita in via Castegnate e ha sentito le grida di aiuto di Sharon non ha sentito la ragazza litigare con qualcuno: è quindi possibile che l’assassino l’abbia aspettata, magari sapendo il giro che faceva abitualmente durante le sue passeggiate notturne, e che l’abbia colpita tre volte alla schiena, poi altre tre quando lei si è girata. Un’azione fulminea che non le ha lasciato neanche il tempo di rendersi conto di chi la stava aggredendo. Al telefono con il 112 infatti non ha fatto nomi, ma ha detto: «Sono stata accoltellata, sono a Terno». Ha urlato: «Aiuto, aiuto», ha fatto qualche passo barcollante e ha attraversato la strada, aggrappandosi con le ultime forze al cancello della villetta al civico 32, dove poi è caduta all’indietro sul marciapiede.

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I soccorsi di due fidanzati e una vicina

Prima ancora che la residente nel condominio di fronte scendesse le scale dopo aver sentito le grida di aiuto, due giovani fidanzati in auto si sono fermati e hanno chiamato il 112. «Erano visibilmente spaventati», racconta chi li ha visti. Sono arrivati in dieci minuti i carabinieri del Nucleo radiomobile di Zogno, che le hanno praticato a lungo il massaggio cardiaco prima dell’arrivo di due auto medicalizzate e un’ambulanza della Cri di Bonate Sotto. Sharon è stata portata all’ospedale Papa Giovanni XXIII ma è morta al Pronto soccorso. La salma è composta nella camera mortuaria e prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. I carabinieri hanno cercato per tutta la notte l’arma del delitto, senza esito.

Anche martedì sono proseguite le ricerche e il sindaco di Terno d’Isola ha informato nella mattinata di mercoledì i cittadini che è possibile conferire i rifiuti regolarmente ed è aperta la piattaforma ecologica. Il Comune ha messo a disposizione le riprese delle telecamere e gli investigatori stanno acquisendo anche quelle dei privati.

Terno d'Isola. Accoltellata in strada nella notte. Muore una donna di 33 anni. Mistero sul movente e l'assassino. Video di www.bergamotv.it

Le origini di Bottanuco

La notizia della morte di Sharon Verzeni, che lavorava al bar della pasticceria «Vanilla» di Brembate (dove si limitano a confermare che fosse loro dipendente) è arrivata ai genitori mentre si trovavano in vacanza. Hanno fatto rientro martedì pomeriggio in tutta fretta. La famiglia è originaria di Bottanuco: papà Bruno ha lavorato per 41 anni all’Anagrafe del paese ed è andato in pensione otto anni fa ma fa ancora il volontario nella parrocchia ed è attivo all’oratorio. La mamma, Maria Teresa Previtali, è impiegata. La coppia, che vive in una villetta di via Adda, ha altri due figli: Melody, la maggiore di 35 anni, è sposata e ha una figlia di 3 anni, mentre Cristopher, il minore di 23, vive con i genitori.

La sofferenza della famiglia

«Non sappiamo ancora niente – commenta uno zio materno –. Ho avuto la notizia da venti minuti, ero al lavoro, non abbiamo idea di cosa sia successo». La nonna materna Gesuina, con le lacrime agli occhi, confida: «Sto soffrendo tantissimo per quanto è capitato a mia nipote Sharon, che è stata con me sei anni. È una tragedia per la nostra famiglia». «Ci manca tantissimo – le uniche parole del papà, ieri sera, al citofono –: siamo appena tornati dalle vacanze e abbiamo saputo tutto dall’altra figlia perché gli inquirenti non ci hanno detto niente».

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