Trasporti e disagi, c’è chi si alza alle 6 per entrare in classe alle 9. I comitati genitori: «Le scuole rivedano le regole»

LA LETTERA. Con le difficoltà di spostamento c’è chi arriva a lezioni già iniziate e per entrare deve aspettare la seconda ora. I comitati scrivono a Provveditorato e dirigenti: «La situazione si sta aggravando, chiediamo di rivedere i regolamenti». Su L’Eco di Bergamo in edicola il 22 ottobre l’approfondimento con le testimonianze dei pendolari.

Ci si alza alle 6 per arrivare a scuola quando le lezioni sono già cominciate. E in alcuni casi, dover aspettare l’ora successiva per entrare in classe, magari con una nota disciplinare e conseguenze sul voto in condotta. I disagi legati al trasporto pubblico locale stanno creando serie difficoltà agli studenti degli Istituti superiori della provincia e il Coordinamento dei comitati delle associazioni genitori delle scuole superiori della provincia di Bergamo chiama a raccolta i dirigenti scolastici.

Il fronte della Ponte-Bg

Perché è arrivato il momento, secondo i genitori, che anche la scuola si faccio carico del problema: «La questione non è nuova – racconta Monica Ravasio, presidente del “Coor.Co.Ge. Bergamo” –, ma ogni anno la coperta diventa più corta. Pur consapevoli che il problema non rientra nelle dirette competenze dei dirigenti scolastici, chiediamo di alzare il livello di attenzione attiva su questo fronte, visto che le attuali difficoltà del trasporto, sia su gomma che su ferro, destinate a mantenersi nel tempo e ad aggravarsi nel medio e lungo periodo per i molti lavori in corso e in via di cantierizzazione da qui al 2026, si riflettono sulla qualità della vita degli studenti».

Anche alla luce delle conseguenze della prossima chiusura della tratta ferroviaria Ponte San Pietro-Bergamo in merito alla quale «mancherebbero ancora chiare indicazioni su come verranno organizzate le corse sostitutive, da dove partiranno, dove fermeranno, quanto congestioneranno ulteriormente il traffico nella città e dintorni e chi le debba organizzare». «Nemmeno abbiamo certezza di quanti studenti siano coinvolti, da dove partano e quali Istituti intendano raggiungere – si legge nella lettera indirizzata al dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Vincenzo Cubelli, e ai dirigenti delle scuole superiori della nostra provincia –. Rischiamo di trovarci alla fatidica data per riassestare nuovamente i mezzi, le corse e gli orari».

Una problematica che potrebbe anche influenzare le scelte delle famiglie nel percorso di studi dei figli. E di cui forse si dovrebbe tener conto: «Si pensa ancora poco a come ci si dovrà muovere per raggiungere la scuola, scegliendo un istituto piuttosto che un altro – continua Ravasio –. Ma non di meno bisogna considerare che non tutti gli indirizzi sono disponibili ovunque. Queste situazioni sono causa di preoccupazione per le famiglie e di disagio e ansia nei ragazzi che, pur svegliandosi all’alba, spesso, già ora, arrivano in ritardo».

«Regolamenti troppo rigidi»

Se poi le scuole si mettono di traverso con regolamenti d’istituto che, in diversi casi, non permettono di entrare in classe a lezione iniziata, lasciando gli studenti fuori dall’aula fino alla seconda ora, ci si trova con casi di studenti che si alzano prima delle 6 per iniziare a frequentare alle 9. E ancora «più penalizzante e vissuto come profondamente ingiusto» sarebbe «l’impatto di ritardi reiterati sul voto di condotta». «Si parla di disagio giovanile – dichiara la presidente del “Coor.Co.Ge. Bergamo” – e non ci si rende conto di come la frustrazione e la stanchezza per viaggi incerti e scomodi, tempi dilatati e infruttuosi tolti al sonno e a un ritmo quotidiano decente, allo studio, alla vita personale e sociale, impattino sulla serenità del percorso formativo e possano aumentare fenomeni di dispersione scolastica e nuove fragilità››. Da qui l’invito a rivedere, almeno temporaneamente, i regolamenti di disciplina, ed eventualmente gli orari delle lezioni, «con la flessibilità necessaria a contenere i rigidi paletti del sistema del trasporto pubblico».

Il richiamo agli evasori

Ma anche un richiamo agli studenti che utilizzano i mezzi senza un titolo di viaggio (proprio ieri gli stessi studenti lo hanno denunciato su «L’Eco», ndr), confidando nella scarsità dei controlli e negli importi comunque bassi della sanzione, visto che «il danno si ripercuote su tutti quanti e toglie altre risorse a un sistema già critico». «Come tutti i sistemi illegali anche questo si basa sulla giustificazione sociale di un furto, banalizzato al rango di furbizia motivata dal “pessimo servizio” – conclude Ravasio –. È un tema di cui la scuola dovrebbe farsi carico, affrontandolo trasversalmente durante le ore di educazione civica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA